giovedì 22 dicembre 2011

UOMINI DA GUINNES DEI PRIMATI: I GIGANTI

Non è del tutto esatto sostenere che i giganti non esistano più, considerando alcuni uomini da guinness che proprio a causa della loro altezza sono (o sono stati) oggetto d’interesse da parte dei media di tutto il mondo. Solo per considerare i casi più vicini a noi in ordine di tempo, a cominciare dall’inizio del Novecento, sono noti il canadese Edouard Beaupré, detto ‘il gigante di Willowbunch’, che aveva trovato lavoro in un circo, dove sollevava un cavallo di 400 kg. Nato nel 1881, morì nel 1904, a soli 23 anni, di tisi. Era alto ben 2 metri e 49 centimetri. Stessa altezza per lo statunitense Bernard Coyle, classe 1897, come risulta dalla sua scheda militare della Grande Guerra, quando aveva 18 anni. Ma si presume che dopo sia cresciuto ancora, anche se non se ne hanno notizie. Un centimetro di meno, 2 e 48, per il finlandese Vaino Myllyrinne, nato nel 1909 e morto nel 1963. Altri due statunitensi hanno fatto epoca: Robert Pershing Wadlow, alto ben 2 metri e 72 centimetri, classe 1918, pare che a 9 anni riuscisse già a prendere in braccio suo papà e trasportarlo al piano superiore della sua casa. A 13 anni era già alto 2 metri e 24, a 18 anni 2 e 54. Morì nel 1940, per un’infezione che gli derivò dallo strumento che serviva a reggergli le caviglie. John Carroll, nato nel 1932, all’altezza di 2 metri e 60 si sottopose a dei trattamenti farmacologici nel tentativo di arrestare la crescita, invano. Morì nel 1969, superati i 2 e 70, probabilmente a causa dei farmaci stessi. Ai giorni nostri sono noti almeno due ‘giganti’: uno vive in Ucraina, certo Leonid Stadnik, trentottenne, alto 2 metri e 57. Pare che viva questa sua condizione molto male, considerandola un vero castigo, sì da rifiutare di farsi fotografare e di comparire nel Guinness dei Primati. L’altro, assai ben disposto nei confronti dei media, tanto che riceve inviti ad eventi da tutto il mondo, è il turco Sultan Kosen, ventiseienne alto 2 metri e 46. Anche lui abbisogna di sostegni per aiutare le caviglie a sopportare il peso. I suoi piedi, del resto, richiedono scarpe numero 60. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi ).

sabato 10 dicembre 2011

NATALE A COMACCHIO

(Calendario delle manifestazioni da Natale 2011 alla festa delle Befana 2012)

Fino al 6 Gennaio
COMACCHIO
Palazzo Bellini – Galleria d’Arte Moderna: mostra di Piero Fonio "La misura del colore”. Orari di apertura: fino al 6 gennaio aperto anche la domenica e festivi dalle ore 9 alle 12 e dalle ore 15 alle18. Chiuso il 25 dicembre e il 1° gennaio. Ingresso gratuito.
Le Domeniche e i festivi di Dicembre
COMACCHIO
Centro storico “Animazione musicale”

Sabato 24 Dicembre
SAN GIUSEPPE
Ore 17 - Piazza della Rimembranza:
“Arriva Babbo Natale”. Animazione e regali per tutti i bambini.

Sabato 24 Dicembre
COMACCHIO
Ore 17- Cattedrale di San Cassiano
Funzione del “Bambino” Con l’inaugurazione del tradizionale Presepe Artistico della Cattedrale
Ore 18.00 – Trepponti Comacchio… un presepe d’acqua. Rappresentazione della Natività attraverso giochi di luce, balletti degli Angeli e musica fino al gran finale con fuochi piroteatrali.
Ore 23,30 - Messa solenne della notte di Natale animata dai cori parrocchiali:
Parrocchia di Porto Garibaldi, del Lido degli Estensi, di San Giuseppe. A Comacchio: Parrocchia Raibosola,
Parrocchia Santuario Santa Maria in Aula Regia, Parrocchia Cattedrale San Cassiano, Parrocchia del S. Rosario.

Domenica 25 Dicembre
COMACCHIO
Ore 10,30 - Cattedrale di San Cassiano:
Messa solenne celebrata dall’Arcivescovo Mons. Paolo Rabitti e animata dal coro “Scuola Cantorum del Duomo di Comacchio”

Lunedì 26 Dicembre
PORTO GARIBALDI
Dalle 15 alle 18 – Portocanale
Natale con i tuoi... Santo Stefano con noi: animazione musicale, giochi, spettacoli, mercatini e distribuzione di dolci per tutti.
Ore 16,30/17 presso il Mercato Ittico
Concerto della Filarmonica di Tresigallo
Entrata libera
Ore 18.30 - Portocanale “Fiaccolata di Natale sull’acqua” visibile anche su maxischermo.Tradizionale fiaccolata sull’acqua del gruppo sub, distribuzione di panettone e vin brulè per tutti. Info: www.ippocamposub.com

Sabato 31 Dicembre
COMACCHIO
Ore 15 - Santuario di Santa Maria in Aula Regia, tradizionale adempimento del voto cittadino col canto del “Te Deum”, con la presenza dell’Arcivescovo Mons. Paolo Rabitti.

Domenica 1° Gennaio 2012
COMACCHIO
Ore18 - Sala polivalente San Pietro – Palazzo Bellini: concerto GOSPEL di Capodanno. Ingresso gratuito.

Giovedì 5 Gennaio
SAN GIUSEPPE
Ore 17 - Piazza della Rimembranza
"Giochiamo con la befana"
animazione e calze per tutti i bambini

Venerdì 6 Gennaio
COMACCHIO
Ore 10 - Centro storico “Avan la vacie”. Festa della Befana. Animazione in piazza con artisti di strada, spettacolo di burattini e tante calze per tutti i bambini. Gran finale con spettacolo piromusicale e la Befana che vola in cielo salutando tutti i bambini.
I PRESEPI IN VETRINA NEL PERIODO DI NATALE A COMACCHIO

1) VIII Mostra di presepi e diorami, in via Gramsci n. 1
Allestimento a cura dell’Associazione Presepistica Comacchiese. Visitabile da sabato 24 Dicembre a domenica 8 Gennaio 2012. Inaugurazione sabato 24 Dicembre alle ore 16.
Orari di apertura:
Festivi e prefestivi: dalle ore 10 alle 12.30 e dalle ore 14.30 alle 19.

2) Presepe popolare, in via S. Bertolo, adiacente la Chiesa del S. Rosario.
Allestimento a cura dei giovani della Parrocchia. Inaugurazione sabato 24 dicembre alle ore 19,30; visitabile dal 24 Dicembre al 31 Gennaio 2012.
Orari di apertura: tutti i giorni dalle ore 9 alle 12 e dalle ore 15 alle 20.

3) Presepe popolare, in via Carducci, Chiesa del Carmine. Allestimento a cura dei volontari pro-Chiesa del Carmine. Visitabile dal 24 Dicembre all’8 Gennaio 2012.

5) Presepe sull’acqua, in Piazzetta Trepponti. La Natività nei pressi del seicentesco Trepponti. Allestimento a cura della compagnia teatrale “Al Batal”. Dal 24 Dicembre al 6 Gennaio 2012.

6) Presepe popolare, in via Mazzini, Santuario di S. Maria in Aula Regia. Allestimento a cura dei parrocchiani.
Dal 24 Dicembre al 6 Gennaio 2012.

7) Presepe popolare, via Trepponti, Scuole Elementari Fattibello. Allestimento nell’atrio della Scuola a cura dei bambini delle classi elementari.

Dal 24 Dicembre al 6 Gennaio 2012.
“MUSEO D'INVERNO 2011-2012”

Giovedì 8 Dicembre
COMACCHIO
Via Pescheria, 2 - Ore 15.30
“Visita guidata al Museo della Nave Romana di Comacchio” gratuita, compresa nel biglietto d'ingresso - (orario: dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19)

Giovedì 26 Dicembre
COMACCHIO
Museo della Nave Romana (Orario: dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19)

Venerdì 6 Gennaio
COMACCHIO
Ore 15.30 “Giocando con la Befana al Museo”. Percorso ludico sui giochi ai tempi degli Antichi Romani - Laboratorio gratuito compreso nel biglietto d'ingresso (orario festivo: dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19).

Il Museo rimane chiuso nei giorni
Lunedì 5, 12, 19, 25 Dicembre 2011;
2, 9, 16, 23, 30 Gennaio 2012
(Tutte le iniziative sono comprese nel costo del biglietto d’ingresso)
Ingresso: intero € 4,50 – ridotto € 2,30 (11 - 18 anni, gruppi min. 20 persone, over 65) – gratuito (minori 11 anni con genitori, diversamente abili, guide turistiche, militari, giornalisti).

Orario di apertura: feriali: dalle 9,30 alle 13 e dalle 15 alle 18,30 –
Domenica e festivi: dalle 10 alle 13, e dalle 15 alle 19. Chiuso il lunedì.
Info: 0533.311316 fortunamaris@comune.comacchio.fe.it

VISITA ALLA MANIFATTURA DEI MARINATI

COMACCHIO
Via Mazzini, 200 - Ingresso: intero
€ 2 – ridotto € 1.
Orario di apertura: dalle 9.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 18. Chiuso il lunedì.

Domenica 25 Dicembre e 1 Gennaio: aperto solo nel pomeriggio.
Info: 0533.81742
Servizio Informativo del Parco del Delta del Po: tel. 346.8015015 servizioinformativo@parcodeltapo.it

Lunedì 26 Dicembre, sabato 31 Dicembre e sabato 7 Gennaio
Escursioni guidate nel parco del Delta del Po con partenze da Volano e da Gorino. Speciale Natale: in barca alle oasi del parco.
Percorso a bordo di silenziose imbarcazioni attraverso i fitti canneti delle oasi naturali che caratterizzano la foce del Po. Assolutamente imperdibile per chi desidera ammirare scorci di natura incontaminata irraggiungibili in altro modo. Le oasi sono il paradiso per numerosi uccelli acquatici.
Durata: 1 ora e mezza, 2 ore - Prenotazione obbligatoria – minimo 6 persone.
Partenze: ore 11 dal pontile Oasi Canneviè a Volano, oppure dal porto di Gorino.
Tariffe: adulti € 15,00; bambini da 4 a 10 anni € 10,00; gratuito - Da 0 a 3 anni.
Note tecniche e consigli utili: le imbarcazioni coinvolte dispongono di una copertura a tendalino nella parte superiore, ma non lateralmente. Si consiglia un abbigliamento caldo e adeguato per un’escursione all’aperto. In caso di pioggia l’escursione non si svolgerà.

