sabato 13 novembre 2010

L’annoso problema dell’accorpamento delle valli di Comacchio sta attraversando una fase determinante, se pensiamo che, fino ad ora, la questione, pur regolamentata sulla carta, non era stata messa in pratica. Adesso, un importante passo per arrivare al riaccorpamento, riguarda la rimozione di tutti quegli strumenti abusivi per la pesca non solo delle anguille, situati per il 90% lungo le aree dei bacini lagunari più vicini al Reno e quindi sul versante ravennate. L’altro giorno, infatti, nel palazzo municipale di Comacchio, la Giunta Comunale ha incontrato i rappresentanti del Parco del Delta del Po e del Corpo Forestale dello Stato per discutere il piano di rimozione di questi strumenti abusivi, a salvaguardia sia del novellame che dell’anguilla matura. La conduzione delle operazioni è stata affidata al corpo forestale dello Stato, in collaborazione con il Parco del delta e con il supporto del Comune di Comacchio. Ad affiancare le guardie forestali ci saranno altri rappresentanti delle forze dell’ordine, che interverranno per effettuare, in forma coordinata, una azione preventiva a tutti i livelli: dal prelievo ittico non regolare al suo traposrto illecito, alla distribuzione su tutta la filiera commerciale. “Abbiamo ritenuto necessario sollecitare questa azione – ha sottolineato il sindaco Paolo Carli – proprio per disciplinare in maniera corretta tutti gli specchi vallivi, impedendo in questo modo, ai numerosi pescatori “abusivi”, di utilizzare strumenti non adeguati e di collocare reti ed altre attrezzature in acque pubbliche. E così abbiamo convocato il Parco del Delta, perché si facesse carico del problema e, insieme alle altre forze che hanno il compito di controllare e vigilare, partecipasse attivamente a questo “tavolo” che intende garantire prima di ogni altra cosa il rispetto del regolamento. Se i dati diffusi dal Parco e il coinvolgimento del dipartimento di biologia ed evoluzione dell’Università di Ferrara vanno verso la direzione di un incremento del novellame e dell’attivazione di un programma di monitoraggio, noi dobbiamo cercare in tutti i modi di impegnarci a salvaguardare questo nostro bene che, a detta degli esperti, poteva rischiare, di questo passo, una sorta di “estinzione”. La nostra città deve ritrovare la sua identità attraverso il pieno riconoscimento e ripristino dei propri specchi vallivi e la pesca deve ritornare ad essere l’attività più importante. Ritengo pertanto fondamentale questa azione congiunta di salvaguardia e valorizzazione della nostra “eccellenza”, l’anguilla appunto, mediante una giusta prevenzione e un adeguato controllo”.

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