lunedì 24 dicembre 2012

Buone Feste



Lo staff dell'agenzia Immobiliare Tomasi Case augura a tutti un sereno Natale e un felice anno nuovo
Visita il nostro sito per le ultime offerte immobiliari nei Lidi Ferraresi www.tomasicase.com o telefona al nostro numero verde 800 408715.

lunedì 15 ottobre 2012

Storia e curiosità locali in... pillole

Il 30 Settembre del 1986 segna la fine dell’... indipendenza della diocesi di Comacchio, che in quel giorno venne fusa ufficialmente con l’arcidiocesi di Ferrara nella nuova arcidiocesi di Ferrara e Comacchio. Da quel giorno la Cattedrale di San Cassiano è diventata ufficialmente co-cattedrale, alla pari di quella di San Giorgio a Ferrara.
L’organo della Cattedrale di Comacchio è uno dei più antichi della provincia: venne costruito nel 1725 da Gian Domenico Traeri, il famoso organaro e cembalista del duca di Modena e fu restaurato dalla ditta Ruffatti di Padova nel 1980. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

martedì 2 ottobre 2012

Sagra dell'anguilla a Comacchio 2012

Visita la splendida Sagra dell'anguilla a Comacchio dal  6/7 e 13/14 ottobre 2012 e approfitta dell'occasione per venirci a trovare.
Contatta il nostro numero verde 800 408715  o visita il nostro sito internet www.tomasicase.com  per un appuntamento senza impegno.

 

giovedì 27 settembre 2012

COMACCHIO XIV SAGRA DELL'ANGUILLA




Sabato 6, Domenica 7, Sabato 13, Domenica 14 Ottobre Comacchio
Wine Food Festival Emilia-Romagna
XIV SAGRA DELL'ANGUILLA. Degustazioni di prelibati piatti a base di anguilla e di pesce di mare e di valle; stand espositivi di prodotti tipici e artigianali, animazione musicale e di strada, angolo giochi per bambini, mercatino del collezionismo e delle curiosità, mostre d’arte e fotografiche e la possibilità di effettuare piccole escursioni nel centro storico a bordo delle caratteristiche imbarcazioni lagunari. Circuito di ristoranti con menù a tema. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi).


Storia e curiosità locali in... pillole

Pochi sanno che la pista dell’aviosuperficie di Valle Gaffaro è abilitata al traffico aereo civile di media consistenza, tant’è che sono ben pochi i turisti che sfruttano la possibilità di venire ai Lidi con le ali. Aperta anche il fine settimana per voli turistici, offre la possibilità di compiere un giro sul Delta e sui Lidi della durata di circa 20 minuti a costi contenuti, sia su ultraleggeri (dove sta un solo passeggero) che su piper (quattro passeggeri più il pilota). (tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

mercoledì 19 settembre 2012

ANEDDOTI "STORIELLE DI STORIA"

Cagliostro, il celebre alchimista (o presunto tale) del Settecento, raccontava di essere nato secoli e secoli prima, e di essere stato amico di Ponzio Pilato, del quale descriveva con mille particolari la casa e le abitudini. Un cardinale un giorno avvicinò il servitore di Cagliostro e gli chiese: “Non credo a ciò che racconta il vostro padrone. Dice di avere conosciuto Ponzio Pilato, quindi dovrebbe avere quasi duemila anni! C’eravate anche voi?” “No, signore”, rispose il servo, “io sono al suo servizio solo da quattrocento anni!”
(Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

I CONSIGLI DELLA NONNA OLGA...

Un segreto per insaporire i vostri piatti? L'olio al basilico. Riempite d'olio (dolce: io consiglio sempre quello ligure, che per me è decisamente il migliore) un barattolo e metteteci dentro cinque o sei rametti di basilico lavati, avendo cura che siano ben asciutti e, a volontà, uno spicchietto d'aglio tagliato in due o tre pezzi. Lasciate riposare il tutto per un mese. E buon appetito.

Per conservare il formaggio più a lungo, mettete nel suo contenitore, in frigorifero, una zolletta di zucchero: assorbirà l'umidità, evitando che si deteriorino.

Biancheria macchiata di muffa per la lunga permanenza negli armadi? Niente paura: immergete i capi in un pentolone di acqua fredda e perborato e poi fatela  bollite per una decina di minuti. E il gioco è fatto.

Perdete l'abitudine di gettare i coltelli da cucina nell'acqua bollente: alla lunga perderanno l'affilatura.

Le cipolle vi fanno piangere? Prima di tagliarle, lasciatele mezz'ora nel frizer, chiuse in un sacchetto per evitare che vi lascino un cattivo odore.

Contro la stitichezza si può utilizzare anche il succo di zucca, ottenuto con la pressione della polpa e addolcito con lo zucchero. Un bicchiere a digiuno, un giorno sì e uno no, per qualche giorno a seconda delle necessità.

Punti neri e brufolini, che fare? Le creme costano e spesso sono efficaci solo nelle pubblicità. Procuratevi... costanza e... crusca bollita. Fatene un infuso e lavatevici il viso mattina e sera per qualche settimana. Riavrete una pelle splendida e luminosa.

(Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

lunedì 10 settembre 2012

Scopri-Ferrara 16-02-12

Dopo la pausa estiva riprendiamo a visitare la città. Ricordiamo il prossimo appuntamento con lo Scopri-Ferrara: domenica 16 settembre alle ore 11:
  • visita guidata al Centro storico di Ferrara
  • per visitatori individuali
  • in lingua italiana
  • domenica 16 settembre ore 11
  • durata 2 ore
  • costo 8,00 euro (6,00 euro ridotto 11-16 anni, gratuito fino a 11 anni) - pagamento in loco
  • appuntamento al cannone di piazzetta Castello
  • è gradita la prenotazione
  • percorso interamente accessibile ai disabili
  • ammessi i cani al guinzaglio 
  • visita effettuata indipendentemente dalle condizioni atmosferiche
  • NON è previsto un numero minimo di partecipanti

Nel nostro sito di riferimento troverete tutte le date fino a maggio 2013: http://www.scopriferrara.it. Potete inserire il nostro sito come link nel Vostro sito.
Evidenziamo inoltre:

Per informazioni Contattare
Associazione Guide Turistiche di Ferrara e Provincia
http://www.guideturistiche.fe.it - 0532 210844 - 333 6735373

giovedì 23 agosto 2012

Storia e curiosità locali in... pillole

Nei primi anni Venti, completata la bonifica di Valle Trebba, cominciarono gli scavi della Necropoli di Spina, terminati nel 1935 per volontà di Italo Balbo, che inaugurò il Museo Archeologico di Ferrara. Posto che l’abitato non potesse essere molto distante dalla Necropoli, proprio il direttore del museo, Alfieri, ebbe l’intuizione di utilizzare per la ricerca la fotografia aerea. Risalgono all’ottobre del 1956 i primi ritrovamenti, nella zona nordorientale della Valle del Mezzano, presso il Casone Paviero. Da allora le ricerca proseguì, fino agli anni Settanta, anche ad opera dei comacchiesi stessi cui, non di rado, durante lavori di scavo, càpita ancora di imbattersi in antichi oggetti appartenuti ai loro avi. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi) (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

Lo sapevi che...

LA FINE DELLA MALARIA GRAZIE AD UNA ZANZARA

Una zanzara ''a prova di malaria'' è stata creata da scienziati americani. Ricercatori dell'Università dell'Arizona hanno realizzato un interruttore genetico che attiva una reazione anti-malaria permanente. Se queste zanzare venissero introdotte in natura sarebbe possibile prevenire il contagio di milioni di persone dal plasmodium, il parassita che provoca la malaria. ''Siamo rimasti sorpresi di quanto funziona bene'', ha detto uno degli scienziati. Circa 250 milioni di persone all'anno si ammalano di malaria dopo esser state punte da zanzare femmine che succhiano sangue per nutrire la prole e nel contempo ingeriscono una media di 40 parassiti, che si sviluppano nell'addome dell'insetto, migrando, alcuni, nelle ghiandole salivari, passando poi a infettare nuove vittime. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

domenica 19 agosto 2012

Sagra dell'anguilla a Comacchio 2012

Data  6/7 e 13/14 ottobre 2012
Orari 11.30 alle 15.00 e dalle ore 18.00 alle 21.00.
Degustazione piatti a base di anguilla e di pesce di mare e di valle, preparati dai marinai di Comacchio presso l’attivissimo stand gastronomico ubicato nel cortile di Palazzo Bellini, adiacente al ponte Trepponti. I ristoranti del territorio creeranno un circuito gastronomico che rivisiterà in chiave moderna i piatti a base di anguilla ed altre specialità locali. Nel centro storico cittadino, lungo i canali e fino al Loggiato dei Cappuccini sarà allestito un percorso espositivo con prodotti agricoli, prodotti tipici locali, artigianato, manufatti artistici, gastronomia, dolciumi. Nelle piazze troveranno poi spazio un angolo giochi per bambini e il mercatino del collezionismo e delle curiosità.
Per informazioni
http://www.sagradellanguilla.it