Ven. 30 Dicembre e ven. 6 Gennaio
Comacchio
“Sapori sotto l’albero”. Vi racconteremo Comacchio attraversando il caratteristico centro storico, ancora magico per la bellezza dei suoi ponti e dei corsi d’acqua, della convivenza tra umili abitazioni e imponenti palazzi e chiese. Verranno narrate le abitudini e le tradizioni della città sino a raggiungere la Manifattura dei Marinati, antico stabilimento per la marinatura delle anguille. Al termine della visita, degustazione di anguille e alici marinate. Durata: 2 ore. Prenotazione obbligatoria – minimo 8 persone. Incontro con la guida alle ore 15 circa in Piazzetta Trepponti.
Tariffe: adulti € 10; bambini da 4 a 10 anni € 7; gratuito da 0 a 3 anni.
Info e prenotazioni: Consorzio Navi del Delta 0533.81302; IAT Di Comacchio 0533.314154; turismo 0533.318747

(Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

Tomasi case augura a tutti Buone Feste!

lunedì 21 novembre 2011

LA CANAPA, UNA RISORSA DALL'ANTICHITÀ AL FUTURO


'E canterò la canape, e la vera cultura d'un sì nobil virgulto, che s'alza e verdeggia, e selve forma ombrose, quando la stagion fervida comincia'. Parola dell'abate Girolamo Baruffaldi, centese, autore del poema in otto libri Il canapajo nel 1741, quando la canapa era coltivata comunemente un po' in tutta Italia. Fin dal XIII secolo è stata una presenza fissa nei nostri campi: se ne ricavavano lenzuola, federe, tovaglie, abiti, coperte e vele per la marina, che il nostro paese forniva anche alla celebrata (e spocchiosa) marina britannica. Pensate che nel primo Novecento l'Italia ne era il secondo produttore mondiale (ma virtualmente il maggiore, visto che al primo posto figurava la Russia, col suo territorio sterminato, più di ottanta volte il nostro), con circa 80.000 ettari coltivati e 800.000 quintali prodotti. Il 45% veniva dalla provincia di Ferrara, che metteva a coltura i territori via via strappati alle acque, seguita da quelle di Caserta e di Bologna. Ma si coltivava anche in Toscana, in Romagna, nelle Marche, in Piemonte (la zona del Canavese prende nome proprio dalla coltivazione della canapa). Era un lavoro molto duro: nonostante l'afa, occorreva entrare ben coperti fra gli steli alti fino a cinque metri e tagliarli cercando di non ferirsi, in compagnia di zanzare fameliche. Poi i fasci venivano messi a macerare in pozze d'acqua, da dove presto avrebbe cominciato a levarsi un caratteristico, terribile fetore. Una volta macerati, gli steli venivano essiccati al sole, poi gramolati, cioè frammentati e divisi in fibre. Dagli anni Cinquanta cominciò il declino, vuoi perché via via si preferì piantare, con meno fatica e maggior reddito, degli alberi da frutta; vuoi per l'avvento delle fibre artificiali; vuoi, purtroppo, per l'ottusa e strumentale polemica legata al possibile utilizzo come stupefacente di una varietà di canapa dalla quale si ricavava la famosa marjuana, della quale sono note le virtù terapeutiche, in particolare antidolorifiche e antidepressive. Tali proprietà sono note da secoli, a tutti tranne purtroppo ai nostri legislatori e ai benpensanti, che vi vedono ancora, come nella Francia del XV secolo, uno strumento del Diavolo. Fatto sta che negli anni Settanta la nostra produzione era già scesa a 10.000 quintali, in soli 900 ettari. Da qualche anno, tuttavia, la canapa è tornata di moda. E sono proprio la Toscana e il Ferrarese, che furono fra le principali aree di coltivazione, ad ospitare le piantagioni cosiddette sperimentali. Nel 1997 si sono avute a Ferrara le prime iniziative volte a reimpiantare la canapa. 200 ettari sperimentali, e uno stilista quale Giorgio Armani che ha presentato nel 2000 una collezione di jeans, maglie, scarpe e accessori in canapa. Ma si calcolano addirittura in numero di 50.000 prodotti, fra i quali spicca la carta: si potrebbe evitare l'abbattimento di tanti alberi. E poi legno compensato, combustibile, olio per cosmesi, ma anche olio alimentare, ricco di proprietà. Purtroppo in Italia, al contrario di tutti gli altri paesi, si ha ancora a che fare ancora con ignoranza e pregiudizio. Di pochi anni fa la legge Jervolino-Vassalli che ne proibiva di fatto la coltivazione, facendo passare dei guai sia agli imprenditori del settore sia a coloro che dai prodotti a base di canapa avrebbero avuto indubbio giovamento dal punto di vista terapeutico (parliamo soprattutto di malati cronici e terminali). Ma cerchiamo di guardare al futuro con speranza. Proprio a Comacchio, alla fine del 2003, è stato inaugurato un impianto di trasformazione della canapa di qualità, realizzato dalla società Ecocanapa col contributo della Regione. Si tratta di uno stabilimento tecnologicamente all'avanguardia, pare la prima struttura in Europa dedicata esclusivamente alla lavorazione della canapa da fibra. Contemporaneamente all'apertura si tenne una mostra sui prodotti ricavati dalla canapa, con esposizione di abiti, tessuti, biancheria, tendaggi, linee di igiene e cosmesi. Segnaliamo a chi fosse interessato che mostre permanenti relative alla coltivazione ed ai prodotti della canapa si possono trovare, nei dintorni, presso i musei contadini di San Pancrazio di Russi, di Pieve di Cento e di Sant'Arcangelo di Romagna (all'interno della Rocca Malatestiana). (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

venerdì 11 novembre 2011

Progetto Nazioni Plus Lido delle Nazioni

L'iniziativa "Nazioni Plus" è il progetto di valorizzazione turistica più significativo realizzato dal Consorzio Lido delle Nazioni, che punta a realizzare un'offerta integrata tra i vari servizi forniti dai singoli operatori.
Per informazioni Visita il sito  
http://www.lidodellenazioni.info/

mercoledì 9 novembre 2011

I CANTANTI DELLA NOSTRA TERRA (quarta parte)

Nella vicina Fusignano è nata nel 1958 Emanuela Cortesi. Trionfò a Castrocaro nel 1973 col brano La mente torna. Vinse poi la Gondola d’Argento a Venezia e partecipò al Disco per l’Estate e a diversi programmi tv. Arrivò al 5° posto a Sanremo, nel 1974, col brano Il mio volo bianco. Dopo pochi anni, però, decise di ritirarsi dall’attività.
Ci spostiamo a Massa Lombarda, per ricordare Eugenia Foligatti, che vi nacque nel 1941. Studiò canto e musica mentre, ancora giovanissima, faceva l’operaia. A 16 anni cantava in un’orchestrina girando per le balere, finché nel 1962 vinse Castrocaro e l’anno dopo, ammessa di diritto a Sanremo, si ritrovò accoppiata addirittura a Claudio Villa arrivando al 2° posto col brano Amor, mon amour, my love. Seguita dal maestro Kramer, partecipò ai più importanti spettacoli televisivi. A metà anni ‘60 si sposò lasciando la carriera.
Di Ravenna ricordiamo Paola Bertoni, classe 1943, rivelatasi a Castrocaro e poi approdata sia al Disco per l’Estate (nel 1965, col brano Un gioco d’estate) che a Sanremo (nel 1966, con Se questo ballo non finisse mai in coppia con John Foster). Cantò anche in America ed in Africa; e poi Dora Moroni, classe 1954, che da bambina vinse diversi concorsi canori, studiò canto, recitazione e danza, e nel 1974 vinse il Rally Canoro organizzato da Corrado. Divenne molto popolare come valletta di Corrado a Domenica In, fino all’incidente automobilistico per cui rimase in coma per molti mesi. Per questo e per il matrimonio col cantante Christian fu a lungo protagonista dei principali rotocalchi. Partecipò a Sanremo nel 1978 col brano Ora.
Di Faenza l’indimenticata ‘meteora’ Rodolfo Santandrea, leva 1961, personaggio anticonformista che debuttò nel 1983 con un Q-disc che fece parlare di lui. E nel 1984 altrettanta attenzione riscosse a Sanremo col brano La fenice, che gli valse il Premio della Critica.
Spostiamoci a Cervia, dove nel 1944 ebbe i natali il simpaticissimo Piero Focaccia, emblema della canzone estiva degli anni ‘60. Il suo primo 45 s’intitolava Quel pappagallo. Di lì a poco arriva al successo con Stessa spiaggia stesso mare, presentata al Disco per l’Estate 1963. E qualche anno dopo, nel 1970, con la famosa Permette signora. Qualche anno ancora, e smette praticamente l’attività per dedicarsi ad un locale che aprì nella sua Cervia. Fu a Sanremo nel 1964 (con L’inverno cosa fai?), nel 1971 (con Santo Antonio, Santo Francesco) e nel 1974 (con Valentin tango).
Di Cesenatico il grande Emilio Pericoli, leva 1928. Debuttò alla fine degli anni ’40 scoperto da Lelio Luttazzi. Divenne popolare negli anni ‘50 partecipando a trasmissioni e festival. Lavorò molto anche all’estero facendo conoscere la canzone italiana. Vinse il Festival di Sanremo nel 1963 col brano Uno per tutte in coppia con Tony Renis. Partecipò anche nel 1962 (finalista con la celeberrima Quando quando quando) e nel 1964 (con Piccolo piccolo).
Armando Savini, nato a Dovadola nel 1946, cominciò in sordina nel 1965 ma al Disco per l’Estate del 1968 portò in finale (e nella hit parade fra i dischi più venduti) il brano Perché mi hai fatto innamorare (del ferrarese Glauco ‘Bob’ Rosignoli). Partecipò alle più importanti manifestazioni canore del periodo (Cantagiro, Settevoci, ecc.) e verso la fine degli anni ‘70 diede vita a una grande orchestra spettacolo di liscio, occupandosi, contemporaneamente, della gestione di un ristorante. Brani del suo repertorio: Magica visione, La notte no, Sono così, Non c’è che lei, Buttala a mare.
Bruna Lelli, nata a Meldola nel 1938, fu scoperta dal maestro Cinico Angelici ed ottenne un buon successo radiofonico alla fine degli anni ‘50. Dopo aver partecipato a Sanremo nel 1962 (col brano L’ultimo pezzo di terra) ed essere stata valletta di Mike Bongiorno alla Fiera dei sogni, presentò in tv il programma Bim bum bam con Bruno Lauzi e Peppino Gagliardi. Negli anni ‘80 fondò un’orchestra spettacolo di liscio.
Ricordiamo anche Pio (alias Pio Trebbi), nato a Rimini nel 1949, singolare personaggio scoperto (si dice, in un convento dove lui viveva) da Celentano che lo adoperava negli spettacoli come suo sosia. Fu a Sanremo nel 1970 (con Nevicava a Roma in coppia con Rascel) e nel 1971 (con Occhi bianchi e neri).
E chiudiamo questa carrellata speriamo gradita di nomi e carriere col mitico Checco (alias Francesco Marsella, nato a Forlì nel 1944), componente dei Giganti, con i quali partorì brani del calibro di Tema, Proposta, Una ragazza in due, Da bambino e tanti altri. Nel 1969 debuttò come solista a Sanremo col brano Il sole è tramontato. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

