giovedì 5 gennaio 2012

UNA GIORNATA TRA BORGHI DI PESCATORI, E PAESAGGI INDIMENTICABILI:



















>OASI NATURALISTICHE STRAORDINARIE A UN PASSO DA NOI: IL TAGLIO DELLA FALCE, LA SACCA DI GORO, IL MERCATO DEL PESCE DI GORO, LA LANTERNA VECCHIA, LA TORRE DI VOLANO, VALLI PORTICINO E CANNEVIE’, BOSCO SPADA, DOSSI DELLE CELLETTE, LA CITTA’ DEGLI AIRONI.


-Prendendo la Strada Statale Romea in direzione nord, raggiungiamo il bivio per Bosco Mesola fino ad incontrare, opportunamente segnalato, il Taglio della Falce, parte estrema della Sacca di Goro.
-La Sacca di Goro è una vasta laguna di circa 2000 ettari situata alla foce del Po (di Goro), con una salinità molto elevata, profonda non più di 60 centimetri. Al suo interno è praticato ampiamente l’allevamento delle cozze e delle vongole filippine (e chi fosse interessato, la mattina presto può assistere facilmente alle fasi della pesca). Ben visibili, poi, oltre alla vegetazione di Alofite, Canne e Giunchi (in particolare nell’area del Taglio della Falce, presso Volano), uccelli quali l’Airone Rosso, il Gabbiano Reale, il Cormorano, il Falco di Palude, la Beccaccia, e, in autunno, varie specie di Smergo, la Strolaga e il Marangone dal Ciuffo. Non essendovi sentieri attrezzati, l’accessibilità a tale zona può essere automobilistica (percorrendo la strada che circonda la Sacca a partire dal Taglio della Falce, sostando in alcuni osservatorii naturali, facilmente rintracciabili) o nautica (a Goro si può facilmente trovare un imbarco). Per l’abbigliamento e l’attrezzatura valgono i consigli di sempre: evitare i colori sgargianti per non spaventare gli uccelli e munirsi di cappello e di prodotti antizanzare. Particolarmente prezioso si rivelerà un teleobbiettivo per la macchina fotografica, e un buon binocolo.
-Consigliabile visitare il paese di Goro, noto anche per avere dato i natali alla Milva nazionale. In particolare, se riuscite a sacrificare una mattina di sonno per una buona causa, vale davvero la pena di visitare, al mattino di buon’ora (nei giorni feriali) il Mercato del Pesce, dove si trova davvero di tutto: pesce d’acqua dolce e pesce di mare, oltre alle specie che vivono in acque salmastre come l’anguilla, il ghiozzo, il cefalo e l’acquadella. Per non parlare di mitili, molluschi e crostacei: cappe sante, cozze, vongole, ostriche, canocchie, gamberi di Valle e quant’altro.
-Seguendo l’argine per circa un chilometro, interessante vedere il Po Morto, piccola zona umida residua del vecchio corso del fiume. E poi Gorino, dal cui piccolo, caratteristico porto, si può fare un’escursione a piedi fino alla Lanterna Vecchia. Oppure, in automobile, si possono attraversare
gli ultimi ponti di barche e passare in Veneto, imbattendosi nel ramo del Po di Gnocca o della Donzella, del quale si può costeggiare l’argine per un buon tratto, arrivando fino a un’altra Sacca, quella degli Scardovari, anch’essa di indubbio interesse naturalistico, che si può apprezzare seguendo la strada che lo costeggia e che si può seguire fino alla bocca del Po di Tolle.
-Tornati in direzione Bosco Mesola e poi Lido di Volano, sùbito dopo avere gettato un’occhiata alla foce del Po e alla Torre di Guardia Pontificia, risalente al XVIII secolo (tre volte ricostruita verso l’interno, a séguito delle modificazioni della linea costiera; purtroppo non visitabile all’interno), ci si può fermare alle attigue Valli Cannevié e Porticino.
-Circa 67 ettari d’ampiezza, risparmiate dalle bonifiche (degli anni Sessanta) delle ampie Valle della Falce e Valle Giralda, costituiscono, ai sensi della Convenzione Internazionale di Ramsar, una “zona umida d’importanza internazionale”. Zona salmastra ma a bassa salinità, ha una profondità che supera raramente i 60 centimetri. Dispone di un ampio parcheggio, dal quale si diparte un sentiero attrezzato, al quale possono accedere anche i disabili, che si snoda presto in tre percorsi interni alla Valle, ciascuno dotato di stazioni di osservazione. Cosa
si può vedere? Uno scorcio di Valle per come era, con la sua vegetazione di Canne e Giunchi, Scirpi e Fragmiti, in mezzo alla quale abitano il Germano Reale, il Cormorano, il Cavaliere d’Italia, la Garzetta, il Tarabusino, il Tuffetto, la Cannaiola ed altre specie minori. In particolare, nell’autunno inoltrato e in inverno vi prendono dimora anche la Fòlaga, l’Airone bianco, la Moretta, il Moriglione e il Beccaccino.
-Il piazzale d’accesso, dove si parcheggia l’automobile, costituisce sia il punto di partenza che quello d’arrivo del sentiero attrezzato. Giustamente vi sorgono due ristoranti, nell’antico casone di Valle Porticino e nella stazione da pesca di Cannevié opportunamente restaurati.
-Proseguendo per la strada che porta all’Abbazia di Pomposa, appena oltrepassata la statale Romea e inforcato il bivio per Codigoro, ecco il Bosco Spada (coevo al più famoso Bosco Eliceo, che si estendeva fra Magnavacca e Volano fino alla fine del Seicento, quando la parte residua, risparmiata dalla coltura delle viti, venne distrutta per farne legna da ardere), che ci offre un interessantissimo specchio dell’antica vegetazione che un tempo ricopriva i nostri Lidi.-Proseguendo verso Codigoro per un breve tratto di strada, ci si imbatterà nei Dossi delle Cellette, ricchi di Frassini, Pioppi Bianchi, Farnie, Carpini. Essi sono stati oggetto di interventi di ripristino ambientale e rimboschimento: nel 1978 furono impiantati numerosi Pini Marittimi e Silvestri, e nell’89 l’area venne ampliata e si procedette a un generale ripristino ambientale.
-Proseguendo ancora, superando Codigoro e procedendo per poche centinaia di metri verso Massa Fiscaglia, si troverà, presso l’ex zuccherificio Eridania, la cosiddetta Garzaia o Città degli Aironi: un boschetto di circa sei ettari, dove si trovano Sambuco, Salice Bianco, Robinia, Pruni, Pioppi. La definizione di Città degli Aironi è dovuta alla presenza di oltre 1500 nidi, che gli Aironi abitano ogni anno dai primi di marzo fino all’autunno. Senza dubbio, è una delle più importanti colonie di Aironi d’Italia, non a caso sottoposta a vincoli ambientali e paesaggistici. L’area, un tempo appartenente allo zuccherificio, si rivelò sùbito particolarmente apprezzata dagli Aironi (e non solo), giacché al primo censimento dei nidi presenti, avvenuto nel 1985, se ne contarono ben 600, già aumentati ad oltre 700 a un solo anno di distanza, fino agli oltre 1500 attuali.
-Per quanto riguarda la... soddisfazione dello stomaco, la zona è ricca di buoni ristoranti e non c’è che l’imbarazzo della scelta: per parte nostra, però, noi vi consigliamo di andare sul sicuro fermandovi al Ristorante La Baracca “Oratorio della Pescheria” al Lido di Volano.
(Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

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