sabato 18 agosto 2012

La Pieve di San Vito di Ostellato

L’antica Pieve di San Vito, che fino a qualche anno fa esibiva un’anonima facciata seicentesca, è stata riportata al suo autentico e primitivo splendore di pieve romanica, dopo un restauro che l'ha spogliata della veste moderna riportando indietro nel tempo chi la incontra sul proprio cammino. La chiesa è stata costruita nel 1027, come riporta un’antica lapide del XVII secolo visibile nel muro interno della chiesa, la quale descrive anche che la chiesa venne successivamente "invertita” come orientamento (l'altare non più a est ma ad ovest), ciò che giustifica perché dalla strada si veda il retro della chiesa, oggi riportata al suo originale orientamento. Realizzata con materiale di riutilizzo di costruzioni romane probabilmente sopra a un tempio pagano, passando per un edificio bizantino a un'unica navata. Il campanile romanico è stato aggiunto nel XIII secolo. Nel 1686 venne trasformata in un’anonima chiesetta seicentesca, come si usava in quel periodo, in tutta Italia. Non senza difficoltà, nel 1925 Giacomo Mazzotti, un povero e modesto sacerdote riuscì ad ottenere aiuti, fisici ed economici, dando il via al restauro che venne faticosamente terminato nel 1928. Il territorio fra San Vito e Voghenza ha dato alla luce molti reperti romani, fra i quali sarcofagi di personaggi illustri che desideravano essere sepolti qui a testimonianza che anche in epoca pagana questo doveva essere un luogo sacro. Nel 1884 fu rinvenuto un cippo greco della tomba di Camurio Prisco che fu posizionato, durante il restauro, come altare, seguendo l’antica tradizione di usare elementi pagani per costruire elementi cristiani, un po' per mostrare la vittoria del cristianesimo sul paganesimo e un po' per far abituare i contadini alla nuova religione. Ma ciò si faceva agli albori del Cristianesimo ed è un fatto curioso, per fine ‘800. Fatto, peraltro, ripetuto: nel 1893 fu rinvenuto il sarcofago romano in marmo di una bimba, figlia di tal Domizio Modesto, e il sarcofago fu utilizzato come altare, stavolta della cripta. La pieve è dedicata a San Vito, Modesto e Crescenzio, martiri uccisi da Diocleziano. Non si sa se attorno esisteva un paese abitato o fosse essa stessa una comunità cristiana isolata, dato che all’epoca la zona era paludosa e dai reperti si è visto che la chiesa stessa si trovò più volte semisommersa dal fango. Il fatto che si trovi a pochi chilometri dall’Abbazia di Pomposa può far pensare che potesse fungere da luogo di preparazione per i pellegrini prima di raggiungere, il giorno seguente, l’Abbazia. Il luogo dove sorge è isolato, nonostante si trovi sulla via principale che collega Ferrara all'Abbazia di Pomposa, e ciò trasmette alla chiesa un’atmosfera suggestiva. Fin dal 1288 nella zona di Gattola, compresa all'interno del paese di San Vito, c’era un laghetto di acque termali che pare possedesse il potere di guarire i ciechi e sanare i lebbrosi, meta di pellegrini malati. Purtroppo nel 1444 il laghetto scomparve, ma si pensa che il suo potere magico sia stato trasmesso proprio alla Pieve. Sarà un caso, ma San Vito è il protettore dei ciechi e dei lebbrosi. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)


giovedì 9 agosto 2012

BEACH TENNIS SUPERVIP LIDI DI COMACCHIO

Sesta edizione per Beach Tennis Supervip, che ha toccato ben quattro Lidi: Spina, Estensi, Pomposa e Nazioni. La ricetta che ha decretato il successo del torneo in questi anni è semplice: una scelta di personaggi del mondo dello spettacolo di età differenti, cari a tutte le generazioni e riconoscibili dal grande pubblico. E una grande interazione con la gente, con i turisti chiamati anche a giocare con i vip. La Regione ha inserito il torneo nella “Top Ten” dei giochi di spiaggia di tutta la costa e questo ha significato una grandissima visibilità in termini pubblicitari per i Lidi Comacchiesi. La manifestazione ha avuto l’appoggio economico del Comune di Comacchio ed è stata seguita dalle telecamere di Supertennis, Rai e Mediaset. Ma ovviamente i grandi protagonisti sono stati i ‘vip’, alle prese con palline e racchettoni. Quest’anno hanno partecipato: Andrea Roncato, Raffaello Balzo (da Centovetrine), Franco Trentalance (attore di pornografia, opinionista e quant’altro), Paolo Ruffini (comico, da Colorado), Carmen Russo ed Enzo Paolo Turchi, Justine Mattera (dai programmi di Paolo Limiti), Roberta Giarrusso (attrice di Carabinieri e  Commissario Manara), Francesca Cipriani (ex “La pupa e il secchione”) e la regina del cosiddetto “burlesque”, l’attrice Emma Nitti in arte Grace Hall, alla quale abbiamo dedicato la nostra copertina. Ha partecipato alla manifestazione anche il gruppo delle Voci Sole (ex “Stracult” di Rai Due) con un concerto di chiusura del torneo. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi) - (Foto di Saverio Rizzetto)

venerdì 27 luglio 2012

STORIA E CURIOSITÀ LOCALI IN... PILLOLE QUANDO SI BALLAVA “ALLA FONTANA”


Fino a poco più della metà del Novecento, il ballo era veramente un’occasione d’incontro per i giovani. Ci si scambiavano gli inviti fra famiglie. Ma si ballava anche nelle osterie e nei circoli. A Comacchio c’erano i circoli sociali, con relative salette. Fra questi, il circolo dei Marinai, del Bastone, delle Forbici e della Salina. A Porto Garibaldi, quello della Società Operaia e il Mazzini. Tangente la strada Romea c’era l’Osteria di Frascòn (al secolo, Francesco Menegatti), a San Giuseppe l’Osteria della Marietta e la Sala della Cucajona (al secolo Antonietta Rizzati), che intorno al 1940 divenne proprietà della famiglia Martini. Gli incontri fra i giovani, in particolare quelli delle famiglie contadine, avvenivano soprattutto nel periodo della raccolta delle uve, a fine agosto, nel periodo in cui ci si scambiavano gli  aiuti per la sfogliatura delle pannocchie di granturco. Al termine di ogni serata di sfogliatura, l’aia trasformava in sala da ballo al chiar di Luna, al suono d’un organetto e di un mandolino. Questi incontri offrivano l’occasione di corteggiare le graziose e genuine ragazze di campagna. A San Giuseppe, la sala da ballo ebbe esercizio fino al 1954-55. In questo ritrovo, frequentato anche da giovani coppie di sposi, in maggioranza residenti nei fondi agricoli distanziati anche 4-5 chilometri l’uno dall’altro, ci si scambiavano anche le notizie locali. Le orchestrine erano formate da suonatori che non conoscevano la musica  ma suonavano a orecchio. Bravissimi, comunque. I più noti, in armonia fra loro, erano Davide Moretti (organetto), Euclide Moretti (violino), Gabriele Arveda (detto Bucèn) (clarino), Raimondo Luzzi (detto Rimònd) (contrabbasso), e diversi suonatori di chitarra e mandolino, fra cui Antonio Fabbri e Piero Luciani. Non avendo spartiti, sia all’inizio che al termine di ogni ballo, un suonatore batteva un piede sull’assito del palco. Capitò alcune volte che qualche ragazzo in vena di scherzi battesse un mattone sull’assito, con l’effetto che i suonatori si fermassero, interrogandosi sul perché mai il capo orchestra li avesse interrotti a metà. A quei tempi la diffusione dei giornali era difficile e onerosa, come pure l’ascolto della radio, sì che le notizie giravano col passaparola. Ad ogni intervallo saliva sul palco il ben noto Tebo Luzzi per annunciare in dialetto le novità della settimana: ‘Domani alle tre c’è il funerale del povero Antonio’, ‘Sabato e domenica prendono in nota chi deve andare a scuola’, ‘Mercoledì e giovedì il mulino macina’, e così via. Anche la sala da ballo di San Giuseppe era dotata di botteghino e una specie di bar; per il riscaldamento c’erano stufe in terracotta alimentate con legna da ardere, mentre l’illuminazione avveniva con lampade alimentate a gas di acetilene. D’Estate la sala era ben arieggiata grazie ad ampie porte e finestre. Alla fine della guerra, Porto Garibaldi rimise in mare il naviglio peschereccio. Fortuna volle la repentina cattura di grandi quantità di saraghina. I magnavaccanti abitavano in gran parte in alloggi di rifugio, intorno a San Giuseppe, dov’erano sfollati. C’era un grande desiderio di salutare e ringraziare la manna saraghina, così organizzarono una veglia danzante, dal sabato sera fino alla mattina, nella seconda settimana del dicembre del ’45. Per questa festa, al vigliòn d’la saraghina, si compose un valzer, con musica di Canzio Ferroni e parole di Guido Vincenzi: l’orchestra era quella del celebre violinista Nini Visconti, di Porto Garibaldi. Orchestrine di buontemponi, residenti in vari luoghi del basso Po ferrarese, in occasione delle festività dell’epifania, si recavano nelle osterie e nei casolari di campagna, suonando canzoni di auspicio all’abbondanza, alla salute e al buon raccolto. Dalle famiglie ricevevano piccoli doni, quali vino, focaccia coi fichi secchi o ciccioli di suino, qualche salsiccia, uova, un po’ di pancetta, che poi consumavano in piccolo convivio nelle osterie di paese. Il tempo passa, molte cose si dimenticano. Eppure a volte basta niente per ripescarle dalla memoria e riviverle, e farle vivere così anche a chi non c’era, aprendogli una piccola finestra su quei tempi, più poveri e più ingenui, ma anche più felici.
Acquirino Felisatti 
(Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

