lunedì 19 marzo 2012

PILLOLE di Storia e Curiosità locali

Quando monsignor Natale Mosconi si presentò dinnanzi a Papa Pio XII per prendere l’obbedienza quale nuovo vescovo di Comacchio, il Pontefice gli disse: “Va in una terra di grande miseria, quale lei non ha mai visto”. Si era nel 1950. Poco tempo prima, in un clima di scioperi e proteste, a Comacchio c’era scappato il morto, oltre a diversi feriti, in uno scontro con le forze dell’ordine. Importante fu il suo contributo alla rinascita e allo sviluppo di Comacchio: il suo nome è infatti legato in modo più o meno diretto all’apertura d’una delle prime (se non la prima) tipografie cittadine, alla realizzazione dei Villaggi San Francesco e San Carlo, alla costruzione della Strada Romea, dell’Argine Agosta, dello zuccherificio e dell’acquedotto: un altro grande esempio della generosità e dell’operosità di tanti vescovi diretti al bene di Comacchio e dei Comacchiesi. Prima di lui, Paolo Babini, da Fusignano, nel difficile periodo dal 1938 al 1950, fu colui che condusse le trattative di resa dei tedeschi che occupavano la zona, meriti più tardi attribuiti “d’ufficio” ai soliti partigiani. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

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