giovedì 29 maggio 2014

STORIA E CURIOSITÀ LOCALI IN PILLOLE

Pochi sanno che la strada panoramica dei Sette lidi, o strada Acciaioli, si snoda sopra l’argine costruito per far fronte ai frequenti episodi alluvionali del territorio. Se la costruzione dell’argine e della strada sono relativamente recenti, il progetto è antico. Non è un caso se l’intitolazione della strada è a Niccolò Acciaiuoli (o Acciaioli), cardinale, inquisitore, legato pontificio di Ferrara e Comacchio in più riprese, e per diversi anni, fra Sei e Settecento. Fra le altre cose, fu lui a fare ricostruire il Loggiato dei Cappuccini, nel 1686, dopo il crollo avvenuto 16 anni prima per una scossa di terremoto. Di nobile famiglia fiorentina, zio di un altro cardinale, Filippo, divenne dottore in legge a Roma e Uditore presso la Camera Apostolica. Nel 1669 fu nominato cardinale da Papa Clemente IX e in poco tempo divenne vescovo di Frascati, poi di Ostia e di Velletri (dove assunse anche la carica di governatore). Nel 1717 divenne Segretario della Congregazione della Sacra Romana e Universale Inquisizione, carica che mantenne fino alla morte, che avvenne a Roma nel 1719. La sua salma è inumata nella chiesa di San Lorenzo, presso la Certosa di Firenze, fatta erigere da un membro della sua famiglia e suo omonimo, Niccolò Acciaiuoli, nel XIV secolo. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

Guide turistiche e calendari eventi nei Lidi di Comacchio 2014

Sono disponibili le guide turistiche 2014 e il calendario eventi

Scarica guida Vacanze-a-Quattro-Zampe 2014

Scarica Opuscolo-Eventi-aggiornato 2014

Scarica guida turistica Comacchio-it-en 2014

Per info gli Uffici Informazioni Turistiche di Comacchio e Lidi,
IAT di Comacchio, Agatopisto, 3 – Comacchio - Tel. 0533 314154 – Fax 0533 319278;


lunedì 26 maggio 2014

Per ridere un po'

I referendum abrogativi son quelli dove per dire sì devi votare no. E per dire no devi votare sì. Come uno che va a sposarsi e il prete gli dice: “La vuoi mandare a cagare?” “No” “Allora vi dichiaro marito e moglie”.
(Beppe Grillo)

Quanti gay ci vogliono per cambiare una lampadina?
Sette: uno per cambiarla e sei per strillare: “Favoloso!”

-Mi raccomando, curi di più la sua toilette!
-Guardi che io faccio il bagno tutti i giorni!
-Bene, allora cambi l’acqua!

Mia moglie mi ha sposato per fare un dispetto a un uomo.
Dopo un anno ha scoperto che quell’uomo ero io
(M. Zucca)

Le previsioni del tempo non ci azzeccano mai.
A parte quella volta che ho sentito dire: “Pianura in Val Padana”
(E. Braschi)

Ci sono due tipi di cerotti: quelli che non attaccano e quelli che non vengono più via
(da: Le leggi di Murphy)

Alla periferia di Napoli hanno riportato alla luce una statua greca raffigurante un mostro metà uomo e metà Peppino di Capri
(G. Gnocchi)
 
(Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

"CUCINA CURIOSA" I CANDITI

La leggenda vuole che le tre sorelle Aegle, Hesperetusa e Aretusa, in fuga dal giardino delle Esperidi, portarono con sé gli agrumi, di cui erano madrine, scegliendo di stabilirsi in Liguria. Qui trovarono un clima particolarmente adatto alla crescita di questi frutti, che divennero famosi in tutta Italia, tanto che nell’Ottocento il noto citrologo Gallesio sosteneva che gli aranceti liguri fossero i più belli d’Europa. Vista la presenza di molti agrumeti, è molto probabile che il processo di canditura sia nato in Liguria intorno al 1200 come naturale evoluzione dell’usanza araba di conservare la frutta immersa nella melassa. Da Genova, quindi, parte e si diffonde in Francia e Spagna. Pare che già nel Cinquecento la canditura della frutta in Liguria costituisse un’arte. Si racconta che quando la quattordicenne Caterina de’ Medici andò in sposa al re di Francia portò con sé una corte di servitori fra i più raffinati d’Italia, fra cui spiccava il capocuoco Pietro da Recco, che volle sempre avere una fornitura di arance per poterle candire ‘alla moda dei Genovesi’. Notizie più certe sulla canditura degli agrumi in Liguria si hanno intorno al XIX secolo, quando si diffuse e prosperò il commercio dei chinotti canditi nel savonese. La coltura dei chinotti occupava ampie zone e nacquero molti stabilimenti di canditura per soddisfare il mercato estero. I frutti venivano raccolti appositamente per essere canditi, quindi ancora acerbi e piccoli. Gli stabilimenti furono costretti a chiudere, uno dopo l’altro, prima a causa della Grande Guerra, poi per le pesanti imposte su zucchero e alcol e quindi per la concorrenza straniera. Oggi la produzione esiste ancora, sebbene di nicchia.  (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