I CANTANTI DELLA NOSTRA TERRA (terza parte)

Anna Marchetti ha avuto i natali a Copparo nel 1946. Partecipò a Castrocaro nel 1964 senza arrivare nei primi due posti, utili per accedere a Sanremo. Fu però notata per il suo talento e la sua bellezza, sì che divenne la valletta di Mike Buongiorno ne La fiera dei sogni. Il successo discografico arrivò con La rapsodia del vecchio Liszt e poi con Gira finché vuoi. Partecipò al Festival del 1966 col brano Io ti amo. Altri suoi brani di successo sono Canto d’amore, Amore di donna, L’estate di Dominique, Per conquistare te.
Spostiamoci a Traghetto, e troviamo Elio Gandolfi, classe 1951. Vincitore di Castrocaro nel 1967, partecipò di diritto a Sanremo nel 1968 col brano La vita in coppia con Shirley Bassey. Nel 1969 vi partecipò ancora col brano Il sole è tramontato. Alle sue spalle, una lunga gavetta nelle balere emiliane. Partecipò a varie trasmissioni televisive e per quattro puntate rimase il campione in carica a Settevoci.
Ancora attivo sulla scena è Nini Zironi, nativo di Migliarino. Scoperto da Pippo Baudo, esordì a 18 anni a Settevoci. Da allora è un susseguirsi di partecipazioni, dal Cantagiro al Festivalbar, da Domenica In a tutti i principali programmi della tv italiana. E, parallela alla carriera di cantante, una altrettanto importante di esperto musicale: 11 i dischi all’attivo e ben 722 le apparizioni televisive fino ad ora.
E poi Piergiorgio Farina, classe 1938, un altro figlio di Goro assurto a gloria nazionale per meriti musicali. Violinista e cantante, debuttò anche lui al celebre Settevoci di Pippo Baudo e da allora non ha più smesso di girare l’Italia con la sua orchestra. Ha anche partecipato al Festival di Sanremo, nel 1968, in coppia con Orietta Berti col brano Tu che non sorridi mai. Altri suoi brani di successo: Erba di casa mia, L’amore è come il sole, Basta così, Non faccio miracoli, Bluff, Il padrino. Ha partecipato anche a film importanti, quali Dancing Paradise di Pupi Avati (1982) e L’amore è come il sole di Carlo Lombardi (1969)
E andiamo in Romagna, dove il talento di certo non manca. Non ci spostiamo di molto: andiamo a Lugo, dove incontriamo ben tre personaggi, che molti ricorderanno. Pierfilippi (alias Adolfo Filippi), classe 1938, che debuttò nel 1957 vincendo un concorso di voci nuove e mise su un’orchestra con la quale si esibì nei locali romagnoli, diventando uno degli artisti più richiesti dai night. Edda Montanari, classe 1940, che vinse Castrocaro nel 1958 e quindi ottenne lusinghieri successi al Festival di Zurigo e alla Sei giorni di Milano. Curiosamente, sia Pierfilippi che Edda Montanari approdarono all’edizione del 1962 del Festival di Sanremo, lui col brano Occhi senza lacrime, lei con Prima del paradiso. La terza lughese è Cristina Jorio, classe 1928. Scoperta dal maestro D’Anzi in un locale di Bellaria, il suo primo disco fu il classico Johnny Guitar. Entrò a far parte dei cantanti della RAI diretti dal maestro Brigada, cantando nella famosa trasmissione radiofonica Motivo in maschera. Passò più tardi col maestro Calvi ed in teatro fu protagonista de I divi della radio. Compì tournée all’estero prendendo parte alle principali manifestazioni canore di quegli anni. Fu a Sanremo nel 1958 col brano Io sono te, in coppia con Carla Boni. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

I CANTANTI DELLA NOSTRA TERRA (seconda parte)

Rimaniamo a Ferrara e ricordiamo Oscar Carboni, classe 1914, spentosi nel 1993. Cominciò giovanissimo a cantare nelle balere servendosi, pensate, di un megafono di cartone. Nel 1940 vinse un concorso per voci nuove indetto dall’EIAR, fu scritturato e cominciò a cantare con l’Orchestra Barzizza. Trasferitosi per qualche anno in Sudamerica, rientrò in Italia nel 1952 per partecipare al Festival di Sanremo (dove portò tre brani, due dei quali approdati alla finale) e a quello di Napoli. Fu tra i protagonisti del Festival Italiano a Parigi e della fortunata trasmissione televisiva Voci e volti della fortuna. Sposato alla cantante Rosanna Vallieri, fece concerti e incise brani insieme a lei. Fra i suoi cavalli di battaglia ricordiamo: Addormentarmi così, Tango delle capinere, Perché le donne belle e Madonna delle rose.
Rimaniamo ancora a Ferrara, ma in tempi più vicini a noi, con Gianni Meccia, leva 1931, che fu anche autore di gran parte delle sue canzoni. Debuttò alla fine degli anni ‘50 nel Musichiere di Mario Riva cantando Odio tutte le vecchie signore. Il primo grande successo arrivò nel 1960 con Il barattolo, cui seguì Il pullover. Scrisse molte canzoni anche per altri. Negli anni ‘80 forma I Superquattro insieme con Jimmy Fontana, Nico Fidenco e Riccardo Del Turco, presentando le loro vecchie canzoni. Fra i brani del suo repertorio: Pissi pissi bao bao, Quelli che si amano, Sole non calare mai.
Meno noto il nome di Lorella Pescerelli, nata a Ferrara nel 1960, che debuttò nel 1978 vincendo il concorso Cento Città. L’anno dopo è già a Sanremo, col brano New York, che approda in finale. Dopo qualche anno da solista, entra nei Daniel Sentacruz Ensemble (che, per chi non lo ricorda, fu un gruppo mietitore di grandi successi quali Soleado, Allah Allah, Aguador e Linda bella Linda) finché non si ritirerà per dedicarsi alla famiglia.
E andiamo in provincia. E precisamente a Cento, dove, nel 1935, nasce Silvia Guidi (alias Ersilia Guidetti), che cominciò a cantare alla fine degli anni ‘50 partecipando a varie tournée negli Stati Uniti, in Canada e in Sudamerica, anche in veste di animatrice di spettacoli su navi da crociera. Partecipò al Festival di Sanremo nel 1961 col brano Notturno senza luna, e nel 1962 con Fiori sull’acqua. Fra i suoi successi anche: Conta le stelle, Quando c’è la luna piena, Il venditore di felicità, Qualcuno mi ama.
(Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

I CANTANTI DELLA NOSTRA TERRA

Pensi a città e regioni italiane ricche di nomi e di tradizioni canore e cosa ti viene in mente, almeno a livello popolare? Genova, Napoli, Roma, Bologna e, più recentemente, Catania e la Puglia. E la nostra Bassa? E la Romagna? Abbiamo fatto mente locale e messo giù i primi nomi che ci venivano in mente; poi abbiamo abbozzato una piccola ricerca. E alla fine ecco che i nomi li abbiamo trovati, e anche tanti. E allora ci siamo risolti, certi di fare cosa gradita, a ricordarne qualcuno, in quest’epoca in cui si tende a consumare e a dimenticare tutto e tutti un po’ troppo in fretta. Trascuriamo i nomi più importanti e più recenti, a tutti noti. Inutile parlare della Raffaella nazionale, della Pausini, di Alice, Casadei e Bersani. Così come ci pare del tutto superfluo spiegare chi è Milva, la nostra Pantera di Goro. Parliamo invece di quei cantanti, in alcuni casi anche molto importanti, che da tempo non calcano più i palcoscenici televisivi, oppure di quanti sono stati ‘meteore’, pur con talento, e hanno lasciato un segno.
E cominciamo da un nome grande, anche se poco noto ai più giovani, essendo in auge negli anni ‘50 e ‘60. Si tratta di Carla Boni (alias Carla Gaiano), nata a Ferrara nel 1925. Cominciò la sua carriera proprio a Ferrara, grazie a uno spettacolo per le forze armate americane. Nel 1951 entrò a far parte dei cantanti della RAI e da lì fu al Festival di Sanremo (numerose le sue partecipazioni e una vittoria, nel 1953, col brano Viale d’autunno, in coppia con Flo Sandon’s), al Festival di Napoli, a quello di Venezia (vinse nel 1956 col brano Vecchia Europa) e al Disco per l’Estate. Fra i brani più celebri del suo repertorio ricordiamo Johnny Guitar, Mambo italiano, L’ultimo pezzo di terra, Timida serenata, Arsura, Casetta in Canadà e tante altre. Ancora negli anni ‘80, col marito -il grande Gino Latilla-, Nilla Pizzi e Giorgio Consolini forma il gruppo Quelli di Sanremo col quale gira piazze e teatri di tutta Italia con straordinario successo. Recentemente ha partecipato al tributo alla Rettore, interpretando la famosa Cobra.
(Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

venerdì 28 ottobre 2011

TOMASI TOURISM


La TOMASI TOURISM, ultima società figlia dello storico gruppo immobiliare TOMASI CASE, fa il suo ingresso nel mondo del turismo con le sue prime due strutture realizzate: il Residence Village L'Airone Bianco e il Residence Playa Dorada.

La società inaugura i suoi uffici, presso la nuova sede "Casa Rossa" in Loc. Collinara, S.S. Romea n. 6 a Comacchio, nella giornata di giovedì 8 Dicembre 2011 .

Il personale della Tomasi Tourism sarà lì a disposizione per accogliervi e soddisfare ogni vostra esigenza."
Per informazioni contattaci al numero 0533.673030 oppure visita il nostro sito
http://www.tomasitourism.com

martedì 25 ottobre 2011

Un grande vecchio, il Moraro


A Monticelli, il ridente paese vicino a Mesola, esiste uno dei ‘grandi vecchi’ del mondo vegetale: un gelso conosciuto come ‘il Moraro’, che ha superato i due secoli di età ma che, a parte qualche acciacco, gli anni sembra portarseli bene. Il proprietario del terreno, il signor Giulio Zanellati, ci ha raccontato che, nonostante le sue cure, la pianta ha qualche ‘fungo’ del legno. Stia tranquillo, signor Zanellati: ci siamo informati e pare che quel ‘fungo’, male abbastanza comune nei gelsi, venga anche a giovani virgulti di pochi anni: siamo pronti a scommettere che il Moraro vivrà... anzi, vegeterà, per almeno altri 200 anni (e, se anche fosse altrimenti, ci consola il fatto che non ci saremo più a poter pagare la scommessa). Il signor Giulio ci ha raccontato che sono venuti a vederlo persino dei turisti americani: la sua fama ha dunque varcato l’oceano. E’ un fatto che in certi paesi gli alberi siano tenuti in gran conto da persone e governi, perché costituiscono un bene di e per tutti. Da noi, li consideriamo semplici oggetti, da tagliare, mettere o spostare a piacimento. Meno importanti delle macchine, visto che spesso vengono tagliati per fare dei parcheggi. Eppure gli alberi ci danno pace, armonia e ossigeno; le macchine soltanto stress e... ossido di carbonio. Ce ne accorgeremo fra pochi anni, quando l’inquinamento avrà superato il limite di sopravvivenza. Lunga vita al Moraro, che di amministrazioni e governi, in 200 anni, ne ha visti passare tanti, sopravvivendo a tutti: gli (e ci) auguriamo di vederne passare altrettanti, cominciando al più presto. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