ORMAI ENTRATI NELLA STORIA GLI ANNI “60” HANNO VISTO L’INIZIO DEL BOOM ECONOMICO SUL LITORALE COMACCHIESE. QUESTA UN IMMAGINE DELL’HOTEL DELLE NAZIONI AL LIDO DELLE NAZIONI NEL 1964


lunedì 23 luglio 2012

PILLOLE di Storia e Curiosità locali

Era appena nata, Venezia, che già guardava con un certo malocchio la nostra città, rea di offuscare e fare concorrenza alla sua nascente gloria. A motivo delle Saline comacchiesi o con altri pretesti, Comacchio venne distrutta dai veneziani per ben quattro volte, l’ultima delle quali, all’inizio del Cinquecento, in modo pressoché totale, tanto da segnarne definitivamente le sorti. I principali monumenti che oggi turisti e viaggiatori possono ammirare sono seicenteschi, frutto della ripresa, voluta dal governo pontificio, nell’architettura e nello spirito, dopo quel terribile evento. Chi visitasse la chiesa di Malamocco, in quel di Venezia, vi troverebbe le antiche spoglie razziate a Comacchio dopo il sacco dell’anno 854. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

lunedì 16 luglio 2012

PILLOLE di Storia e Curiosità locali

Quasi un destino, per un comacchiese, diventare fiocinino o guardia valliva. Fin dall’età di 16 anni  si poteva essere assoldati fra le guardie in qualità di “ragazzo di valle”, per l’apprendistato. Per guadagnarsi la pensione, però, la strada era lunga: occorrevano infatti ben 10.400 giornate di lavoro. In ogni casone (formato da un portico, uno stanzone col camino che fungeva da cucina, e una camera da letto) stavano tre guardie: il capoposto, il sottocapoposto e la guardia semplice. Sempre all’erta contro gli “inafferrabili” fiocinini, rei di pescar di frodo (ma il movente di tale “crimine”, cui a quanto si racconta non erano estranee a volte anche le guardie, era sempre lo stesso: la fame). Presso la porta d’ingresso c’era la mappa della superficie valliva da controllare (circa 900 ettari per ciascun casone). Lo si faceva in due, in barca, dal tramonto all’alba; di giorno, dagli argini o dalle eventuali torrette d’avvistamento. Passatempi erano lavorare il legno, manutenere gli oggetti, le barche ed il casone stesso (un tempo di creta e canne, poi costruiti in muratura col materiale delle Casette Estensi). Questo per dodici giorni di fila, ai quali seguiva l’andare di “muta”, cioè un periodo di tre giorni di riposo. I requisiti per diventare una guardia valliva? Essere incensurati, saper condurre la barca e, soprattutto, possedere il corredo necessario per i giorni lontani da casa.
 
La vita del fiocinino non era certo invidiabile. Qualità indispensabili erano certo la prontezza e il coraggio, doti che del resto la fame aiuta ad avere. La pesca avveniva col “vulicipe” o “velocipede”,  barca lunga anche otto metri, e molto stretta, poco più di mezzo metro, studiata per filare via veloce lungo valli e canali, e pratica per essere trasportata sui cordoni di sabbia e sugli argini che separavano le valli. I fiocinini si organizzavano in coppia, anche sulla base di caratteristiche fisiche  che consentissero di mantenere un perfetto equilibrio sulla barca e la sincronia nella voga. Per pescare si usava la fiocina, immersi nella valle fino alla vita o al petto, pronti a tramortire le anguille  anche con un morso alla testa e poi infilzarle con un filo di ferro. Questo, naturalmente, di notte, sempre con l’orecchio attento alle guardie. Spesso venivano sorpresi, e allora via all’inseguimento, remando (anzi: paradellando) vorticosamente e correndo barca in spalla quando si trattava di saltare un argine. Talora altri due facevano da”pali” sull’argine, quando addirittura non intervenivano le mogli, per fermare o distrarre le guardie. Molte volte, però, la fuga non era possibile: se la pesca era andata male, i due fiocinini si arrendevano sùbito, per non aggravare la propria posizione. Se invece era andata abbastanza bene, ecco uno dei due scendere dalla barca e rimanere immerso nelle acque torbide della valle col sacco del pescato, mentre il compagno continuava la fuga, attirando su di sé gli inseguitori. Scampato il pericolo, ecco che il pescatore rimasto nascosto tornava cauto alle case. Nonostante la miseria, i fiocinini costituivano una società in cui tutto era comune, così come comune era la fame. Nei malaugurati casi di pesca sfortunata oppure dell’arresto d’un compagno, il bottino veniva diviso provvedendo anche alla famiglia del malcapitato.  
 
L’invenzione del lavoriero, l’ingegnosa trappola di valle per la cattura delle anguille, risale al XVI secolo, prontamente cantato da Torquato Tasso. Successivamente perfezionato, il De anguillarum comaclensium piscatione, venne addirittura premiato dalla Regia Accademia delle Scienze di Amsterdam, costituendo “arte ammirabile” di pesca il fatto di lasciare alle anguille libero ingresso nelle valli per poi intrappolarle in questa sorta di originale labirinto che è appunto il lavoriero.
 
Al fiocinino colto sul fatto e arrestato, magari dopo un lungo inseguimento, venivano sequestrati la fiocina e la barca (che sovente veniva distrutta), gli attrezzi e tutto il pescato. C’era poi il processo, che terminava quasi sempre con la condanna a due giorni di prigione, a volte anche di più. E la condanna era dunque, in un certo senso, per tutta la famiglia, che si trovava allora alla fame più nera. Inoltre, la condanna andava naturalmente e inesorabilmente a “macchiare” la fedina penale. Dopo la guerra, si celebrarono decine e decine di “processi” (spesso pro-forma) di riabilitazione, in quel di Bologna, per “lavare” le fedine penali dei fiocinini e permettere loro di votare, cosa che altrimenti sarebbe stata loro esclusa. Evidentemente, i nuovi governanti erano molto sensibili all’argomento, essendo che da ciò dipendeva la loro elezione.  

(Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)


martedì 10 luglio 2012

IN VACANZA CON “PSICOLOGIA” Cosa fare in vacanza?

La risposta è semplice: NON FARE quello che abbiamo fatto nei 340 giorni che sono trascorsi dalle ultime vacanze, ovvero ritrovare la natura ed i suoi ritmi naturali abbandonando la vita innaturale che conduciamo tutto l'anno. Dovremmo essere attivi di giorno e dormire la notte, utilizzare la luce artificiale il meno possibile, dimenticare la radio e la televisione, le riviste e i quotidiani, gustarci la pace del primo mattino e la serenità di un tramonto infuocato, odorare i fiori ed accarezzare gli alberi, passeggiare tranquillamente ed evitare gare o discussioni competitive. Soltanto in questo modo daremo all'emisfero destro del nostro cervello la possibilità di fare la sua parte e ricreare in noi il desiderato equilibrio naturale. Indipendentemente da quanto queste idee possano essere accettate, vi sono comunque degli elementi che sarebbe bene non sottovalutare. Tra questi, vi è il fatto che le nostre emozioni subiscono un processo di condizionamento; questo significa che provare ansia o agitazione per scherzo, ovvero assistendo a spettacoli drammatici o frequentando discoteche, in un certo modo ci abitua ad essere agitati o comunque ci rende assai più difficile trovare la pace interiore. Diversi libri in commercio mettono in risalto i danni che una musica concitata, ad alto volume, può causare sul sistema nervoso. A tal riguardo citiamo l'opinione del dott. Bob Larson che afferma categoricamente: "L'effetto di tale musica agisce sul liquido cerebrospinale che, influenzando la ghiandola pituitaria, stimo la secrezione di alcuni ormoni creando così uno squilibrio nel tasso di insulina nel sangue e nella produzione di ormoni sessuali e surrenali. Ciò provoca un notevole abbassamento della moralità con dei risultati facilmente immaginabili".  (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)


martedì 26 giugno 2012

Lo sapevi che... Curiosità di Fabio Bisio

...Il Muro di Berlino, simbolo della guerra fredda, è esistito per 28 anni, dal 1961 al 1989. Lungo più di 155 km ed alto tre metri e mezzo, vi morirono 133 delle oltre 5000 persone che tentarono di oltrepassarlo con ogni mezzo. Oggi ne rimangono, a fini storici e turistici, solo alcuni brandelli. La sera del 9 novembre 1989, dopo settimane di disordini, il governo della Germania Est annunciò che le visite nel paese e a Berlino Est sarebbero state permesse, migliaia di persone si riunirono su entrambi i lati del Muro, scavalcandolo ed incontrandosi. I bar della zona offrirono spontaneamente birra gratis per tutti. Ciò spianò la strada della riunificazione tedesca, avvenuta l’anno successivo. Il 9 novembre venne dichiarato ‘giorno della libertà’. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

Lo sapevi che... Curiosità di Fabio Bisio

Il circuito kart del Lido di Pomposa, conosciuto come Pista Romea, venne costruito nel 1959 e inaugurato ufficialmente il 19 marzo 1960, giorno del patrono di San Giuseppe. È uno dei primi costruiti in Italia: misurava all’inizio 560 metri, portati a 1000 nel 1969 per adattarlo alle gare nazionali, fino ai 1200 attuali. Oggi c’è anche una pista di 480 metri per le minimoto ed è dotato di tribune, sale stampa, parcheggio e quant’altro ed è fra gli impianti mondiali più gettonati. Nel 1986 vi si svolse la prova del Campionato del Mondo 125 e nel 1988 quello della 100. Vi si sono allenati grandi nomi della velocità italiana, da Patrese a Fisichella, da Zanardi a Morbidelli, da De Angelis a Valentino Rossi. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

martedì 19 giugno 2012

PILLOLE di Storia e Curiosità locali

Importantissime nell’antichità le saline di Comacchio, che animarono un fiorente commercio con numerosi popoli mediterranei. Anche per questo, finirono purtroppo per essere causa di continue prepotenze e contese, in particolare da parte di Venezia. Fra numerose vicissitudini, alti e bassi durante secoli di storia, le saline sono state comunque usate fino al 1984 per la produzione del sale, finché tale attività (almeno, per le regole del profitto che governano il mondo), venne considerata antieconomica. Di ciò hanno almeno goduto gli uccelli che da allora vi trovano rifugio e che hanno finito per crearvi una vera e propria oasi, in particolare i fenicotteri rosa, attratti dall’artemia salina, microrganismo di cui sono ghiotti, che si sviluppa nelle terre caratterizzate da forte salinità. Il futuro delle Saline è cominciato da poco, con l’acquisizione dell’area da parte del Comune, che farà sì che essa, adeguatamente (si spera) protetta, possa essere aperta anche a turisti e visitatori. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

PILLOLE di Storia e Curiosità locali

Lo scorso due gennaio ci ha lasciati monsignor Giuseppe Turri, dal 1969 parroco della cattedrale di San Cassiano. Durante l’estate, insieme con monsignor Ferroni, aveva ricevuto dalle mani del Sindaco di Comacchio Giglio Zarattini la Fiocina d’Oro, la maggior onorificenza del Comune. E non aveva mancato di commentare: “Mai al mondo si sarebbe pensato che un lagotto, proprio a Comacchio, avrebbe ricevuto la Fiocina d’Oro”. Turri infatti era nato a Lagosanto nel 1920. Dopo gli studi al seminario di Comacchio e a Bologna, nel 1943 venne ordinato sacerdote proprio in San Cassiano e fu rettore e insegnante nel seminario diocesano di Comacchio fino al ’51, quando divenne arciprete della parrocchia di Mezzogoro. Lì si impegnò per far nascere un gruppo locale di Azione Cattolica. Nel ’58 la nomina a Monsignore, nel ’61 quella di Cameriere Segreto del Papa. Nel 1969, finalmente, diventò parroco di San Cassiano, oltreché arciprete del Capitolo e rettore della Chiesa del Carmine. (tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

martedì 5 giugno 2012

Lo sapevi che...

...Il rimedio più naturale per l'obesità infantile è forse la palestra, la piscina, lo sport, la dieta? Macché, è il sonno. Lo hanno dimostrato i ricercatori dell'Università del Michigan scoprendo che un'ora di riposo in più a notte riduce del 40% il rischio obesità. Merito della leptina e della grelina, ormoni prodotti durante il sonno e responsabili del senso di sazietà. Quanto si deve dormire? Secondo gli scienziati, l'ideale per i bambini fino a 12 anni è di 9 ore e 45 minuti. (Tratto dalla Rivista New Corriere dei Lidi)

Lo sapevi che...

...Lo stress che accumuliamo ogni giorno non nuoce solo a noi ma anche ai nostri figli, in particolare se di età compresa fra i 5 e 1 12 anni. Da uno studio americano risulta che i figli di genitori stressati si ammalano di più, avendo un sistema immunitario indebolito. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

sabato 26 maggio 2012

ABBAZIA DI POMPOSA, GORO E GORINO E BOSCONE DELLA MESOLA, UN ITINERARIO TRA STORIA E NATURA



-Procedendo dai Lidi in direzione nord lungo la Statale Romea, ci si imbatterà, poco dopo l’abitato di Vaccolino, nella celebre Abbazia di Pomposa. Difficile tratteggiarne la storia in poche righe. Descrizioni dell’Abbazia e suggerimenti per la sua visita si trovano un po’ dovunque, in particolare all’ingresso della medesima, presso la biglietteria, dove esiste un grande campionario di guide. L’ingresso è a pagamento, ma vale decisamente la spesa. Si tratta di uno dei luoghi più celebri dell’antichità, meta obbligata per i pellegrini che percorrevano la Romea diretti a Roma, e vero e proprio avamposto in un’area malsana e inospitale qual era un tempo questa terra. Vi furono e vi sostarono papi, imperatori e personaggi famosi come Dante, Giotto, San Pier Damiani e Guido detto d’Arezzo, l’inventore delle note musicali così come ancora oggi le conosciamo. L’Abbazia, le cui origini si perdono nella leggenda (ma ufficialmente risale al VII secolo) è composta dalla Chiesa, da un ampio Refettorio, dal Palazzo della Ragione e da altre costruzioni, quasi tutte visitabili, e dal campanile in stile romanico-lombardo (non visitabile) risalente all’XI secolo.
-Proseguendo lungo la Romea verso nord, incontreremo presto sulla nostra destra il bivio per Goro. Noto per aver dato i natali a Milva, ma anche per il suo Mercato del Pesce, dove si trova davvero di tutto: pesce d’acqua dolce e pesce di mare, oltre alle specie che vivono in acque salmastre come l’anguilla, il ghiozzo, il cefalo e l’acquadella. Per non parlare di mitili, molluschi e crostacei: cappe sante, cozze, vongole, ostriche, canocchie, gamberi di Valle e quant’altro. Seguendo l’argine per circa un chilometro, si può vedere il Po Morto, piccola zona umida residua del vecchio corso del fiume. E a poca distanza Gorino, dal cui piccolo, caratteristico porto, si può fare un’escursione a piedi fino alla Lanterna Vecchia. Oppure, in automobile, si possono attraversare gli ultimi ponti di barche e passare in Veneto, imbattendosi nel ramo del Po di Gnocca o della Donzella, del quale si può costeggiare l’argine per un buon tratto, arrivando fino alla Sacca degli Scardovari, di indubbio interesse naturalistico, che si può apprezzare seguendo la strada che lo costeggia e che si può seguire fino alla bocca del Po di Tolle. A Goro o a Gorino si può sostare a mangiare in uno dei caratteristici ristoranti a base di pesce.
-Tornati indietro verso la Romea e imboccata la deviazione per Bosco Mesola, facili indicazioni ci portano fino all’ingresso del Boscone.
-Il Boscone della Mesola sorge su cordoni  litoranei formatisi tra XII e XV secolo, dei quali rimangono evidenti esempi nel  suolo sabbioso e dunoso. Il bosco attuale è ciò che rimane del Bosco  Eliceo, che dominava le aree emerse  dagli acquitrini della costa alto adriatica. Nato come riserva di caccia del duca estense, sebbene oggi assai ridimensionato rispetto ai secoli passati (ma anche rispetto agli anni Trenta, quando era grande più o meno il doppio di adesso), è comunque molto vasto, estendendosi su un  territorio di 1058 ettari, fra il Po di Goro ed il Po di Volano.  Nel 1954, essendo minacciata di distruzione, fu acquistata dall'Azienda di Stato per le Foreste Demaniali ed attualmente viene gestita dal Ministero dell'Agricoltura. Nel 1971 è stata istituita la Riserva Naturale Integrale  Bassa dei Frassini Balanzetta (220 ettari), che viene aperta solo un giorno all’anno, con gruppi di visitatori guidati da militi della Guardia Forestale e nel 1977 la rimanente parte è divenuta Riserva  Naturale, liberamente visitabile (c’è anche un percorso attrezzato per non vedenti). La vegetazione del Gran Bosco è costituita prevalentemente da specie mediterranee tra le quali primeggia il Leccio (alto anche 15 metri), consociato con Quercia, Farnia, Frassino, Olmo, Pioppo Bianco e Carpino Orientale. Sono diffusi, prevalentemente nella zona a confine con il  mare, il Pino Domestico e Marittimo; nel sottobosco si trovano la Fillirea, il Ligustro, il Biancospino, il Pruno, il Pungitopo, il Cisto, la Felce Aquilina e Palustre. A  séguito delle devastazioni avvenute durante la guerra, una grande parte del bosco ha subito tagli massicci, trasformandosi in bosco ceduo; oggi si eseguono interventi colturali per  riportarlo al primitivo stato di alto fusto. Il terreno, tutto di origine alluvionale, consiste di sabbie con poco humus in superficie; l'andamento irregolare pone in evidenza antiche dune ricoperte dal lecceto sempreverde, con spazi interdunali in cui si formano ristagni d'acqua con vegetazione palustre e piante a foglia caduca. La quota massima è di tre metri sopra il livello del mare e, nelle depressioni, di circa un metro sotto. Vi sono radure naturali, una delle quali, detta  Parco delle Duchesse, è ampia circa 2 ettari e vi vegetano varie specie erbacee dette  pioniere che danno l'idea della lenta colonizzazione ancora in atto su queste sabbie. La  fauna era molto varia e numerosa già in epoca estense. Nel 2001 vivevano  nel Boscone circa 80 Cervi, forse discendenti da quelli che popolavano la pianura anticamente. Non è molto facile per il visitatore incontrare il Cervo, per le  sue abitudini ed il timore che ha dell'uomo. Se si fa silenzio (e se fanno silenzio anche gli altri visitatori) non è invece difficile incontrare Daini (ce ne sono circa 500), Tassi, Talpe e Marmotte. Non esiste più il Cinghiale, reintrodotto con alcuni esemplari negli anni '50 e successivamente eliminato per i danni che  arrecava alla campagna confinante. Qualche volta si incontrano Lepri, Puzzole, Donnole, raramente la Lontra.   Numerosi sono gli uccelli, sia stanziali che migratori. Il Fagiano, stanziale, si riproduce  regolarmente. Abbondanti i rapaci notturni: Barbagianni, Gufi comuni e Civette. Presenti tutto  l'anno, secondo le varie migrazioni, i rapaci diurni, tra cui la Poiana, le Albanelle, il Lodolaio. Svernanti, a migliaia, i Colombacci che trovano abbondante nutrimento dalle ghiande, soprattutto del Leccio. Nidificanti i Picchi (verde e rosso maggiore). Con il prosciugamento delle valli e la conseguente modificazione dell'ambiente vi è stata una  drastica riduzione di questa fauna. Per ovviare a tale inconveniente, si è provveduto a ricostruire una zona umida all'interno della  riserva naturale. In località Elciola è stato formato un bacino di acqua dolce della superficie  di circa 6 ettari, nel quale trovano rifugio migliaia di anatidi (Germani, Marzaiole, Alzavole) e ardeidi (Garzette, Aironi Cinerini e Rossi, Nitticore, più raramente Aironi Bianchi) e  non mancano Avocette e Cavalieri d'Italia. Sono presenti e nidificanti le Gallinelle d'Acqua.  Frequenti durante i passi primaverili ed autunnali i Piro Piro, i Fratini, i Piovanelli ed i Pivieri.  Sono ricomparse le Spatole, con soste anche di lunghi periodi, e le Cicogne. Durante le  migrazioni sosta qualche branco di Oche. Nei prati circostanti sverna la Beccaccia. In tutto il  Gran Bosco è vietata la caccia.  Molteplice la presenza di funghi con massimi in primavera ed autunno, dalle Morchelle, a Elvelle e Verpe; non mancano le Amanite, tre cui le mortali Amanita Verna e Falloide. L’Amanita Solitaria e la Rubescens. Durante l'estate, sempre che non vi sia troppa siccità poiché in questo luogo è sufficiente un'ora di vento per asciugare completamente lo strato  umifero, sono diffuse le Russole e, se l'annata è particolarmente propizia, qualche Boleto (Regio, Eduli, Cyanescens ed Eritropo, Leccino).
-L'ingresso al Bosco è regolamentato. È di norma aperto al pubblico nei giorni  festivi e il sabato; per le scolaresche l'accesso è possibile anche in altri giorni  previo accordo con il Corpo Forestale dello Stato, Stazione di Bosco Mesola, tel. 0533.794028.
-Per il rientro, si può seguire la Statale Romea in direzione sud, oppure seguire le indicazioni per il Lido di Volano e da lì prendere la panoramica Acciaioli. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

giovedì 17 maggio 2012

Lo sapevi che...

...Le comete sono piccoli corpi celesti rocciosi formati da silicati, carbonio, ossigeno, idrogeno e azoto, con un diametro generalmente di pochi km, di forma irregolare. L’origine del loro nome deriva dal greco kome, che significa chioma. Esistono comete con orbite talmente ampie che il loro periodico ritorno nel Sistema Solare avviene ogni molte decine o centinaia di anni. Ce ne sono anche di interne al Sistema Solare, come Chirone, all’inizio creduta un pianetino, finché, come tutte le comete, allorché si mosse in direzione del Sole, incontrando il vento solare, si ‘accese’ della caratteristica coda di vapore.
(Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

Lo sapevi che...

...Antesignana dell’Unione Europea e dell’euro, l’Unione Monetaria Latina, nata nel 1865 fra Belgio, Francia, Svizzera e Italia (cui si aggiunsero Grecia, Vaticano e altri paesi). L’obiettivo dei suoi ideatori e del governo francese, che ne costituiva  la guida politica, era di estenderla anche a inglesi, tedeschi e americani, con l’intento non solo di semplificare gli scambi fra i paesi, ma anche di perseguire una pace duratura. Il suo principale factotum, l’economista e politico Félix Esquirou, spinto anche da spirito federalista, propose due anni dopo anche una moneta unica europea che voleva chiamare Europa e prospettò la nascita di un’Unione Europea a carattere federale, con un governo e un parlamento molto simili a quelli che sarebbero venuti. Entrata in crisi dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale,  l’Unione Monetaria Latina si sciolse nel 1927. (Tratto dalla Rivista New Corriere dei Lidi)

martedì 8 maggio 2012

PILLOLE di Storia e Curiosità locali

Comacchio e dintorni hanno affascinato da sempre molti importanti registi italiani, che sovente hanno deciso di girare qui i propri film, talora lasciando in loco segni tangibili del loro passaggio. Per esempio, nella casa apparentemente ”alluvionata”, e ormai cadente, che si può vedere dal piazzale d’ingresso del Museo delle Valli, non abitò mai nessuno: fu infatti costruita come set per il celeberrimo L’Agnese va a morire di Giuliano Montaldo. Una villa, ora pressochè distrutta da zingari che vi avevano preso dimora, visibile dalla strada Romea all’altezza di San Giuseppe, ospitò invece la troupe di Pupi Avati per l’horror La casa dalle finestre che ridono (1976). Lo stesso regista girò qui Festa di laurea (con Carlo Delle Piane e l’indimenticato Nik Novecento) Dancing Paradise (1982) e Le strelle nel fosso (1978). E poi Mario Soldati, col celebre La donna del fiume (1955) con Sophia Loren, e il documentario Viaggio nel Delta del Po (1957). E Michelangelo Antonioni, autore del documentario Gente del Po (1943-1947), oltreché dei film Deserto rosso e Al di là delle nuvole (1995, girato insieme con Wim Wenders). Ma ricordiamo anche i numerosi, pregevoli documentari di Florestano Vancini, fra i quali Uomini della palude (1953, sulla vita dei fiocinini), Paisà (1946) di Rossellini, Caccia tragica (1947) di Giuseppe De Sanctis, fino al recente Bambola di Bigas Luna (con Valeria Marini nella vasca con le anguille), e agli ultimissimi Agata e la tempesta (2003) di Soldini, Al di là delle frontiere (2004) di Maurizio Zuccaro (con Sabrina Ferilli). (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

PILLOLE di Storia e Curiosità locali

-Un modo di dire, un tempo ben diffuso nel territorio, testimoniava le numerose vicissitudini conosciute da Comacchio e dintorni nel corso dei secoli: “Attila flagellum dèi, "  francesi sò fradèi,  tedeschi pèso de quei” (Attila flagello di Dio, i francesi suoi fratelli, i tedeschi peggio di quelli). Non sempre si poteva far buon viso alla cattiva sorte delle dominazioni straniere. Del resto, anche qui, come in altre zone d’Italia (in particolare nel centro sud), di espressioni ne correva un’altra, assai significativa: “De Francia o de Spagna, purché se magna”. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

mercoledì 2 maggio 2012

Lo sapevi che...

...Braccialetti, anelli, piercing, provocano il cosiddetto microgalvanismo, un fenomeno simile al bagno galvanico che si usa per dorare o argentare i metalli. In pratica, quando s'indossano due oggetti di metallo con un differente potenziale elettrico, quello con un potenziale minore rilascia ioni (cioè molecole cariche di elettricità) che migrano verso quello con un potenziale maggiore, usando il nostro corpo come conduttore. Durante questo processo il cervello riceve impulsi che lo inducono a contrarre i muscoli e a irrigidirli, causando indolenzimenti, problemi alla postura e mal di schiena. Non sono infrequenti vertigini, nausea e difetti di masticazione, soprattutto quando il metallo è nascosto nelle otturazioni dentali. L'unico modo per capire se si ha un disturbo legato alla presenza di metalli è rivolgersi a un medico posturologo, per un test che rilevi l'intensità del campo magnetico del proprio corpo. Meglio evitare di indossare sempre gioielli in metallo e, quando possibile, 'isolarli': ad esempio, per la fede nuziale, stendendo un velo di smalto trasparente sulla parte a contatto con la pelle.
(Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

martedì 1 maggio 2012

Calendario Escursioni Maggio 2012 Lidi Ferraresi

Calendario delle escursioni nella provincia di Ferrara nel pdf troverete anche i numeri per contattare gli enti che organizzano le visite Guidate.

Calendario-Maggio.pdf

lunedì 16 aprile 2012

Storia e curiosità locali in pillole


La celeberrima Abbazia di Pomposa ha ospitato, nella sua storia più che millenaria, numerosi personaggi famosi e importanti, fra i quali papa Clemente VIII (nel 1598; in tale occasione fu anche a Comacchio), San Pier Damiani (celebre monaco ravennate, insegnante di eloquenza e teologia dogmatica, che vi rimase dal 1040 al 1042), il conte Bonifacio di Canossa (padre di Matilde), Ugone d’Este (che vi morì), Federico Barbarossa (1177), Giotto, Dante (almeno due volte: la seconda poco prima di morire, andando da Ravenna a Venezia in qualità di ambasciatore dei Da Polenta). Numerosi anni vi trascorse Guido, detto d’Arezzo, il riformatore della scrittura musicale, da taluni a volte fatto... santo, confondendolo col coevo (e amico) San Guido Abate, ravennate della famiglia Strambiati, che riconsacrò la chiesa e ricostruì il monastero dopo anni di declino dovuti alla malaria e alle incursioni barbariche. San Guido rimase a Pomposa per ben 35 anni. Anche successivamente, nel corso della sua lunga storia, l’Abbazia conobbe periodi bui, in cui i dormitori furono usati come granai, il Palazzo della Ragione come stalla e fienile. E sulla torre campanaria veniva acceso il fuoco per guidare le navi.
(Tratto dalla Rivista New Corriere dei Lidi).

giovedì 5 aprile 2012

Lo sapevi che...

...Tutti sanno cos'è il pap-test, soprattutto le donne. Ma non tutti sanno perché si chiama così. Ebbene, si tratta di un termine cosiddetto deonomastico, che proviene cioè da un nome proprio, e precisamente dal cognome di uno scienziato americano di origine greca, George Papanicolaou.

...Dolori mestruali? Prendi un antiallergico. Uno studio americano ha scoperto che gli ormoni presenti nell'organismo prima del ciclo (estrogeni e progesterone) attiverebbero una iperproduzione degli anticorpi lgE, i principali responsabili delle allergie; e che proprio da questo fenomeno deriverebbero i dolori mestruali.
(tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

martedì 27 marzo 2012

Casa ai Lidi Ferraresi


Se pensate ad un investimento sicuro, se desiderate una casa tutta vostra, Tomasi Case è la risposta giusta, disponibili diverse soluzioni immobiliari nei Lidi Ferraresi.
Per informazioni chiama il nostro numero verde 800408715

lunedì 26 marzo 2012

PILLOLE DI STORIA E CURIOSITÀ LOCALI

Comacchio, per quanto storicamente legata con profitto alla Romagna, si trova nella provincia di Ferrara, la quale comprende un vasto territorio di oltre 260.000 ettari suddiviso in 26 comuni. Non è raro sentire gli abitanti della regione riferirsi familiarmente a tale territorio come alla “busa” (fossa) avendo un’altimetria che va dagli 8 metri sul livello del mare ai –4 che vengono raggiunti proprio nel Comune di Comacchio. L’area è molto caratterizzata dalla presenza di acque: oltre alle residue Valli, infatti, ci sono quelle dei fiumi Panaro, Reno e naturalmente Po (che percorre la provincia per ben 108 chilometri). In quanto agli abitanti: l’intera provincia conta meno di 350.000 persone, di cui quasi 22.000 a Comacchio e Lidi. Per la precisione, sulla base dei dati dell’ultimo censimento (2001), a Comacchio vivono 21.929 persone (11.051 donne e 10.878 uomini), divise in 9.313 famiglie (delle quali, un terzo composte di una sola persona). Il saldo demografico del 2002 è stato positivo solo grazie all’immigrazione che, per oltre la metà, proviene da paesi stranieri. (Tratto dalla rivista New Corrier dei Lidi)

PILLOLE DI STORIA E CURIOSITÀ LOCALI

Fra i prodotti tipici della nostra zona, oltre alla famosa anguilla (48, in tutta la regione, i piatti della cucina “ufficiale”, codificata, a base di anguilla), a pesci di valle, tartufi, cozze, cappesante, vongole e quant’altro, vanno ricordati i Vini del Bosco Eliceo, che devono il loro nome alla foresta che un tempo si estendeva per quasi tutto il litorale ora occupato dai Sette Lidi. L’ambiente umido, la vicinanza del mare, la sabbia e la terra impregnate di salmastro danno effettivamente un vino unico, ciò che ha portato al riconoscimento della qualifica DOC per i quattro tipi di vino: Fortana, Merlot, Sauvignon e Bianco. A fine agosto è assolutamente consigliabile una visita alla Festa del Vino del Bosco in quel di San Giuseppe. Altri prodotti giustamente rinomati sono l’Aglio di Voghiera (con relativa festa a fine luglio), e la Fragola di Lagosanto (con sagra nella seconda metà di maggio). Da ricordare anche che Argenta negli ultimi anni si è fatta un nome di prestigio nell’àmbito dei prodotti biologici, tanto che nella prima settimana di settembre vi si tiene una specifica fiera. A Filo di Argenta, poi, va segnalata la Sagra del Cocomero durante la prima settimana di agosto. Ce n’è proprio per tutti i gusti.

giovedì 22 marzo 2012

Tomasi Tourism - Vacanza nei Lidi Ferraresi

 

La Tomasi Tourism, ultima società figlia dello storico gruppo immobiliare TOMASI CASE, fa il suo ingresso nel mondo del turismo con le sue prime due strutture realizzate: il Residence Village L'Airone Bianco e il Residence Playa Dorada. 
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lunedì 19 marzo 2012

PILLOLE di Storia e Curiosità locali

-Prima dell’ultima guerra, spicca nella vita comacchiese la figura di monsignor Concetto Manfrini, instancabile nell’affrancamento del paese dal male nero della miseria. Fu, fra l’altro, il grande animatore del circolo maschile Silvio Pellico, che raccoglieva un centinaio di ragazzi, mentre le ragazze trovavano una scuola di dignità e di vita all’antico Laboratorio Virgili (istituito nel 1856), sotto la guida di suor Luisa e suor Agostina, e al cosiddetto Squaciarale, dove imparavano a confezionare lavori in lana, dove operavano le maestre Lucrezia, Bionda e Marietta. Tutte figure rimaste nel cuore dei Comacchiesi. (Tratto dalla Rivista New Corriere dei Lidi)

PILLOLE di Storia e Curiosità locali

Quando monsignor Natale Mosconi si presentò dinnanzi a Papa Pio XII per prendere l’obbedienza quale nuovo vescovo di Comacchio, il Pontefice gli disse: “Va in una terra di grande miseria, quale lei non ha mai visto”. Si era nel 1950. Poco tempo prima, in un clima di scioperi e proteste, a Comacchio c’era scappato il morto, oltre a diversi feriti, in uno scontro con le forze dell’ordine. Importante fu il suo contributo alla rinascita e allo sviluppo di Comacchio: il suo nome è infatti legato in modo più o meno diretto all’apertura d’una delle prime (se non la prima) tipografie cittadine, alla realizzazione dei Villaggi San Francesco e San Carlo, alla costruzione della Strada Romea, dell’Argine Agosta, dello zuccherificio e dell’acquedotto: un altro grande esempio della generosità e dell’operosità di tanti vescovi diretti al bene di Comacchio e dei Comacchiesi. Prima di lui, Paolo Babini, da Fusignano, nel difficile periodo dal 1938 al 1950, fu colui che condusse le trattative di resa dei tedeschi che occupavano la zona, meriti più tardi attribuiti “d’ufficio” ai soliti partigiani. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

giovedì 1 marzo 2012

Lo sapevi che...

...Secondo una ricerca di due celebri università inglesi, indossare abiti di colore rosso rende più grintosi e pronti ad affrontare le situazioni più difficili nelle quali è richiesta una certa dose di combattività. Associando, la nostra mente, il colore rosso ai concetti di dominio e aggressività, chi lo indossa diventa sùbito più deciso e sicuro di sé. Ignoriamo quanto sia costata tale ricerca, ma se l'avessero chiesto a noi, gli avremmo detto le stesse cose sùbito e ad un costo sicuramente più economico. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

Lo sapevi che...

...Il rimedio più naturale per l'obesità infantile è forse la palestra, la piscina, lo sport, la dieta? Macché, è il sonno. Lo hanno dimostrato i ricercatori dell'Università del Michigan scoprendo che un'ora di riposo in più a notte riduce del 40% il rischio obesità. Merito della leptina e della grelina, ormoni prodotti durante il sonno e responsabili del senso di sazietà. Quanto si deve dormire? Secondo gli scienziati, l'ideale per i bambini fino a 12 anni è di 9 ore e 45 minuti.
(Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

Lo sapevi che...

...Il termine 'panfilo' ci viene attraverso la voce greca pàmphylon, che designava delle navi veloci costruite nell'antica regione della Panfilia, sita sulle coste dell'Asia minore fra la Licia, la Pisidia e la Cilicia.
(tratto dalla rivista new Corriere dei Lidi)

lunedì 20 febbraio 2012

LO SAPEVI CHE... Curiosità proposte da Fabio Bisso

...Carlo Magno, secondo il suo biografo Eginardo, “era assai sobrio nel mangiare e nel bere. Il suo pranzo quotidiano si componeva di sole quattro portate, non contando l’arrosto che i cacciatori solevano presentargli sugli spiedi e che egli mangiava più volentieri di qualsiasi altro cibo”. Colazione modesta, a confronto del banchetto offerto da papa Giovanni XXII nel 1324 per le nozze della nipote: vennero immolati 8 buoi, 8 maiali, 5 cinghiali, 50 montoni, 1000 polli, 270 conigli, 600 non meglio precisati “capi di nobile selvaggina pennuta” e altrettanti uccelletti. Nel 1529, poi, il celebre cuoco Cristoforo di Messimburgo, chiamato da Ercole I d’Este a preparare un banchetto per 104 notabili italiani e stranieri, mise insieme un pranzo in otto parti, ciascuna di dodici portate. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

LO SAPEVI CHE... Curiosità proposte da Fabio Bisso

...I pesci comunicano fra loro per mezzo di una serie di grugniti, strida e fischi. Secondo gli studi compiuti da un istituto scientifico australiano i suoni emessi da alcune specie di modeste dimensioni possono essere rilevati fino a 15 chilometri di distanza. “Al crepuscolo e all’alba”, si afferma, “il coro dei pesci raggiunge un’intensità paragonabile al frastuono di migliaia di voci in una stadio di calcio”: del tutto impercettibile, però, alle orecchie dell’uomo.
(Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

martedì 7 febbraio 2012

PILLOLE di Storia e Curiosità locali

Quella del cardinale Giuseppe Renato Imperiali, ricordato da un’importante arteria stradale dei nostri lidi, fu una delle figure più interessanti della vita politica e diplomatica dello Stato Pontificio fra il XVII e il XVIII secolo. Genovese, ebbe fra i tanti incarichi, come già suo zio Lorenzo, la Legazione pontificia di Ferrara, dove rimase per circa sei anni. Si occupò con cuore di Comacchio, di cui curò (come a Cervia, Ferrara e molti altri luoghi) importanti ristrutturazioni urbane: fu lui a rifare il famoso Trepponti, che giaceva in pessime condizioni, dotandolo delle due torri e delle colonne che vediamo ancora oggi. Nel 1711 il Papa lo incaricò di incontrare l’imperatore Carlo VI per pretendere la restituzione di Comacchio (occupata manu militari dagli Estensi) allo Stato Pontificio. Non avendo avuto successo direttamente, pare per gelosie straniere nei suoi confronti (le stesse che gli negheranno per due volte il soglio pontificio), brigò per ottenere il risultato che si era proposto per “vie traverse”. Uomo di vasti interessi, protesse artisti e pittori, e lasciò una biblioteca di oltre 15.000 volumi, ricca di testi rari, che aprì al pubblico e agli studiosi, oltre a un’importante pinacoteca. Morì a Roma nel 1737, a 86 anni. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

PILLOLE di Storia e Curiosità locali

I Comacchiesi non più giovanissimi ricordano ancora con commozione e riconoscenza le infaticabili Figlie della Carità di San Vincenzo. Approdate a Comacchio nel lontano 1856 per occuparsi delle Opere Pie (l’Ospedale San Camillo, quello vecchio, cui era annesso un ricovero per anziani, e un orfanotrofio femminile), si occuparono per generazioni degli ammalati, degli orfani, dei poveri e degli anziani soli. Fra le tante persone che si sono succedute, nella generosità, nel corso del tempo, suor Luisa Marchi, ricordata con affetto da tante generazioni di Comacchiesi per l’amore che dispensò per oltre cinquant’anni ai bambini dell’asilo di Comacchio. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

lunedì 30 gennaio 2012

CURARSI A TAVOLA CON... IL MISO

Si dice in oriente che gli dèi diedero il miso all’umanità per assicurarle pace, salute e felicità. E davvero il miso (il cui nome significa “fonte di sapore”) è un prodotto straordinario, sia per il sapore aromatico che per il suo eccezionale valore nutrizionale. È ricco di carboidrati, oli vegetali insaturi, sali minerali, vitamine ed enzimi vivi. Inoltre contiene il 12% di proteine di ottima qualità. Facilita la digestione e svolge un’azione favorevole alla flora batterica intestinale, migliorando l’assimilazione del cibo e potenziando le capacità di difesa immunitarie dell’organismo. Contribuisce a migliorare il metabolismo e a mantenere sani e belli pelle e capelli, abbassa il colesterolo e la pressione. Inoltre, contribuisce a ridurre i danni provocati dall’inquinamento atmosferico e... culinario, cui siamo purtroppo abituati. Ideale nelle diete, il miso si aggiunge a fine cottura per insaporire ed arricchire zuppe, legumi, verdure, stufati, oltreché per la preparazione di ottime salse. Usando il miso, si può benissimo fare a meno del sale o del dado, poiché il sapore è garantito.
(tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

domenica 29 gennaio 2012

CASA & DINTORNI Tomasi Case - LIDO DELLE NAZIONI

 
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martedì 17 gennaio 2012

Curiosità in pillole... La lingua più parlata nel mondo

...La lingua più parlata nel mondo è lo spagnolo. Fra il 2000 e il 2001 essa ha superato l’inglese ed ora sta rapidamente distaccandolo. In realtà, dal punto di vista numerico, domina sempre il cinese mandarino, parlato da circa novecento milioni di persone, concentrate però in un solo paese (nel quale peraltro si parlano diverse altre lingue) e pressoché sconosciuto al di fuori di esso. Lo spagnolo è diffuso invece in tutti i continenti e sta rubando spazio all’inglese proprio negli Stati Uniti, grazie anche al massiccio afflusso di immigrati dal centro e sud America. E l’Italiano? La nostra lingua, così tanto bella quanto bistrattata, difende un onorevolissimo 15° posto, insidiata da lingue parlate in paesi che, a differenza del nostro, hanno un tasso d’aumento della popolazione rilevante, quali la Corea, l’India e la Cina. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

lunedì 16 gennaio 2012

Carnevale Sull'acqua a Comacchio

Nelle giornate 12 e 19 Febbraio dalle ore 15:00 per le vie del centro storico di Comacchio grande festa di Carnevale, saranno presenti animazione di strada, esibizione di figuranti e stand gastronomici.


Per informazioni
Ufficio Informazioni Turistiche - Comacchio
Tel. 0533 314154 Fax. 0533.319278
  www.turismocomacchio.it

giovedì 5 gennaio 2012

UNA GIORNATA TRA BORGHI DI PESCATORI, E PAESAGGI INDIMENTICABILI:



















>OASI NATURALISTICHE STRAORDINARIE A UN PASSO DA NOI: IL TAGLIO DELLA FALCE, LA SACCA DI GORO, IL MERCATO DEL PESCE DI GORO, LA LANTERNA VECCHIA, LA TORRE DI VOLANO, VALLI PORTICINO E CANNEVIE’, BOSCO SPADA, DOSSI DELLE CELLETTE, LA CITTA’ DEGLI AIRONI.


-Prendendo la Strada Statale Romea in direzione nord, raggiungiamo il bivio per Bosco Mesola fino ad incontrare, opportunamente segnalato, il Taglio della Falce, parte estrema della Sacca di Goro.
-La Sacca di Goro è una vasta laguna di circa 2000 ettari situata alla foce del Po (di Goro), con una salinità molto elevata, profonda non più di 60 centimetri. Al suo interno è praticato ampiamente l’allevamento delle cozze e delle vongole filippine (e chi fosse interessato, la mattina presto può assistere facilmente alle fasi della pesca). Ben visibili, poi, oltre alla vegetazione di Alofite, Canne e Giunchi (in particolare nell’area del Taglio della Falce, presso Volano), uccelli quali l’Airone Rosso, il Gabbiano Reale, il Cormorano, il Falco di Palude, la Beccaccia, e, in autunno, varie specie di Smergo, la Strolaga e il Marangone dal Ciuffo. Non essendovi sentieri attrezzati, l’accessibilità a tale zona può essere automobilistica (percorrendo la strada che circonda la Sacca a partire dal Taglio della Falce, sostando in alcuni osservatorii naturali, facilmente rintracciabili) o nautica (a Goro si può facilmente trovare un imbarco). Per l’abbigliamento e l’attrezzatura valgono i consigli di sempre: evitare i colori sgargianti per non spaventare gli uccelli e munirsi di cappello e di prodotti antizanzare. Particolarmente prezioso si rivelerà un teleobbiettivo per la macchina fotografica, e un buon binocolo.
-Consigliabile visitare il paese di Goro, noto anche per avere dato i natali alla Milva nazionale. In particolare, se riuscite a sacrificare una mattina di sonno per una buona causa, vale davvero la pena di visitare, al mattino di buon’ora (nei giorni feriali) il Mercato del Pesce, dove si trova davvero di tutto: pesce d’acqua dolce e pesce di mare, oltre alle specie che vivono in acque salmastre come l’anguilla, il ghiozzo, il cefalo e l’acquadella. Per non parlare di mitili, molluschi e crostacei: cappe sante, cozze, vongole, ostriche, canocchie, gamberi di Valle e quant’altro.
-Seguendo l’argine per circa un chilometro, interessante vedere il Po Morto, piccola zona umida residua del vecchio corso del fiume. E poi Gorino, dal cui piccolo, caratteristico porto, si può fare un’escursione a piedi fino alla Lanterna Vecchia. Oppure, in automobile, si possono attraversare
gli ultimi ponti di barche e passare in Veneto, imbattendosi nel ramo del Po di Gnocca o della Donzella, del quale si può costeggiare l’argine per un buon tratto, arrivando fino a un’altra Sacca, quella degli Scardovari, anch’essa di indubbio interesse naturalistico, che si può apprezzare seguendo la strada che lo costeggia e che si può seguire fino alla bocca del Po di Tolle.
-Tornati in direzione Bosco Mesola e poi Lido di Volano, sùbito dopo avere gettato un’occhiata alla foce del Po e alla Torre di Guardia Pontificia, risalente al XVIII secolo (tre volte ricostruita verso l’interno, a séguito delle modificazioni della linea costiera; purtroppo non visitabile all’interno), ci si può fermare alle attigue Valli Cannevié e Porticino.
-Circa 67 ettari d’ampiezza, risparmiate dalle bonifiche (degli anni Sessanta) delle ampie Valle della Falce e Valle Giralda, costituiscono, ai sensi della Convenzione Internazionale di Ramsar, una “zona umida d’importanza internazionale”. Zona salmastra ma a bassa salinità, ha una profondità che supera raramente i 60 centimetri. Dispone di un ampio parcheggio, dal quale si diparte un sentiero attrezzato, al quale possono accedere anche i disabili, che si snoda presto in tre percorsi interni alla Valle, ciascuno dotato di stazioni di osservazione. Cosa
si può vedere? Uno scorcio di Valle per come era, con la sua vegetazione di Canne e Giunchi, Scirpi e Fragmiti, in mezzo alla quale abitano il Germano Reale, il Cormorano, il Cavaliere d’Italia, la Garzetta, il Tarabusino, il Tuffetto, la Cannaiola ed altre specie minori. In particolare, nell’autunno inoltrato e in inverno vi prendono dimora anche la Fòlaga, l’Airone bianco, la Moretta, il Moriglione e il Beccaccino.
-Il piazzale d’accesso, dove si parcheggia l’automobile, costituisce sia il punto di partenza che quello d’arrivo del sentiero attrezzato. Giustamente vi sorgono due ristoranti, nell’antico casone di Valle Porticino e nella stazione da pesca di Cannevié opportunamente restaurati.
-Proseguendo per la strada che porta all’Abbazia di Pomposa, appena oltrepassata la statale Romea e inforcato il bivio per Codigoro, ecco il Bosco Spada (coevo al più famoso Bosco Eliceo, che si estendeva fra Magnavacca e Volano fino alla fine del Seicento, quando la parte residua, risparmiata dalla coltura delle viti, venne distrutta per farne legna da ardere), che ci offre un interessantissimo specchio dell’antica vegetazione che un tempo ricopriva i nostri Lidi.-Proseguendo verso Codigoro per un breve tratto di strada, ci si imbatterà nei Dossi delle Cellette, ricchi di Frassini, Pioppi Bianchi, Farnie, Carpini. Essi sono stati oggetto di interventi di ripristino ambientale e rimboschimento: nel 1978 furono impiantati numerosi Pini Marittimi e Silvestri, e nell’89 l’area venne ampliata e si procedette a un generale ripristino ambientale.
-Proseguendo ancora, superando Codigoro e procedendo per poche centinaia di metri verso Massa Fiscaglia, si troverà, presso l’ex zuccherificio Eridania, la cosiddetta Garzaia o Città degli Aironi: un boschetto di circa sei ettari, dove si trovano Sambuco, Salice Bianco, Robinia, Pruni, Pioppi. La definizione di Città degli Aironi è dovuta alla presenza di oltre 1500 nidi, che gli Aironi abitano ogni anno dai primi di marzo fino all’autunno. Senza dubbio, è una delle più importanti colonie di Aironi d’Italia, non a caso sottoposta a vincoli ambientali e paesaggistici. L’area, un tempo appartenente allo zuccherificio, si rivelò sùbito particolarmente apprezzata dagli Aironi (e non solo), giacché al primo censimento dei nidi presenti, avvenuto nel 1985, se ne contarono ben 600, già aumentati ad oltre 700 a un solo anno di distanza, fino agli oltre 1500 attuali.
-Per quanto riguarda la... soddisfazione dello stomaco, la zona è ricca di buoni ristoranti e non c’è che l’imbarazzo della scelta: per parte nostra, però, noi vi consigliamo di andare sul sicuro fermandovi al Ristorante La Baracca “Oratorio della Pescheria” al Lido di Volano.
(Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)