martedì 17 maggio 2011

STORIA E CURIOSITÀ LOCALI IN...PILLOLE - LOGGIATO DEI CAPPUCCINI


Il celebre santuario dell'Aula Regia, unito al monumentale porticato, oltre a costituire uno dei punti particolarmente cari alla sensibilità dei comacchiesi, è anche una delle "illustrate" più suggestive. Una considerazione particolare va assegnata al porticato dei Cappuccini. Recentemente restaurato con saggezza e perizia sta vivendo un'altra giovinezza, il rosso caldo ed intenso del pavimento sembra contrastare con il bianco delle colonne e il giallo delle arcate. Uno
sguardo più profondo pare volere accorciare il divario: piano piano ci si accorge che l'incrocio di questi colori si presenta con prepotente e profonda armonia. Una cromia forte ed al tempo stesso appassionante ed armonica. Edificato nel 1647 per volere del cardinale Giovanni Stefano Donghi, a ridosso del santuario, sul lato destro si snoda per mezzo chilometro ed è composto da 144 archi, sostenuto da 145 colonne di marmo d'Istria. Il porporato volle la sua costruzione per riconoscenza alla Vergine Maria SS. in Aula Regia che, per la sua intercessione, salvò la città di Comacchio in occasione della rottura degli argini del Po di Primaro (1646). L'opera volle anche premiare la devozione del popolo di Comacchio alla SS. Madre di Dio: i comacchiesi videro così collegato, tramite il porticato, il Santuario alle ultime case della città. Il loggiato fu gravemente lesionato intorno al 1670 in séguito a fenomeni tellurici.
Crollati in gran parte, gli archi furono ricostruiti negli anni a venire. Il porticato subì poi dei rifacimenti negli anni 1789 e 1818: l'ultimo restauro risale all'anno 2002. Il Loggiato dei Cappuccini, costituisce anche l'itinerario dei tradizionali "quattro passi“, prima di arrivare a rendere omaggio alla Sacra Immagine. Giunti a metà circa del tragitto, si trova una loggetta dov’è conservato, in ovale, un dipinto raffigurante l'immagine di Maria SS. in Aula Regia. L'opera appartiene al pittore Giuseppe Mezzogori detto Pigresi, nato ad Ariano Polesine il 10 aprile 1865 e morto a Comacchio il 3 gennaio 1908. Ancora oggi la devozione alla Madre Celeste è ben radicata nella nostra gente. I comacchiesi che passano sotto quella loggetta non mancano di rendere omaggio alla Sacra Immagine facendosi il segno della croce o togliendosi il cappello in atto di rispettoso ossequio.
scritto da FRANCO LUCIANI.