venerdì 28 gennaio 2011

STORIA E CURIOSITÀ LOCALI IN...PILLOLE - Teatro a Comacchio



Certi di far cosa gradita ai Comacchiesi ma pure con l’intento di sollecitare la costruzione di un teatro a Comacchio, diamo un’occhiata a quelli che sono stati, in passato, i principali palcoscenici cittadini. A cominciare dal più antico, naturalmente fra quelli che ci sono noti. Allo scopo, ci aiutano i preziosi volumi di Franco Luciani, stimatissimo autore di storia locale.

Poche notizie abbiamo, relativamente al XVIII secolo, della travagliata attività dell’Accademia dei Fluttuanti, cenacolo letterario e culturale creato a Comacchio dal vescovo Alfonso Pandolfi, le cui riunioni, letture e recite si tenevano nella ‘Sala del Pubblico di Comacchio’ o ‘Sala del Palazzo della Comunità’.

Ben più noto, anche perché più vicino a noi, nell’Ottocento, il teatro Felletti, allestito nell’abitazione dei Feletti Virgili, famiglia ricca e amante delle arti, in via Gattamarcia (ora via Cavour) presso il Ponte detto appunto del Teatro. E di teatro vero e proprio si trattava, con tanto di palcoscenico, proscenio e molti posti a sedere, con fondo di marmo e pareti decorate. Frequentatissimo dai notabili del tempo, rappresentò vari generi d’opere e vi recitarono artisti valenti. La stessa famiglia Feletti, che curava anche le locandine pubblicitarie di richiamo agli eventi, gestiva anche un’arena all’interno di Palazzo Zanoli (oggi Tura), fatta di legno, dove si esibivano saltimbanchi, compagnie di acrobati e di burattini, e dove si svolgevano feste e veglioni.

L’Arena Garibaldi iniziò la sua attività il 9 luglio del 1882. Si trovava al civico 36 di via Cavour. Era di proprietà dei fratelli Fogli, i quali, avendo dato alla struttura il nome dell’Eroe dei Due Mondi, vollero allestire sul palco una scenografia che lo ricordasse anche visivamente. Sprovvisti del materiale necessario, scrissero al Sindaco, chiedendo “un quadro di Garibaldi, alcune bandiere e sei fucili”. Quest’ultimo era il tasto più dolente. Domandarono di “prestare alli attori per solo stasera, i suoi fucili esistenti presso l’ufficio di Polizia Urbana”. Poiché il sipario era spoglio e privo di ornamenti, ne affidarono la decorazione ad un pittore di pregio, il maestro Giovanni Consorti, il quale, non avendo uno spazio adatto alla realizzazione dell’opera, scrisse a sua volta al Sindaco per ottenere la disponibilità dell’ex convento di Sant’Agostino. Ultimato il lavoro, fu necessario assumere alcuni uomini per trasportare il sipario, a mano, da piazza degli Eroi (l’attuale piazza Roma) fino a via Cavour. Il teatro Garibaldi, per il servizio d’ordine del quale furono incaricate le guardie municipali, riscosse, nel corso degli anni, un lodevole successo.

C’era poi il Teatro Sociale, in legno, dotato di due ordini di palchi e loggione e di una pista per ballare alla quale si accedeva dopo avere superato una porta da saloon. Si trovava in corso Vittorio Emanuele (civico 68) ma l’entrata era in via Mazzini (attuale civico 62). Apparteneva a Giovanni e Giacinto Samaritani e a Gaetano Pozzati. Era stato costruito nei primi anni del Novecento, in stile liberty, pare per scommessa fra i soci del circolo ‘Forbici’. A Carnevale vi si tenevano feste e veglioni e la domenica era aperto al ballo, al prezzo popolare di 10 centesimi per coppia. Nella primavera del 1915 iniziò una stagione lirica, sùbito interrotta dalla guerra. Presto se ne ritenne utile la demolizione per ricavarne del legname per i lavori di valle. Intorno al 1942 lo spazio dove sorgeva il teatro, di proprietà di Giovanni Samaritani, fu adibito a cinema all’aperto, che durò fino al 1952.

Sempre all’inizio del Novecento era stato costruito un altro teatro: quello dei Salesiani, in via Borghetto. Un piccolo gioiello, semplice e funzionale, con la platea composta da tavole di legno ed il sipario dipinto da Antonio Cavalieri Manasse detto Tuneane, che vi aveva raffigurato i Trepponti. Inaugurato l’8 dicembre 1902 con l’opera teatrale I tre martiri di Cesarea. Nel corso
degli anni la sua attività
crebbe ottenendo successi
lusinghieri. Nel 1910 vi iniziarono anche proiezioni cinematografiche.

Un altro teatro che ebbe notevole importanza fu quello del dopolavoro delle Saline, sito nel palazzo del Monopolio di via Fogli (già via Crispi), frequentato dai cittadini più in vista. Struttura assai versatile, poteva essere adibito di volta in volta a serate danzanti (perlopiù destinate ai ceti medio-alti) e ad opere teatrali con compagnie ed attori di prestigio. Il suo declino anticipò di qualche lustro quello delle Saline.

Impossibile non citare anche il Cinema Teatro Ducale del Lido degli Estensi, pregevolissima struttura costruita negli anni Sessanta e dotata di due grandi sale, una caffetteria in stile liberty e un’arena giardino, all’aperto, per le proiezioni estive. Punto di riferimento per gli appassionati del cinema dei dintorni, che ha ospitato nel corso degli anni anche spettacoli ed opere teatrali per bambini e adulti, pare abbia subito negli ultimi tempi la concorrenza della multisala sorta alla Collinara, non riuscendo evidentemente a differenziare l’offerta, con spettacoli teatrali o con rassegne di cinema di genere o d’essai, nonostante le enormi potenzialità della struttura.

Ultima nata, la Sala Polivalente di Palazzo Bellini, la quale, nonostante i maligni sussurrino che non sia costruita completamente a norma, è in grado di ospitare conferenze, spettacoli e quant’altro. Moderna e funzionale ma... un teatro è un’altra cosa. E Comacchio, con i suoi 20.000 abitanti, non ce l’ha.

TRATTO DALLA RIVISTA NEW CORRIERE DEI LIDI

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