domenica 21 aprile 2013

I RICORDI DI NINI ZIRONI - "IO ADOLESCENTE E SOFIA LOREN"

SOFIA LOREN
NINI ZIRONI
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Da ragazzino andavo a villeggiare a Porto Garibaldi con la mia famiglia. Alloggiavamo all'Hotel Miramare. Come per tutti i  ragazzi, le mie giornate trascorrevano fra bagni di mare e di sole, e il gelato dopocena. E così tutti i giorni, salvo qualche eccezione o imprevisto, che un anno arrivò appena un paio di giorni dopo il nostro arrivo. Era il 1954. Quella mattina tutti i quotidiani, perfino il telegiornale, diedero la notizia che Porto Garibaldi e dintorni erano stati scelti come set per il film La donna del fiume con la regia di Mario Soldati e per protagonista la splendida Sophia Loren (allora il suo nome si scriveva con la ph) che stava uscendo prepotentemente alla ribalta per la sua bellezza e il talento che avrebbe pienamente dimostrato, interpretando questo film. Ai villeggianti non pareva vero di potere avere la troupe cinematografica in paese, ma io che alloggiavo al Miramare, l'albergo scelto dalla produzione, ero al settimo cielo. Un paio di giorni dopo l'ambaradan era già tutto sistemato e al terzo incominciarono le riprese al Lido di Volano, che allora era un luogo selvaggio. Fra gli attori, oltre alla Loren, c'era un bel ragazzo al suo  debutto, Rik Battaglia; una deliziosa biondina francese, Lise Bourdin; un mio coetaneo, Enrico Olivieri; e Gérard Oury. Quest'ultimo lo vedevo tutte le mattine in spiaggia, dove andava a correre. In realtà fu lui a vedere me. Una, due volte, poi notai che mi guardava in modo un po' particolare e mi seguiva, una volta anche fino all'albergo. La troupe girava di giorno; al rientro, all'imbrunire, dopo la cena al ristorante dell'albergo, fra gli addetti ai lavori incominciava una festa sfrenata, scatenata dalla bella Sofia che per un paio d'ore ballava, accompagnata dalla base che usciva da un giradischi, il mambo che avrebbe cantato e ballato nelle scene in programma la settimana dopo: era Mambo bacan del maestro Trovaioli, che all'uscita del film, cantato dalla Loren, sarebbe diventato un grande successo discografico. Questi sfrenati balli-provini durarono più di una settimana. Non potete capire come mi sentissi io nel vedere la sensualità e la bravura di lei quando alzava la sottana per rendere più sexy il suo mambo! Metà dei villeggianti si dava appuntamento davanti alla vetrata dell'albergo per prendere i primi posti e vedere la nostra futura diva ballare. Chi può dimenticare le sue lunghissime gambe e quelle caviglie perfette! Appresi dai camerieri che la settimana successiva avrebbero girato per ben 15 giorni in una balera costruita fuori mano la scena in cui Sofia ballava il mambo (la scena clou del film); cercavano comparse e quattro o cinque ragazzini che dovevano far finta di giocare ai bigliardini mentre lei ballava. Quasi mi scoppiò il cuore: la sera stessa, dopo l'esibizione-prova dell'attrice, colsi l'occasione per fermarla e chiederle un autografo (che possiedo tutt'ora) dicendole che avevo saputo della ricerca dei ragazzi per i bigliardini. Lo chiesi quasi con le lacrime agli occhi. Forse si sarà commossa; mi disse che se fossi stato scelto sarebbe servito il consenso scritto di una familiare. Mi presentò all'aiuto regista, che era il grande Florestano Vancini. Gli fui simpatico, disse che non avrebbe avuto nulla in contrario nel prendermi, ma di presentarmi la sera dopo con uno di famiglia che desse il suo consenso firmato per la mia partecipazione come comparsa per 15 giorni consecutivi. Così fu. Si veniva pagati 1000 lire al giorno più cestino per il pranzo. Ci prelevavano con un pullman davanti al Miramare alle 6.30 del mattino, rientro alle 18.30. L'emozione che provai il primo giorno non riesco ad esprimerla con le parole né con la fantasia. Era il paradiso vedere in questa balera improvvisata lo splendore di Sofia che danzava (e lo ha fatto per due settimane!) il suo Mambo bacan. Un bel giorno feci un colpo di testa: stanco di stare ai giochi scelsi una signora seduta ai tavolini (tutto era preparato nei minimi particolari) e le chiesi se voleva ballare il mambo con me, come se fossimo in una vera balera. Acconsentì. Quando passammo davanti alla macchina da presa, il regista non credette ai propri occhi: "Alt, alt!" urlò, "Ma chi ha formato questa coppia? Non vedete che lui è un ragazzino e lei potrebbe essere la nonna? Lei ritorni ai tavoli!" E, rivolgendosi a me: "Ritorna sùbito ai bigliardi!" Avevo fatto perdere tempo al grande Mario Soldati e spendere soldi alla produzione. Ma io volevo avere un poco più di visibilità! Dopo quell'episodio diventai la mascotte di Soldati e Vancini e ogni giorno verso la mezza, alla pausa per il pranzo, mi volevano con loro, mi cercavano addirittura. Fino alle due e mezza era un vero spasso, li tenevo allegri cantando e combinandone di ogni colore. Era bellissimo. Quando Dio volle (io non lo avrei voluto mai), arrivò l'ultimo giorno di lavorazione. Fu un vero dolore per noi comparse, così come per registi, tecnici, attori: eravamo diventati tutti amici. Io da ragazzino-adulto avevo le lacrime agli occhi. Era finita un'esperienza che a distanza di circa cinquant'anni porto dentro di me e ricordo come fosse ieri. Grazie a Mario Soldati, a Florestano Vancini e soprattutto alla splendida Sofia Loren che nell'età della pubertà mi ha fatto sognare di tutto, e reso anche più maturo! (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi).

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