domenica 29 novembre 2009

1. COME VEDETE IL RAPPORTO BAMBINO-CIBO?

Come referente del progetto di educazione alimentare per il Circolo didattico di Comacchio, in previsione del convegno ho fatto una mini indagine fra le insegnanti che già da qualche anno aderiscono a tale iniziativa. E’ emerso che i bambini della scuola infanzia, durante la consumazione della merenda e del pranzo, essendo ancora piccoli, sono più spontanei nelle loro scelte e ancora liberi da condizionamenti esterni, sono quindi portati almeno ad assaggiare le pietanze garantite dalla CAMST, secondo il menù stabilito dalla dietista. La situazione cambia man mano che si va avanti negli anni e si passa alla scuola primaria. I bambini allora diventano di gusti sempre più selettivi, non vogliono assaggiare quello che ritengono non gli possa piacere e addirittura, durante la consumazione del secondo, se pensiamo alla verdura, non la vorrebbero nemmeno nel piatto.Mentre mangiano la verdura se viene preparata sotto forma di passato o come sformato; mangiano il pesce se viene mescolato con le polpettine.

2. Tra le varie attività del progetto quale vi ha colpito maggiormente e come avete visto il bambino coinvolto?

Sempre secondo quanto affermato dalle insegnanti che hanno aderito ai vari laboratori previsti dal progetto, è emerso che tutte le attività proposte sono state molto gradite dagli alunni, perché prevedevano un coinvolgimento diretto da parte del bambino attraverso attività pratico-manipolative.
Come insegnante, per 2 anni consecutivi con le mie classe ho aderito al laboratorio interdisciplinare educ. alimentare-educ. motoria, che come è stato precedentemente affermato aveva lo scopo di mettere in pratica in palestra, attraverso giochi mirati, i contenuti teorici che erano stati precedentemente sviluppati in classe.
Si è trattato di una strategia di lavoro molto indovinata che ha coinvolto gli alunni nella conoscenza dei gruppi alimentari e nella consapevolezza dell’importanza della piramide alimentare, tanto da averli incoraggiati ad inventare uno slogan a cui spesso in classe facciamo riferimento “Mangiare bene e muoversi.. per vivere meglio”.
Come momento finale del laboratorio, era prevista una giornata “dedicata alla salute”, alla quale venivano invitati i genitori a svolgere, assieme ai propri figli, degli esercizi strutturati legati ovviamente al tema dell’alimentazione. Alla fine dell’attività, dopo aver consumato tanta energia, ci si spostava in refettorio, e insieme genitori e figli preparavano una merenda a base di macedonia oppure di frappè.
Per noi insegnanti vedere genitori e figli collaborare insieme, è stata una delle esperienze più belle, ognuna di noi nella propria mente ha fotografato un momento particolare , portandosi a casa qualcosa.

3. Quali risultati positivi o negativi? Cosa vi è rimasto da questo progetto?
Le attività proposte attraverso il progetto sono state numerose e tutte molto gradite sia dai bambini che dai genitori: Pensiamo ai diversi laboratori del gusto che si sono svolti in parte nei refettori delle varie scuole o nella cucina della scuola alberghiera; pensiamo alle visite in fattorie didattiche della zona o in industrie agroalimentari; pensiamo alle colazioni e alle merende, in presenza dei genitori che avevano modo di fare domande al dietologo e alla psicopedagogista; pensiamo alla novità inserita l’anno scorso “mense aperte” che permetteva ai genitori di consumare un pranzo assieme ai propri figli mentre conversavano con il dietista, il dietologo ed un responsabile della camst; pensiamo al laboratorio interdisciplinare educ. motoria educ. alimentare di cui si è parlato ampiamente prima.Tutte queste attività hanno avuto lo scopo di educare i bambini e le loro famiglie ad una sana e corretta alimentazione. Alcuni risultati si sono avuti ma il percorso è ancora lungo e soprattutto non può esaurirsi nella scuola. E’ necessario quindi che vi sia una continuità fra i principi impartiti dalla scuola e l’azione della famiglia, altrimenti il discorso

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