giovedì 22 maggio 2014

LO SAPEVI CHE... Curiosità proposte da Fabio Bisso

Secondo le più accreditate ricostruzioni geologiche, la pianura Padana, fino a circa un milione di anni addietro, non esisteva: al suo posto c’era un grande golfo che giungeva quasi alle Alpi piemontesi e all'Appennino Ligure. In séguito il fondo marino di tale golfo divenne più volte terra emersa, sia a causa dell'incremento dei ghiacci sulle aree emerse e del conseguente abbassamento del livello del mare, sia per l'ingente accumulo dei sedimenti erosi dai monti circostanti. Addirittura, al termine dell'ultima glaciazione, la linea di costa congiungeva direttamente l'attuale regione delle Marche con la zona centrale della Dalmazia. Successivamente, con l'attuale ritiro dei ghiacciai, il mare tornò ad incrementare il suo livello. A quest'ultimo periodo risale la sedimentazione dei terreni limitrofi della bassa pianura che presentano un grande interesse par la notevole produttività agricola. A testimonianza della giovinezza del territorio, i terreni sono torbosi e diventano più sabbiosi man mano che ci si avvicina al mare. (Tratto dalla Rivista New Corriere dei Lidi)

martedì 13 maggio 2014

STORIA E CURIOSITÀ LOCALI IN PILLOLE

Filippo Zappata (1817-1878) fu un musicista di gran talento e uomo di singolare modestia. Il Consiglio Comunale comacchiese lo nominò maestro di Cappella. Compì i suoi studi musicali sotto la guida sapiente di Gioacchino Rossini. Il 13 agosto 1844 il municipio di Urbino lo elesse maestro della Cappella metropolitana. Compose molti lavori tra i quali “Paola Monti”, che rappresentò al teatro Corso di Bologna ed una messa funebre a tre voci che fu eseguita nella cattedrale di Comacchio in occasione del trigesimo della morte di re Umberto. Ma la composizione che rivelò l’ingegno originale del maestro Zappata fu la messa dal titolo “Libera me Domine”. Una lapide collocata davanti alla sua casa in via Ugo Bassi, col ritratto in bassorilievo, porta la seguente iscrizione: “Filippo Zappata-comacchiese-il genio suo grande-e alla musa rossiniana ispirato-nel teatro e nel tempio- effuse-melodie sublimi.-Di merito più che di nome-insigne-onorò l’Arte e la Patria. Na. 1817-morto in questa casa- A. 1878 (Dal libro: Dentro ad un baule... sul granaio di Franco Luciani - Tratto dalla Rivista New Corriere dei Lidi)

domenica 11 maggio 2014

ANEDDOTI STORIELLE DI STORIA

Un giorno, alla corte di Federico II, Voltaire stava conversando con dei prussiani sulle lingue. A un tedesco che vantava la bellezza della sua lingua, rispose che a suo avviso era troppo dura e aggiunse: “Credo che quando Dio cacciò i nostri progenitori dal Paradiso terrestre lo fece in tedesco”. “Può darsi”, intervenne allora il re di Prussia, “ma il serpente che sedusse Eva parlava indubbiamente francese”. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

STORIA E CURIOSITÀ LOCALI IN PILLOLE

Via Agatopisto Cromaziano, già Via San Pietro
Così come in tutte le località italiane, ad alcune strade di Comacchio, nel corso del tempo, è stata cambiata denominazione. I motivi sono vari: una volta, saggiamente, i nomi delle strade conservavano nomi di luoghi, tradizioni ed eventi locali; nei casi più recenti, si ricordano quasi esclusivamente personaggi, seguendo purtroppo logiche politiche, quindi esaltando la memoria di alcuni e dimenticando altri. Comunque, fra le denominazioni mutate in tempi non recenti, quasi tutte nel 1961, vogliamo ricordare Via delle Acquadelle, nota una volta come Vicolo del Giorgio; Via Agatopisto Cromaziano, già Via San Pietro; Vicolo delle Aragoste, già vicolo Gomitoli; Via Monsignor Manfrini, già Vicolo Croma; Via Ludovico Muratori, già Via del Borgo; Via Rinascita, già Via Prati Mioni. Le vie Bellini e Buonafede hanno preso il posto della Via Nuova, nata con la tombatura dei canali. Così come Via delle Botteghe (ex Canale Corpetto), Via dei Cefali (tratto del Canale Francescona), Via dei Fiocinini (ex Fossa Sisti), mentre Via dei Mercanti conserva il nome del Canale dei Mercanti, appunto. La zona di Corso Garibaldi era nota un tempo come Il Paesino, mentre si alludeva alla zona di Via Marina con un generico ‘fuori Trepponti’ che per un po’ fu anche ufficializzato a nome della via. Piazza Roma s’intitolava prima Pizza degli Eroi, ricordando i caduti nella Prima Guerra Mondiale; prima ancora era nota come Piazza d’Armi. La mano della politica non ha reso un servizio alla storia locale mutando il nome di Via Gattamarcia in Via Cavour e, soprattutto, quello di Via Marchesana, che sottolineava la bellezza degli edifici e ricordava la residenza del governatore, in Via Fogli. Più recente il cambio di denominazione di Via Valle Isola in Poderale del Rosario. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

lunedì 5 maggio 2014

ANEDDOTI: STORIELLE DI STORIA

Voltaire, il celebre filosofo illuminista, con l’età della saggezza si riscoprì religioso. In gioventù, parlando col suo amico Diderot, aveva esclamato: “Dio? Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo!”, e l’amico aveva replicato: “È appunto quello che hanno fatto!” Più in là con gli anni un amico lo vide togliersi il cappello al passaggio d’un sacerdote e gli domandò: “Vi siete dunque riconciliato con Dio?” E lui rispose: “Ci salutiamo, ma ancora non ci parliamo”. Più tardi il dialogo fu interamente stabilito, con buona pace di chi ancora oggi lo cita come apostolo degli atei e dei ‘mangiapreti’. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)