Guglielmo Cenni, uno dei Mille

Guglielmo Cenni, fu Lorenzo, nato a Comacchio, anche se di famiglia imolese, compare nella Gazzetta Ufficiale del 12 novembre 1878 che riporta l’elenco ufficiale dei Mille (con, tuttavia, delle lacune, dovute all’impossibilità di calcolare precisamente il numero e l’identità dei componenti della spedizione). Poco si sa di lui, se non che era il fratello di Quinto, nato ad Imola nel 1845 e morto in Brianza nel 1917, considerato il maggior pittore italiano di bozzetti militare del XIX secolo, colui che creò il famoso periodico L’Illustrazione Italiana e lo diresse dal 1887 al 1897. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

venerdì 21 ottobre 2011

Festa Halloween Comacchio 2011

Nelle giornate 29-30-31 Ottobre  per le vie del centro storico di Comacchio grande festa di Halloween, saranno presenti  animazione di strada,  esibizione di figuranti e stand gastronomici.
Non mancate!
Programma completo







Per informazioni
Ufficio Informazioni Turistiche - Comacchio
Tel. 0533 314154 Fax. 0533.319278
comacchio.iat@comune.comacchio.fe.it
web www.turismocomacchio.it

mercoledì 12 ottobre 2011

UN ITINERARIO ALLA SCOPERTA DEI LIDI DI COMACCHIO, SPIAGGIA, MARE, E NATURA NEL CUORE DEL PARCO DEL DELTA DEL PO











La costa si estende per 25 km dal Po di Goro al fiume Reno ed è tutta nel comune di Comacchio. Si tratta di un litorale sabbioso, lungo il quale si susseguono sette centri balneari. Ognuno dei sette lidi ha una realtà ed un'anima diversa, tale da rendere le sette spiagge peculiari e diverse le une dalle altre. Venendo da nord s'incontra il Lido di Volano, dove il Po arriva a mare. Racchiude un'inestimabile risorsa ambientale ed è il lido forse "più naturale" perchè meno antropizzato. Segue il Lido delle Nazioni, dalla vocazione più mondana e sportiva, che è il più recente. Simili sono il Lido di Pomposa e il Lido degli Scacchi, le cui caratteristiche di tranquillità e attenzione al verde li rendono particolarmente adatti al turismo delle famiglie. Portogaribaldi è la località in cui maggiore è la popolazione residente: vive non solo durante la stagione balneare, ma rappresenta il porto di Comacchio, fulcro di numerose attività economiche. I lidi più a sud, Estensi e Spina sono caratterizzati da spiagge chilometriche, interminabili, come difficilmente si può vedere altrove. Il primo è il più famoso, il più frequentato perchè ricco di servizi commerciali, di locali notturni, e di strutture di intrattenimento; il secondo è a vocazione prettamente residenziale: è ricco di pinete e villette immerse nel verde. Per gli appassionati delle due ruote, suggeriamo un itinerario che, partendo da Porto Garibaldi porta al Lido più a nord del territorio: il Lido di Volano.
-Partendo in bicicletta da Porto Garibaldi, prendiamo la Strada Panoramica dei Lidi (o via Acciaioli) in direzione nord, e giungeremo in una quindicina di minuti al primo bivio per il Lido delle Nazioni (alla nostra destra, in un tratto in cui l’Acciaioli curva nettamente a sinistra). Imboccato tale bivio, procediamo per circa 200 metri superando i campeggi che vedremo alla nostra destra, attenti a far caso, sul lato sinistro della strada (e precisamente: sùbito prima del cartello indicante il Lido delle Nazioni), al viottolo d’accesso, sterrato, all’area occupata dalle cosiddette Dune di San Giuseppe.
-Risalenti al XVII secolo, esse raggiungono i tre metri d’altezza. Sono liberamente accessibili, pur soggette a vincoli ambientali di Provincia e Regione.
-Ritornati sui nostri passi, possiamo addentrarci nel Lido delle Nazioni per poche decine di metri, osservando sulla nostra destra il Capanno di Garibaldi, che ricorda il luogo dove l’Eroe dei Due Mondi sbarcò, con la povera Anita (che sarebbe morta di lì a poco), braccato dal nemico, (tra l’altro proprio quest’anno ricorre il 150 anniversario dell’unità d’Italia e Comacchio è uno dei cinque siti nazionali ritenuti più significativi per ricordare le vicende garibaldine. Tante e importanti le iniziative previste).
-Attraversiamo tutto il Lido delle Nazioni fino ad arrivare al Lago delle Nazioni, regno degli sport acquatici, bordeggiato da allevamenti di cavalli. Si può costeggiare il lago a piedi o in bici per un tratto, fino ai recinti del vicino allevamento di tori e cavalli. Flora e fauna sono grossomodo i medesimi della vicina Valle Bertuzzi, con qualche elemento in più: per esempio, il cosiddetto Airone Guardabuoi, attirato qui proprio dalla presenza di tori e cavalli, dei cui parassiti si ciba. Inoltre: lo Smergo, il Fratino, il Corriere, il Piro Piro. Tuttavia, poiché nel e intorno al lago si svolgono diverse attività (sport nautici, pesca, equitazione), risulta più difficile vederli.
-Consigliabile una ‘puntata’ sulla strada Acciaioli, aldilà della quale si apre in tutta la sua bellezza la Valle Bertuzzi (per la precisione, si tratta di quanto resta di tre valli diverse: Bertuzzi, Cantone e Nuova). A pochi metri di distanza, circa all’altezza dell’Hotel Spiaggia Romea, c’è un piccolo passo che costituisce l’unico punto fruibile della Valle (non esistendo percorsi o sentieri interni): un centinaio di metri, quanti bastano a raggiungere una torretta d’osservazione sulla quale vale la pena di soffermarsi armati di macchina fotografica, immortalando i Fenicotteri, gli Aironi e le decine di specie che vi dimorano e che è davvero facile avvistare. Vasta circa 2000 ettari, presenta la vegetazione tipica delle Valli e delle aree salmastre, ed ospiti illustri quali il Cormorano, il Germano reale, il Fenicottero, la Garzetta, il Gabbiano corallino e la Starna.
-Tornando presso il Lago, il nostro itinerario prosegue prendendo Via della Rella (un cartello non c’è ma è facilmente identificabile in quanto l’unica strada che va verso sinistra, alberata da un lato, e chiusa da una sbarra per impedire il transito delle auto). Da questa strada (sterrata) si può raggiungere, in circa mezz’ora, il Lido di Volano, e precisamente la strada interna alla Pineta di Volano. Ma si possono fare anche ‘puntate’ e soste sulla striscia costieraformata soprattutto da argini.
-La Pineta, dalla bella e rettilinea strada interna (lunga oltre 4 km), è una riserva naturale di oltre 170 ettari, costituita da arenili di recente deposito marino sui quali si è sviluppata la vegetazione tipica delle dune costiere con Pini Silvestri e Marittimi, Lecci e Farnie. Il sottobosco è ricco di Ginepri, Olivelle, Rovi, Asparagi, Code di Lepre, oltre a Tamerici ed agli Astri Marini nelle zone umide. Numerose anche le specie avicole: presenti la Garzetta, gli Aironi Rosso e Cinerino, Merli, Fagiani, Ghiandaie, Colombacci e Folaghe.
-Chi volesse prolungare la passeggiata in bici d’un altro paio di chilometri (ne vale la pena), può procedere ancora in direzione nord, addentrandosi, oltre la chiusa del Po, nel cosiddetto Scannone di Volano, seguendo il sentiero che va a lambire la Sacca di Goro e che termina con un’altra torre d’osservazione dalla quale si possono avvistare numerose specie. Lo Scannone di Volano, rimane compreso fra due rami della foce del Po. Al termine della strada interna alla Pineta si troverà facilmente l’incrocio detto comunemente Bivio della Madonnina (per la presenza d’un’edicola votiva), presso il quale è l’ampio piazzale sterrato della chiusa.
-In alternativa, si può percorrere (in parte a piedi) la spiaggia fino alla foce del Po di Volano, luogo veramente suggestivo.
-Da qui si può riprendere la via del ritorno. Consigliabile, sùbito dopo il Lido delle Nazioni, lasciare la strada Acciaioli e attraversare i Lidi di Pomposa e Scacchi, ricchi di negozietti e posti di... rifornimento, quindi la zona del Vascello d’Oro, e infine Via Genova, che ci riporta sul lungomare di Porto Garibaldi.
Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi

mercoledì 5 ottobre 2011

Curiosità sul corpo umano: ma quanto pesa un cervello e poi...

...Il peso del cervello varia fra 1,5 e 2 kg e rappresenta il 2% del peso corporeo, però consuma il 20% dell’ossigeno metabolizzato dall’organismo. Alla nascita il neonato ha già dai 50 ai 100 miliardi di neuroni che, ipoteticamente allineati, coprirebbero la distanza compresa fra Milano e Reggio Calabria. Ogni neurone è collegato a circa 50.000 cellule nervose, per un totale di 100.000 miliardi di connessioni o sinapsi. Si ritiene che il cervello possa contenere informazioni pari a circa 1.000 enciclopedie di 20 volumi ciascuna. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

Curiosità sul corpo umano: il cibo e i sapori

...Ognuno di noi durante la vita mangia 40 tonnellate di cibo, utilizzando i denti, la cui copertura di smalto è il tessuto più duro di tutto l’organismo. Sulla lingua abbiamo circa 4.000 papille gustative, ciascuna collegata a più di 50.000 terminazioni nervose, che permettono al cervello di distinguere i sapori principali. Migliaia di sfumature sono poi distinguibile grazie alla combinazione del gusto con l’olfatto.
(tratto dalla rivista new Corriere dei Lidi)

Curiosità sul nostro corpo: il percorso del cibo

...Dentro di noi il cibo fa un percorso di circa 10 metri. In quanto tempo? Dalla bocca all’esofago impiega circa 10 secondi. Nello stomaco la permanenza è dalle 2 alle 6 ore, nell’intestino tenue da 3 a 5 ore. Quanto rimane finisce nell’intestino crasso, dove può rimanere da un minimo di 4 ore fino a 3-4 giorni. Per questo processo ogni giorno produciamo 2 chili di succhi gastrici, 1 di bile e circa 25.000 fermenti.
(Tratto dalla rivista new Corriere dei Lidi)

Curiosità sul nostro corpo: i peli

...Il nostro corpo è ricoperto in media da 5 milioni di peli. Se il cuoio capelluto ne ha il numero maggiore (Kojak escluso) cioè circa 150.000 capelli, il secondo posto è tenuto dalle ascelle (12.000 follicoli piliferi), dal pube (7.000) e dalle sopracciglia (1.400). Nel corso della vita produciamo circa 3 milioni di capelli, ognuno dei quali vive in media 4 anni. Ogni giorno ne cadono da 35 a 100. Il nostro corpo produce ogni 24 ore circa 35 metri di peli, che crescono a velocità diversa: 44 mm al giorno i peli del torace, 36 quelli delle ascelle, 35 i capelli e 27 la barba.
(tratto dalla rivista new Corriere dei Lidi).

mercoledì 21 settembre 2011

Una curiosità su Comacchio del 1862


In un documento d’archivio del Comune di Comacchio relativo all’anno 1862 risultavano di proprietà dell’amministrazione le seguenti cose: la Porta dei Cappuccini con la casa del portinaio; la Piazza del Duomo, col forno pubblico, la pesa pubblica e una casa; il Cimitero; Via Marchesana con la casa usata dal sottoprefetto ed il Monte di Pietà; il Ponte delle Carceri; l’Opedale con la corte, l’orto e l’andito; la Porta di San Pietro; le Carceri, con l’orto; la Pescheria; la Piazza Grande con la Corte Comunale, il Palazzo Comunale, la Torre dell’Orologio; la Ponticella di Piazza; la Porta del Carmine con la casa del portinaio; le strade del Carmine e del Teatro; la Loggia dell’Annona con il Portico dei Granari e l’ufficio dell’annona; l’Androne delle Stimmate col relativo piazzale; il Loggiato dei Cappuccini con il portico; la Porta dei Tre Ponti con la casa del portinaio; Magnavacca con le Casette e le Valli. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi).

La demolizione della Chiesa di San Martino di Tours

  • Negli Anni Dieci del Novecento a Codigoro fu portata a termine la demolizione della Chiesa di San Martino di Tours (patrono del paese) e dell’attigua torre campanaria. Dicono le cronache che versasse in pessime condizioni di conservazione, che però non giustificano l’abbattimento. Se ancora oggi rimane il rammarico per l’inutile mutilazione al patrimonio artistico, l’amministrazione di allora non trovò quasi opposizione al progetto, e la demolizione fu portata a compimento in breve tempo. La Chiesa sorgeva all’angolo dell’odierna Piazza Matteotti, sulla cui area venne realizzata negli Anni Trenta la Casa del Fascio (oggi caserma della Finanza). All’interno della Chiesa si trovava un pregevole coro ligneo dipinto da pittori di scuola ferrarese. Inoltre, opere del pittore Ludovico Lana (nato a Codigoro nel 1547 e vissuto al séguito della corte estense fino alla veneranda età di 99 anni. Molte delle sue opere sono conservate a Modena, dove morì), di Benvenuto Tisi da Garofano, di Dosso Dossi. Uno dei dipinti di quest’ultimo, raffigurante l’Apparizione di Maria a Giovanni Battista, venne trasferito in Municipio e quindi venduto allo Stato per la Galleria degli Uffizi di Firenze. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi).

Tomasi Case Summer 2011


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lunedì 12 settembre 2011

TRA LE VALLI DA PESCA PIU' IMPORTANTI, LE VALLI DI COMACCHIO

(…) Nel continente europeo le valli da pesca più importanti sono destinate alle anguille e ai cefali. Le anguille, allorché sono allo stadio giovanile e hanno raggiunto i 90-100 mm di lunghezza (dette cieche), penetrano a milioni nelle acque dei fiumi e si disperdono nei laghi, nelle lagune e nei canali dove vivono fino a raggiungere la maturità. Le lagune interne, quali le Valli di Comacchio, sono un terreno ideale per sfruttare questo istinto delle anguille e creare di conseguenza degli allevamenti. Giunte all’età adulta, le anguille (dette adesso argentine) vengono raccolte per mezzo dei lavorieri o manovrieri usati in particolare in Italia, oppure mediante i bordigues, apparecchiature molto simili, usate in Francia e in Spagna. (…) Fino a non molti anni or sono una delle vallicolture più prospere del Mediterraneo erano le Valli di Comacchio, dalle quali provenivano annualmente grandi quantità di anguille che venivano marinate in speciali stabilimenti e che il nostro Paese riusciva persino ad esportare. Oggi la maggior parte delle valli, ossia le Valli Pega, Rillo, Zavelea e Mezzano, sono state prosciugate a cura della compagnia petrolifera BP che sui terreni, cosiddetti ‘strappati alle acque’, ha realizzato vaste colture di semi di ravizzone ossia di quel seme che viene usato per la fabbricazione di olio di semi vari e che, come recentemente dimostrato, contiene alte quantità di acido erucico, un acido capace di lasciar stecchite le cavie in laboratorio e certamente per nulla indicato alla salute umana. Si sono salvate solo le tre valli da pesca: Valle Fossa, Valle Porro e Valle Magnavacca che attualmente sono in stato di abbandono ma che, a quanto si dice, saranno nel futuro attrezzate per l’allevamento di orate, cefali e anguille di qualità pregiata. (Dalla voce ‘Vallicoltura’ dell’Enciclopedia “Il Mare” (1974, De Agostini). (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

IL PORTOCANALE DI PORTO GARIBALDI


Il porto di Porto Garibaldi (44° 40’ di latitudine nord e 12° 15’ di longitudine est) occupa la parte terminale del Canale Pallotta ed è difeso da due moli paralleli protesi verso est-nord-est per circa 250 m. L’entrata al porto (difficoltosa con forti venti da nord-est e da sud-est) è segnalata da un faro a luce rossa sul lato sinistro (un lampo ogni 5 secondi, portata 4 miglia, su candelabro a fasce bianche e rosse) e da un fanale a luce verde sul lato destro (un lampo ogni 5 secondi, portata 6 miglia, su candelabro a fasce bianche e nere). Presso la radice del molo nord sorge un faro (una torre cilindrica bianca, addossata a una casa) che emette luce bianca a gruppi di 4 lampi ogni 10 secondi, visibili fino a 12 miglia.
(Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi).

domenica 4 settembre 2011

Residence Claudia - Lido degli Estensi

Ville di nuova costruzione di diverse tipologie e metrature, giardini privati, ampi terrazzi, grandi ambienti per trascorrere la vacanza in modo confortevole. Villetta disposta al piano terra composta da giardino privato, ampio porticato coperto dotato di barbecue, all'interno un ampio soggiorno con cucina a vista, due camere da letto matrimoniali, un grande bagno accessoriato con doccia, un secondo ampio porticato retrostante coperto.  Predisposta all'impianto di riscaldamento e di condizionamento autonomo.
Disponibile Virtual tour sul nostro sito 
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venerdì 26 agosto 2011

IN GIRO PER LA CITTÀ DI COMACCHIO...

QUARTIERE ISOLA - VIA GATTAMARCIA
ATTUALE VIA CAVOUR


Fra via Mazzini e Piazzetta Ugo Bassi si innalza il maestoso Duomo di Comacchio, dedicato a San Cassiano martire, patrono della città. La prima cattedrale fu edificata nel 708, sotto il Vescovo Vincenzo e restaurata, poi, nel 1200. Demolito il vecchio fatiscente Duomo il 25 marzo 1659, festa dell’Annunciazione, il Vescovo Sigismondo I pose la prima pietra della nuova fabbrica. Nel 1708 si annuncia gioiosamente che la cattedrale è finita, ma non ancora completa per officiare tutti i giorni. Nel 1740 venne solennemente consacrata. La bellissima Via Cavour è uno dei tratti più affascinanti e antichi che, assieme a Via S. Pietro, interseca il lungo tratto dalla Chiesa dei Cappuccini a quanto rimane di quella di Sant’Agostino. Una conformazione che dà l’immagine di una croce. Questa via un tempo era vivissima e comprendeva diverse osterie, un teatro, la Chiesa di Sant’Antonio di Padova ed emergenze architettoniche di notevole importanza. L’ambiente era tutt’uno con la Valle Isola. Addirittura alcuni uccelli acquatici palustri venivano a posarsi a pelo d’acqua sugli alvei interni. La vivacità di Via Cavour si è interrotta, in parte, con la bonifica di Valle Isola ed in parte con l’abbandono delle tradizioni popolari, dopo gli anni Sessanta del secolo scorso. In epoca recente gli abitanti del quartiere Isola attendevano, con grande entusiasmo, due feste: quella del 13 giugno, festa di Sant’Antonio di Padova, e il Corpus Domini, che si svolgeva ogni quattro anni. La festa di Sant’Antonio era sentita in modo particolare dagli abitanti del rione: il santo, adagiato sull’apposita base, veniva portato a spalla da quattro devoti appartenenti alla confraternita lungo le vie Cavour, Carducci, Piazza Umberto I (attuale Piazza Folegatti), XX Settembre e per un breve tratto di Corso Mazzini. Anticamente la via era chiamata Gattamarcia (la targa posta all’inizio della strada mostra la dicitura Via Cavour già Gattamarcia). A questo punto è lecito chiedersi il perché di tale denominazione. Il cambio è stato senz’altro un riscatto toponomastico importante per la stessa strada dedicata a Camillo Benso conte di Cavour, statista d’altissimo livello che spese la maturità della sua vita per affermare anche nella politica le sue idee liberali. La denominazione di “Gattamarcia” quasi sicuramente era riferita al fatto che in passato in quel tratto di strada o di canale era abitudine gettare di tutto, compreso animali morti. Sembrerebbe una forzatura o un modo semplice di leggere il binomio Gatta-marcia. Tuttavia, nel caso specifico, Gerolamo Merchiorri, nella sua “Nomenclatura delle Piazze di Ferrara”, scrive (pagina 238): “Via della Vittoria comincia da “Via Gattamarcia” dal brutto vezzo che avevano gli abitanti di buttare sulla via animali morti, gatti in specie {...} E l’incivile usanza era comune ad altre vie e ad altre località. Infatti del 1473 il Duca Ercole I d’Este faceva chiudere uno stradello tra la contrada di S. Nicolò (Via Mazzini) e quella di Via Gusmaria, perché nido di ladri, di malandrini, di sodomiti e perché vi gettavano letami, cani, gatti e galline morte! Di una via Gattamarcia si ha notizia nel 1361 nel villaggio di Gaibana: e anche a Monestirolo una via o località, si appella tuttora con si brutto nome”. In realtà, del termine Gattamarcia, che ricorre in molte località italiane (anche come Gattamorta, Gattamora ed altre varianti), pare accertata la provenienza dal longobardo “gatt” (acqua), “marcia” in quanto stagna o di scarico. Starebbe quindi a indicare un comunissimo canale di scolo, ricovero di acque di scarto, e non necessariamente di animali. In Via Cavour, dove attualmente si trova la sede del circolo ricreativo “il Bastone”, vi era un edificio gentilizio, dimora di una ricca e benestante famiglia trasferitasi in altra città. Fu sede scolastica per breve tempo. Dopo il suo abbandono, fu occupato dalle famiglie più indigenti di Comacchio, subendo così un generale degrado, tanto che al nobile palazzo fu affibbiato l’appellativo di “Palazzone”, l’alloggio dei più poveri, perché al suo interno vivevano persone in gran parte disoccupate.
Franco Luciani
Cattedrale di Comacchio - Foto d'epoca della collezione privata di Franco Luciani
(Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

OGNI STRADA O PIAZZA, RACCONTA UNA STORIA... QUESTA È QUELLA DI VIA BORGHETTO, L'ATTUALE VIA SAN GIOVANNI BOSCO A COMACCHIO


Via Borghetto (l’attuale Via S. Giovanni Bosco)

Siamo sul sagrato antistante l'ingresso principale della basilica del Duomo; dietro si erge il Palazzo Tura, al palas dil Ghespérìn, già Palazzo Zanoli, un'emergenza architettonica della Comacchio antica. Di fianco, a sinistra, inizia uno stretto percorso che s'insinua fin sul retro dell'abitato di Corso Mazzini, lambendo la riva del canale Lombardo. È un vicolo che non sembra avere dei motivi particolari per approfondire elementi di storia. Eppure le denominazioni toponomastiche, che si sono susseguite nel tempo, possono raccontarci tanto di quell'angusto stradello, anticamente detto Burgat, Borghetto. Gli anziani lo ricordano col nome di Borghetto dei Venti. I1 soggetto, come possiamo verificare, è il vento, o meglio le correnti d'aria che si scontravano (e si scontrano tutt'oggi) facendo volare i nostri berretti e flagellare i nostri ombrelli. Lo stradello, però, non ha avuto timori di certi eccessi atmosferici. Successivamente, proprio per la vicinanza del tempio più importante della città -il Duomo- assunse una denominazione più degna e nobile; Borghetto del Duomo. Nel 1894 arrivarono a Comacchio i preti salesiani i quali in accordo con il vescovo presero possesso di un vasto tratto di caseggiati del lato sinistro del vicolo (guardando VaIle Isola) fondandovi un oratorio, un cortile per i giochi, un teatro e mettendo a disposizione della gioventù tutta la loro operosa carità cristiana. Proprio per questi autentici valori e per ricordare perennemente il Santo dei giovani, nel 1930, l'allora vescovo di Comacchio Sante Gherardo Menegazzi, si prodigò presso l'Amministrazione Comunale affinché il viottolo (ormai detto dei salesiani) fosse intitolato al Beato Giovanni Bosco (l). Dovranno trascorrere ben diciannove anni per avere la tanto sospirata decisione: il 30 aprile 1950 fu finalmente inaugurata la Via S. Giovanni Bosco. Il 17 settembre dell'anno 1950, in occasione dell’anno santo, si festeggiò con una grande cerimonia la nuova via. Nell'occasione celebrò la Santa Messa il vicario generale della diocesi di Comacchio mons. Luigi M. Carli.
di Franco Luciani
(1) Nel 1930 don Bosco non era ancora stato proclamato santo. Beatificato il 19 marzo 1929, fu proclamato santo da Pio XI il 1° aprile 1934. (tratto dalla rivista new Corriere dei Lidi)

sabato 20 agosto 2011

Mae West - Le frasi famose!

Autentica sex-symbol degli anni Venti e Trenta, Mae West, attrice americana di cinema e teatro, era famosa anche per le sue battute. Fuori dal suo camerino c’erano sempre ad attenderla molti ammiratori, con i quali spesso si intratteneva fino a tardi. Una volta, quando le riferirono che dieci uomini l’aspettavano per accompagnarla a casa, lei rispose: “Sono stanca: mandatene via uno”. Quando un’amica, osservando la collana di pietre preziose che portava al collo, esclamò: “Bontà divina, che diamanti stupendi!”, lei fece la pudica e disse: “La bontà, non ha niente a che farci”. ( tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

I segreti per vivere a lungo

...I segreti per vivere a lungo? Nel 1967, a Ilkhych sulle rive del Caspio si festeggiarono i 100 anni di matrimonio della coppia Balakiski. Al momento della festa lui aveva 130 anni, lei 111. Fu chiesto loro il segreto della longevità. Lui disse: “Lei ha sempre avuto un buon carattere”. Lei: “Lui mi ha sempre trattata bene. avrebbe potuto prendere molte altre mogli. non l’ha mai voluto”. Alla domanda: qual è il vostro segreto? Memé Plume, 108 anni nel 1970, rispose: “L’amore fedele, per non avere delle grane. E le corse in auto”. Un altro disse: “La birra!” Ne beveva ben 5 litri al giorno. Altri ancora: “Vedete un po’ voi… ho sempre guardato avanti e sono molto curiosa”; “Vivete come il cuore vi detta e come vi pare”; “Sapete che sono condannata da mezzo secolo? Pare che io abbia un cancro allo stomaco”. Ci sono centenari che fanno diete particolari, e mangiano solo latte e minestra, oppure due litri di latte con 14 zollette di zucchero, oppure 4 dolci differenti ad ogni pasto, oppure vino zuccherato e aspirina. Uno non rinuncia a 4 pasti al giorno a base di latticini, miele, formaggio di capra, legumi, niente carne, acqua di fonte e tutte le sere zuppa di cipolla e 16 ore al giorno all’aria aperta... Se davvero c’è un denominatore comune per tutti i centenari, forse è che possiedono sempre, qualunque sia il loro ceto sociale, una buona dose di humour, uno spirito affabile, e l’attività mentale e fisica aiutata dalla curiosità e dagli stimoli, quando invece una delle caratteristiche costanti dell’invecchiamento ‘normale’ è la perdita dell’allegria e il timore delle novità. C’è stato un ultracentenario americano che pilotava l’aereo, un russo che a 108 anni scalò la parete ovest del monte Elbruz. Senza dubbio gli studi sugli ultracentenari hanno individuato, se non il segreto, almeno uno dei segreti della longevità nel mantenere i propri ritmi vitali: ognuno di noi ha il suo orologio, i suoi ritmi, i suoi momenti di assorbimento e di repulsione. Contrariare questi ritmi equivale ad esporsi a disturbi senza motivo. Bisogna mangiare quando si ha fame, non quando vuole la convenzione, e così tutto il resto. (tratto dalla rivista New Corriere di Lidi)

domenica 7 agosto 2011

Curiosità sull’anguilla di Comacchio


A proposito della nostra sorella delle Valli, la tradizione popolare voleva che mangiare il cuore di un’anguilla conferisse poteri divinatori. Bisognava fare attenzione, però, essendo che l’appetito vien mangiando, a non mangiarla tutta: ciò, infatti, toglieva per sempre l’uso della favella. Una tradizione inglese sosteneva la tesi per cui un crine di cavallo tenuto nell’acqua si trasformi in un’anguilla. Certo gli allevatori sarebbero contenti. E’ noto, inoltre, che i guerrieri di alcune tribù d’Indiani d’America, fra le quali quella dei famosi Cherokee, si strofinassero la pelle con le anguille per diventare viscidi e difficili da afferrare in combattimento. Un rimedio popolare suggeriva infine che per guarire il marito o la moglie dal vizio del bere si doveva immergere, all’insaputa del coniuge e possibilmente con una certa determinatezza, un’anguilla viva nel suo vino, ciò che avrebbe tolto la voglia di alcol per sempre.
(Tratto dal New Corriere dei Lidi)

venerdì 5 agosto 2011

Lago Delle Nazioni - Tomasi Case

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domenica 31 luglio 2011

BANDIERE BLU 2011

Sono 233, distribuite in 125 Comuni (il 6% in più rispetto al 2010), le spiagge di qualità in Italia. Due in più dello scorso anno. Lo conferma la graduatoria delle Bandiere blu 2011, il riconoscimento che premia non solo le acque pulite ma anche i servizi e il rispetto dell'ambiente. Il record, per il secondo anno consecutivo, va alla Liguria, dove restano 17 i prestigiosi vessilli della FEE (Foundation for Environmental Education) che quest’estate sventoleranno sulle spiagge. Un primato ottenuto con l'ingresso di Loano (SV) che per la prima volta riceve la Bandiera Blu europea. A seguire ci sono Toscana e Marche, a pari merito, con 16 riconoscimenti. Al terzo posto l'Abruzzo con 14 bandiere (una in più dello scorso anno), mentre stabile a quota 12 c'è la Campania. L'Emilia Romagna guadagna un vessillo (Misano Adriatico (RN); le altre sono: Comacchio e Lidi Comacchiesi; Lidi Ravennati, Cervia-Milano Marittima; Pinarella (RA); Cesenatico, San Mauro Pascoli-San Mauro Mare (FC); Bellaria Igea Marina, Rimini, Cattolica (RN)) portandosi a quota 9, mentre la Puglia, con l'uscita di 2 località a fronte di 2 nuove entrate, ha 8 riconoscimenti. E se il Veneto rimane stabile a quota 6, il Lazio scende a 4 e viene superato sia dalla Sicilia, che arriva a 6, sia dalla Calabria, che sale a 5. 5 bandiere anche per la Sardegna dove il riconoscimento è stato assegnato a tutte le località candidate. A fondo classifica ci sono Friuli-Venezia Giulia e Piemonte che riconfermano le due spiagge premiate dell'anno scorso. Fanalini di coda Lombardia, Molise e Lucania con una sola Bandiera Blu.

(Testo tratto dalla Rivista New Corriere dei Lidi 2011)

mercoledì 27 luglio 2011

Lidi Ferraresi - Scegli la casa dei tuoi sogni

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mercoledì 15 giugno 2011

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domenica 12 giugno 2011

Lido Degli Estensi - Gastronomia

 
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giovedì 9 giugno 2011

mercoledì 8 giugno 2011

gmellaggio cherso-comacchio - festa dell'amicizia

E' tutto pronto per la festa dell'amicizia Cherso-Comacchio, promossa dalla città croata gemellata con la "città lagunare" fin dal 2008. Una delegazione del Comune di Comacchio, formata dagli assessori Oscar Menegale e Pierluigi Negri e dal funzionario e direttore della biblioteca Gianni Persanti sarà ospite degli amici croati nella 2 giorni di festa che si annuncia particolarmente ghiotta e ricca di sorprese. Dopodomani (sabato 11 giugno) è prevista la presentazione dei prodotti tipici dell'isola, la sfilata della banda degli ottoni di Trieste e un concerto della banda locale. Domenica 12 giugno, invece, alle 19 avrà luogo il festival delle cornamuse di Orec, sui seguirà il cinema all'aperto di Cherso, dove verranno proiettati 2 capolavori dell'arte cinematografica dedicati ai 2 paesi gemellati: il documentario del 1940 di Fernando Cerchio, intitolato "Comacchio", antesignano del neorealismo italiano e l'altro, opera di Cesare Bornazzini e intitolato "Uskok": storia degli Uscocchi (anteprima assoluta).
EVENTI

martedì 7 giugno 2011

I Giardini Sul Mare - Lido delle Nazioni

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gemellaggio tra associazioni marinai

Una cinquantina di marinai in congedo del gruppo A.N.M.I. di Pederobba (TV) sono stati ospitati dalla associazione marinai “Costantini Guidi” di Porto Garibaldi per un gemellaggio, ufficializzato alla presenza dei sindaci delle due città, Raffaele Baratto e Paolo Carli. “Ad ottobre restituiremo la visita, per rinnovare questo patto d’amicizia – ja dichiarato con soddisfazioneAlberto Alberi, presidente dell’A.N.M.I. di Porto Garibaldi, che conta ben 300 soci e ha in cantiere per l’estate anche iniziative rivolte ai bimbi: dal 27 giugno accoglierà per un mese gli alunni del territorio comunale con i loro educatori presso la propria sede (ex-bagno Donatello) per i campi solari estivi, mentre nel mese di luglio ospiterà gratuitamente i 25 bambini bielorussi, che trascorrono l’estate presso famiglie comacchiesi, grazie allo straordinario impegno della “Fondazione Aiutiamoli a vivere”, assicurando loro una migliore qualità della vita lontano dalle località ancora esposte alla radioattività di Chernobyl.

EVENTI

sabato 4 giugno 2011

mostra di pittura a palazzo bellini su cesare zavattini

CESARE ZAVATTINI
“…ma è certo che sono un pittore”


Comacchio, Palazzo Bellini
Via Agatopisto, 5
9 giugno – 12 luglio 2011
dal lunedì al sabato 9,00-12,30; 15,00-18,00
Chiuso la domenica. Ingresso libero
Inaugurazione: giovedì 9 giugno, ore 11
Nel corso dell’inaugurazione verrà proiettato il documentario “Le Saline di Comacchio” (courtesy Società Geografica Italiana)
Info: Assessorato alle Istituzioni Culturali 0533/315805, 315829 musei@comune.comacchio.fe.it

Comacchio dedica un omaggio a Cesare Zavattini, personaggio di spicco della cultura italiana del secondo Novecento, con una mostra che illustra la sua notevole attività come pittore.
In esposizione figurano oltre quaranta opere che ricostruiscono il percorso creativo zavattiniano, ponendo l’accento sulla serie bellissima degli “autoritratti” e sull’opera matura dell’artista nella quale l’artista abbandona l’abituale castigatezza dei “quadri minimi”.
A corredo della mostra, curata da Giorgio Boccolari, Orlando Piraccini e Laura Ruffoni, figura un ampio apparato documentario e didascalico sulla figura di Zavattini e sulla sua poliedrica attività. Di particolare interesse anche un servizio fotografico sullo stesso Zavattini realizzato nel 1973 a Luzzara, suo paese natale, dal celebre fotografo Gianni Berengo Gardin.

“ Lo spessore del personaggio è tale – spiega l’Assessore alla Cultura del Comune di Comacchio, Concetto Bellotti - da richiamare, in una eco continua, suggestioni che delineano i contorni di un’epoca, oltre che di un geniale creatore di mondi. Per questo, partendo dal cinema, che ha reso giustamente famoso Zavattini, abbiamo ritenuto di arricchire l’evento espositivo di Comacchio con alcune iniziative di contorno. E questo nella convinzione che il nostro può essere visto anch’esso come luogo ‘ideale’ della poetica zavattiniana, per il suo carattere al tempo stesso di antica e sedimentata realtà e di magica e visionaria essenza, stretta alla terra e all’acqua in uno speciale rapporto di sincerità intessuto della fatica di secoli. Ne è dimostrazione il documentario “Le Saline di Comacchio” di Zavattini, Panzini e Soldati che è stato di recente riscoperto dalla Società Geografica Italiana e che verrà visto per la prima volta a Comacchio in occasione di questa mostra: un corto metraggio fatto della stessa materia di accecante realtà e di poesia unite insieme. Abbiamo poi colto l’occasione delle celebrazioni del centocinquantenario dell’Unità d’Italia che si svolgono anche nel nostro Comune, per dare risalto allo splendido cartone animato “La lunga calza verde”, nato da un’idea di Zavattini e prodotto in occasione del centesimo compleanno della nostra Nazione”.

Realizzata in collaborazione con L’Archivio Cesare Zavattini, Biblioteca Panizzi e Musei Civici di Reggio Emilia, la mostra fa seguito ad un’analoga iniziativa prodotta dal Comune di Bagno di Romagna e dall’Istituto regionale per i beni culturali attraverso la sua Soprintendenza per i beni librari e documentari.
Scrive a questo proposito la soprintendente Rosaria Campioni nella sua premessa al catalogo che “L’ottimo successo ottenuto dall’edizione bagnese ci fa ritenere che anche nella suggestiva sede di Palazzo Bellini l’esposizione non mancherà di suscitare interesse e curiosità non soltanto nella comunità comacchiese, ma anche nei tanti turisti frequentatori della bella e caratteristica località nei pressi della costa adriatica”
Oltre al catalogo della mostra, sarà disponibile per i visitatori il bel volume pubblicato di recente da Compositori di Bologna intitolato Un archivio dell’arte. Cesare Zavattini e la pittura, a cura di Giorgio Boccolari e Orlando Piraccini (Collana Immagini e Documenti/IBC).

Cesare Zavattini nasce nel 1902 a Luzzara (Reggio Emilia). Dopo gli esordi come giornalista e scrittore, negli anni ‘30 si trasferisce a Milano. E’ assunto dapprima alla Rizzoli, poi come direttore editoriale alla Mondadori. In quegli anni inizia l’attività di soggettista e sceneggiatore cinematografico che sviluppa a Roma, dove si stabilisce nel 1940.
Za (così lo chiamavano gli amici) è una delle figure più prestigiose della cultura italiana del Novecento. A lui si devono libri e film memorabili e insieme l'attiva partecipazione al cambiamento del cinema e del mondo attorno a lui, attraverso idee, progetti e iniziative di risonanza internazionale.
In 55 anni di attività artistica basata prevalentemente sulla scrittura, il genio creativo di Zavattini si è espresso nelle forme più diverse e impensate.
Ripercorrendone l’itinerario intellettuale emerge una prodigiosa varietà creativa e si notano, concentrati in un solo uomo, il giornalista e il critico letterario, il redattore e il direttore, oltre che fondatore, di giornali e riviste, lo scrittore e il poeta, il commediografo e il pittore, l’appassionato e l’esperto delle arti visive - come collezionista, raccoglitore di libri d’arte e d’artista, critico d’arte -, il creatore di soggetti per il cinema, per i fumetti e i fotoromanzi, lo sceneggiatore e il regista cinematografico, l’intrattenitore radiofonico, il cultore della fotografia, lo sperimentatore di un utilizzo non istituzionale della televisione, l’organizzatore culturale ed altro ancora. Cesare Zavattini muore a Roma nel 1989.
Presso la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia ha sede l’ ‘Archivio Cesare Zavattini’, che svolge un’intensa attività di studio, di ricerca e di informazione sulla figura e sull’opera del maestro.
L’archivio è costituito da un nucleo centrale le cui carte sono suddivise per argomenti e da tre fondi speciali monotematici, molto ampi: l’Epistolario, la Raccolta dei lavori cinematografici e i cosiddetti Echi della stampa (ritagli di articoli zavattiniani tratti da giornali e riviste). Oltre ad una cospicua Raccolta fotografica e a una nutrita Raccolta iconografica (serie di preziosi manifesti, locandine e fotobuste cinematografiche), l’Archivio conserva una notevole Sezione di documenti “audio e video”. Sono complementari all’archivio una Biblioteca specializzata che conserva le opere di e su Za e una Raccolta dei dipinti che è depositata presso i Musei Civici di Reggio Emilia.

EVENTI

venerdì 3 giugno 2011

spettacolo al voodoo di san giuseppe

Appuntamento da non perdere questa sera (sabato 4 giugno), alle ore 22,30, al Voodoo Arci Club di San Giuseppe con "The Blonde Pitbull burlesque Rock Show", una sorta di cabaret erotico che deve molto all'arte circense, farcendo il tutto con striptease sensuali ma sempre maliziosi e autoironici. Lo spettacolo di Blonde Pittbull si intitola "les suites show - sexy & contemporary rock show". E' l'alternativa in chiave rock e moderna al classico burlesque, abbandonando l'immaginario vintage per esprimere la sua personale visione di ironia e malizia. Le piume e i corsetti vittoriani vengono sostituiti da costumini minilal in latex, pvc e lycra. Le canzoni vintage vengono rilevate dalla grinta del rock. Le mordbide curve da pin up vengono sostituite da una fisicità nuova e atletica, per esprimere con ironia e malizia la propria personalità.

EVENTI

sabato 28 maggio 2011

week end slow sul po di volano

Un altro week-end “slow” sul Po di Volano

Torna, sabato 28 e domenica 29, “Navigare e Pedalare è speciale”, itinerari sperimentali gratuiti sul Po di Volano all’insegna della mobilità slow

Dopo il grande successo del primo fine settimana torna “Navigare e pedalare è speciale”, l’iniziativa organizzata nell’ambito di Primavera Slow 2011 per sperimentare, in barca ed in bicicletta, inediti itinerari sul Po di Volano.
Sabato 28 e domenica 29 sarà possibile visitare, attraverso una mobilità ecosostenibile e a contatto con la natura, alcuni dei punti e località più interessanti che si affacciano su questo ramo del Po, partecipando a laboratori gastronomici e visite guidate ai piccoli tesori d’arte e di cultura.

Sabato 28 maggio l’itinerario sarà dedicato alle Delizie Estensi lungo il Po di Volano con ritrovo a Ferrara (alle ore 10.00 presso il parcheggio ex-MOF) e partenza dalla Darsena con la motonave Nena verso Valpagliaro con visita guidata alla conca. Da qui si proseguirà poi, a piedi, lungo l’argine del Po di Volano per arrivare a Villa Mensa dove, insieme ad un istruttore, si potrà fare pratica di nordic walking, una particolare ed originale tecnica di camminata accompagnata dai tipici bastoncini. Presso l’approdo di Villa Mensa sarà inoltre organizzata un’esibizione di voga alla veneta e una visita guidata alla Delizia Estense con degustazione di prodotti tipici. Il ritorno a Ferrara è previsto in pullman alle ore 18.00.
Domenica 29 l’itinerario “slow” sul Po di Volano sarà invece dedicato a “Storia e natura nelle terre di Mezzo” con partenza alle ore 9.30 da Tresigallo (Piazza Italia) per una visita, in bicicletta, alle architetture del Novecento per arrivare alla darsena di Final di Rero.
Da qui, con la motonave Nena, si arriverà fino a Migliarino per assistere ad una dimostrazione di pesca sportiva e poi, di nuovo in bicicletta fino a Massa Fiscaglia per partecipare alla Festa del Fiume. Si tratta di un appuntamento davvero da non perdere per tutti gli appassionati di natura e soprattutto di mezzi di trasporto assolutamente ecocompatibili con l’expo degli operatori del settore nautico-fluviale e la possibilità di provare e sperimentare la navigazione del fiume con barche elettriche. Non mancheranno laboratori per bambini e di cultura enogastronomica per adulti, oltre che musica e intrattenimento.
Itinerari ed escursioni sono completamente gratuiti – anche le biciclette verranno fornite dall’organizzazione - ma la prenotazione è obbligatoria ai numeri 346 0921318 o 0533 - 81302 o via e-mail info@anteasrl.net.

Inoltre il weekend sarà arricchito da altre iniziative gratuite: l’escursione in bici Ferrara vista da fuori offrirà la possibilità di visitare la splendida città medievale accompagnati da una guida turistica, l’apertura straordinaria del Museo Olivetano Parrocchiale di Baura, nell’ex monastero cinquecentesco, che conserva ancora oggi numerose testimonianze della civiltà contadina e religiosa della località. Ancora, a Sabbiocello San Vittore, presso Villa Mensa, verrà allestito un banco d’assaggio dei Vini delle Sabbie a cura delle Delegazione provinciale AIS, mentre all’Oasi Vallicella si potrà partecipare ad una Gara di Pesca al Pescegatto. Da Final di Rero, con la bicicletta, si potrà invece raggiungere per una visita guidata Tresigallo, Città del Novecento, mentre a Migliarino il Centro di Documentazione del Trotto e del Cavallo “Varenne” aprirà le porte per permettere la visita alla collezione di documenti e cimeli. Inoltre con l’escursione “Suoni & Sapori in Vapore”, si partirà da Migliarino (ore 15.30) per raggiungere la Darsena di Ferrara, tra musica e lezioni di cucina con lo chef Mauro Spadoni.
Da non perdere inoltre i menù speciali dedicati alle 17 perle del Ferrarese che saranno proposti nei ristoranti lungo il Po di Volano tra Ferrara e Massa Fiscaglia.

Durante questo evento grande attenzione verrà prestata alla mobilità “slow”, permettendo ai partecipanti di raggiungere autonomamente tutte le località tramite mezzi eco-compatibili come i treni della tratta Ferrara-Codigoro, i bike point con noleggio gratuito di biciclette, i servizi di navetta gratuiti che abbinano il bus e la bicicletta, oppure la barca e la bicicletta lungo tutto il territorio da Ferrara a Massa Fiscaglia.
Per informazioni: cell. 345-5684017; e-mail: eventi@maurospadoni.com
Navigare e Pedalare è speciale è un progetto pilota del GAL DELTA 2000 nell’ambito del progetto Datourway - Programma di cooperazione europea South East Europe 2007-2013, che si pone l’obiettivo di tutelare, valorizzare e promuovere le aree fluviali lungo il Danubio e il Po.

EVENTI

mercoledì 25 maggio 2011

fiocina d'oro a don giancarlo pirini

Una fiocina d'oro per don Giancarlo Pirini.Domani sera (venerdì 27 maggio), alle ore 21, in occasione dei festeggiamenti dei 50 anni di sacerdozio di don Giancarlo Pirini, ex parroco del Duomo, il sindaco Paolo Carli consegnerà al sacerdote la fiocina d'oro, prezioso riconoscimento istituito dal compianto sindaco Giglio Zarattini, che nel passato è stato attribuito ad altri personaggi di spicco che a Comaccho hanno lasciato un segno profondo: l'indimenticato primario di ortopedia Tabaroni, il compianto monsignor Giuseppe Turri, predecessore di don Giancarlo, monsignor Vito Ferroni, classe 1915, ancora vivente e, di recente, il vescovo di Ferrara-Comacchio Paolo Rabitti. Don Giancarlo offrirà, per l'occasione, alla cittadinanza, un concerto, curato dal maestro Giuseppe Guidi, figlio d'arte di quel Rino Guidi, di cui ricorrono i 100 anni della nascita. Lo stesso Pirini leggerà, insieme ad altri, alcune sue riflessioni. L'evento sarà preceduto, nella mattinata, alle ore 11, da una concelebrazione di tutti i sacerdoti del vicariato di Comacchio, sempre in Duomo, che festeggeranno in questo modo l'importante traguardo raggiunto dal confratello. Domenica 29 maggio, invece, nella Cattedrale di San Cassiano, è in programma la messa solenne celebrata dallo stesso don Giancarlo che, il prossimo 17 giugno compirà 75 anni. Ordinato sacerdote a Ferrara, dal vescovo Natale Mosconi, il 27 maggio 1961, don Giancarlo è diventato un comacchiese d'adozioone. "Sono qui dal 20 novembre 1988 - racconta - e in tutto questo tempo ho cercato di voler bene alla mia gente, alla quale vorrei poter donare un po' della mia salute, della gioia e delle cose belle di cui ho goduto". Ci regala una riflessone maturata in mezzo secolo di vita pastorale, metà della quale trascorsa a Comacchio. "La cosa che mi ha colpito in modo particolare - continua Pirini - è la grande nostalgia di Dio da parte dei giovani. Ecco perchè ritengo indispensabile ascoltare la gente per poterla aiutare in qualche modo a incontrare il Signore. Non solo l'uomo ha nostalgia di Dio ma anche Dio ha nostalgia dell'uomo". A chi dedicherà la sua meritatissima fiocina d'oro? "A tutti i comacchiesi indistintamente - conclude don Giancarlo - perchè sono sicuro che tutti mi vogliono bene. Poco prima di arrivare a Comacchio, i miei confratelli erano un po' preoccupati e allora ricordo quanto mi dissero i miei genitori: "puoi andare tranquillamente nel luogo in cui sei stato destinato. Vedrai che troverai della buona gente". E così è stato. Ringrazio per questo papà e mamma perchè mi hanno insegnato ad amare la povera gente perchè è nella povertà, nella sofferenza, nella difficoltà, nel disagio che Dio è presente".

EVENTI

venerdì 20 maggio 2011

appuntamento con rotondarock a lido nazioni

Terzo appuntamento con la rassegna musicale "Rotondarock", in programmaquesta sera (sabato 21 maggio), con inizio alel ore 22, alla storicadiscoteca "la Rotonda" di Lido delle Nazioni.Di scena la live band "SmallJackets", nata all'inizio del 2000 in Emilia Romagna dall'idea di duemusicisti già navigati:Danny Savanas, che è stato per diversi anni ilbatterista ufficiale del polistrumentista Paul Chain e successivamente hasuonato in una blues band locale, e Lu Silver, che era il batteristacantante della garage band Thee Hairy Fairies. Insieme al chitarrista DavidPiatto e al bassista Nick Pucci, formano il gruppo, ma, vendndo a mancare ilcantante, Lu abbandona la batteria per passare alla voce e alla chitarraritmica. Con questa line up gli Small Jackets iniziano a suonare in giro perl'Italia e, quasi per caso, il loro brano "Tell Me Baby" entra a far partedellacompilation del 2003 "Idbox.it Compilation Vol.I" insieme a Giardini diMirò, Afterhours, Yuppie Flu, Julie's Haircut e Perturbazione. Durante unconcerto gli Small Jacket vengono notati dall'etichetta Go Down Records conla qualeprogrammano l'uscita dell'album di debutto (sia per la band che per laneonata label) per marzo 2004. Durante le registrazioni Nick lascia la bande viene sostituito da Rob Nobody (Sartana)ma "Play At High Level" è accoltopositivamente dalla critica specializzata sia italiana che internazionale.Dopo aver reclutato il nuovo chitarrista Eddy Current in sostituzione diPiatto,ripartono i live e gli Small Jackets dividono il palco con nomi importanticome Black Rebel Motorcycle Club,Hardcore Superstars, Dollhouse e OneDimensional Man. Nell'ottobre 2005 entrano nuovamente in studio diregistrazione e 2 mesi dopo vengono scelti dagli svedesi Hellacopters peraprire i loro concerti in Italia e finalmente, nell'aprile del 2006pubblicano "Walking The Boogie".La band sarà supportata dal gruppo locale"Pasto Nudo", dai "Crimson" di Porto Garibaldi e dai "Tequila's Shot" diBosco Mesola, tutte band di hard rock. La serata proseguirà con i "Residentdj's: nella sala "A" sarà di scena Silvano e Stefano per l'esibizione Afro enella sala "B" Nevermind e Brain Babol.

EVENTI

mercoledì 18 maggio 2011

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un mare in fiore a lido estensi

Torna anche quest'anno, a partire da domani (venerdì 20 maggio) e fino a domenica 22 maggio, promosso dal Consorzio Volontario di Lido Estensi, l'iniziativa intitolata "Un mare in fiore". Lungo il "salotto" di viale Carducci troveranno posto decine di espositori , conle loro suggestive e magiche composizioni floreali. Sarà una occasione speciale per colorare e rendere ancor più fiorito il centro balneare più frequentato del litorale, non solo attraverso questa grande rassegna floreale ma anche con altri eventi musicali.

EVENTI

martedì 17 maggio 2011

STORIA E CURIOSITÀ LOCALI IN...PILLOLE - LOGGIATO DEI CAPPUCCINI


Il celebre santuario dell'Aula Regia, unito al monumentale porticato, oltre a costituire uno dei punti particolarmente cari alla sensibilità dei comacchiesi, è anche una delle "illustrate" più suggestive. Una considerazione particolare va assegnata al porticato dei Cappuccini. Recentemente restaurato con saggezza e perizia sta vivendo un'altra giovinezza, il rosso caldo ed intenso del pavimento sembra contrastare con il bianco delle colonne e il giallo delle arcate. Uno
sguardo più profondo pare volere accorciare il divario: piano piano ci si accorge che l'incrocio di questi colori si presenta con prepotente e profonda armonia. Una cromia forte ed al tempo stesso appassionante ed armonica. Edificato nel 1647 per volere del cardinale Giovanni Stefano Donghi, a ridosso del santuario, sul lato destro si snoda per mezzo chilometro ed è composto da 144 archi, sostenuto da 145 colonne di marmo d'Istria. Il porporato volle la sua costruzione per riconoscenza alla Vergine Maria SS. in Aula Regia che, per la sua intercessione, salvò la città di Comacchio in occasione della rottura degli argini del Po di Primaro (1646). L'opera volle anche premiare la devozione del popolo di Comacchio alla SS. Madre di Dio: i comacchiesi videro così collegato, tramite il porticato, il Santuario alle ultime case della città. Il loggiato fu gravemente lesionato intorno al 1670 in séguito a fenomeni tellurici.
Crollati in gran parte, gli archi furono ricostruiti negli anni a venire. Il porticato subì poi dei rifacimenti negli anni 1789 e 1818: l'ultimo restauro risale all'anno 2002. Il Loggiato dei Cappuccini, costituisce anche l'itinerario dei tradizionali "quattro passi“, prima di arrivare a rendere omaggio alla Sacra Immagine. Giunti a metà circa del tragitto, si trova una loggetta dov’è conservato, in ovale, un dipinto raffigurante l'immagine di Maria SS. in Aula Regia. L'opera appartiene al pittore Giuseppe Mezzogori detto Pigresi, nato ad Ariano Polesine il 10 aprile 1865 e morto a Comacchio il 3 gennaio 1908. Ancora oggi la devozione alla Madre Celeste è ben radicata nella nostra gente. I comacchiesi che passano sotto quella loggetta non mancano di rendere omaggio alla Sacra Immagine facendosi il segno della croce o togliendosi il cappello in atto di rispettoso ossequio.
scritto da FRANCO LUCIANI.