martedì 21 dicembre 2010

Presentato, ieri mattina, a Palazzo Bellini, l’intervento di restuaro della storica imbarcazione “Riccardo I”, l’ultima "Comacina" superstite, lunga 23 metri e larga quasi 6 metri.. “Si tratta di una operazione della massima delicatezza – ha spiegato Concetto Bellotti, assessore alla cultura – proprio perché il natante versa in uno stato precario. Tengo a rimarcare l’importanza del “Riccardo I”,che rappresenta un tangibile legame tra la storia passata e quella recente. Considerato bene demoetnoantropologico dall’aprile 2004 e posto sotto tutela ministeriale, è considerata a pieno titolo la 3^ imbarcazione nella nostra regione che ha ricevuto questo speciale riconoscimento, segno della testimonianza materiale legata ai trasporti su acqua ed unico esemplare della consistente flottiglia di imbarcazioni da trasporto. Il Comune ha ritenuto di contribuire alla spesa necessaria, per un importo di circa 14.000 euro, destinato all’intervento di alaggio e e di varo del natante, oltre allo svuotamwnto dell’acqua penetrata e allo smontaggio di alcune strutture. Dopo le festività natalizie il “Riccardo I” verrà trasferitoi per gli interventi di restauro nel parcheggio del Carmine. La spesa restante se le accollerà la “Comacina” e a questo proposito rivolgo un invito a tutti gli operatori comacchiesi di accogliere la richiesta del presidente del sodalizio Vittorio Zappata affinchè possano contribuire al completamento del restauro”. Vittorio Zappata ha percorso i momenti più significativi della storia di questo natante, che ha compiuto i 90 anni e che trasportava via mare oltre 1.000 quintali di materiale, per lo più cereali. “A Comacchio, fino agli anni ’50, stazionavano un centinaio di questi barconi, attraccati fuori Trepponti, mentre lungo i canali del centro storico si contavnao altri 300 o 400 barche di minori dimensioni – ha precisato Zappata. Io ho acquistato il “Riccardo I” agli inizi degli anni ’90 dalla Sorgeva e l’ho sistemato a dovere, prendendomi cura di questo "legno vivo" e facendo da angelo custode. Un bel giorno ho conosciuto Alain Rosa, funzionario della Soprintendenza dei Beni Archeologici di Bolgona, che ha subito preso a cuore la mia storia. In poco tempo, grazie all'interessamento di Rosa, il mio "Riccardo I" ha ottenuto a pieno titolo il riconoscimento di bene demoetnoantropologico”. Andrea Massarenti, titolare dell’impresa omonima, ha illustrato le diverse fasi di restuaro. “Impiegheremo 2 gru e un telaio in ferro, che posizioneremo sulla barca per creare un carico minore possibile di sollecitazione – ha sottolienato Massarenti . Mediante una decina di imbragature solleveremo il natante per posarlo su un letto di cemento e legno sollevato da terra. Una operazione delicata che durerà un paio di mesi, dopodichè il Riccardo verrà ricollocato dove trova posto attualmente, lungo il canale Lombardo, per il completamento del restauro”.

Nessun commento: