giovedì 13 gennaio 2011

E' accaduto nel 1956. Sono trascorsi 55 anni da quel memorabile evento. Sul litorale comacchiese nasceva ufficialmente al turismo il Lido degli Estensi e a valle Pega, da poco prosciugata, proseguivano le campagne archeologiche della necropoli di Spina, rivelando la presenza di uno dei sepolcri più ricchi: la mitica tomba 18 C. Un numero e una lettera scolpiti nella mente e nel cuore di quei comacchiesi che ebbero la fortuna di lavorare con Nereo Alfieri, allora direttore di scavo. Sante Zannini, detto “Sis”, uomo di fiducia dell’indimenticato archeologo e artefice della scoperta dell’abitato di Spina, ci aveva parlato a lungo di questa celebre tomba, recuperata il 31 maggio 1956 e contenente ben 63 reperti valore. La tomba fu rinvenuta a valle Pega ed era del tipo “a cremazione”, con un mucchietto di ossa al centro ed accanto i resti del rogo. Essa accoglieva una sorta di mobile a panca. Alfieri la definì “notevolissima per la serie ceramica a figure rosse”. La serie, davvero completa, comprendeva un grande cratere a volute con figurazioni non decifrabili a causa della frammentarietà dell’oggetto, una grandissima bocca trilobata (Oinochoe) con scena di Amazzonomachia; 3 Kilikes, di cui la più grande è la maggiore finora scoperta e risulta figurata sia nel medaglione che nella spalla; un’altyra oinochoe a becco tronco; 2 lucerne discoidali con scene di animali in corsa; i 2 Ryton o bicchieri plastici; una serie abbondante di scodelle e piatti. Fra gli oggetti metallici figuravano i resti di 2 candelabri, di cui uno in ferro e l’altro in bronzo; 3 grosse fibule di bronzo. Un tesoro senza precedenti che entusiasmò lo stesso Alfieri, impegnato nella sua terza campagna di scavo. Le campagne archeologiche nella necropoli di valle Pega continuarono fino agli inizi degli anni sessanta, dopodichè presero avvio gli scavi dell’abitato di Spina, che si protrassero fino agli anni settanta. I sepolcri rinvenuti a valle Pega furono circa 3.000, a testimonianza della presenza di una ricchissima e completa collezione di ceramica attica. Chissà che un giorno, anche il corredo di questa e di altre tombe possano approdare al museo lagunare.

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