domenica 15 febbraio 2009

NUOVI MEZZI PER IL SERVIZIO DI TAXIBUS

Presentati nei giorni scorsi, in piazza Folegatti a Comacchio, davanti al Municipio, i 3 nuovi taxibus, utilizzati per il servizio sul territorio comunale. "Dovendo rinnovare il parco-mezzi - ha spiegato il presidente ACFT Gabriele Melchiorri - abbiamo deciso di impiegare macchine di alta qualità, proprio perchè Comacchio ci sta offrendo le soddisfazioni migliori. Ci auguriamo che con questi nuovi 3 taxibus si possa incrementare ancor più l'utenza, migliorando il servizio nei confronti delle persone anziane e di coloro che hanno difficoltà ad avere un mezzo proprio". Soddisfatta anche Cristina Cicognani, sindaco lagunare, che ha ricordato il percoso seguito da questo progetto ormai decennale, cominciato quasi in sordina nel 1999 e cresciuto a vista d'occhio. "Un progetto nato grazie al sostegno dei Comuni del Delta - ha sottolineato il primo cittadino di Comacchio - che ha saputo rinnovarsi e potenziarsi, tanto che oggi le richieste di nuove linee sono all'ordine del giorno". Nel 2007 i passeggeri che hanno fruito delle 3 linee in funzione (Lidi nord, Lidi sud e Comacchio con il collegamento tra i 2 ospedali (San Camillo e Delta), sono stati 55.419, mentre l'anno scorso sono decisamente aumentati: 73.841. C'è un call center, a cui rivolgersi per le prenotazioni, che funziona a pieno ritmo, grazie alla disponibilità e alla gentilezza delle operatrici, coordinate da Deborah Savini. "Il capolinea è fissato all'ospedale San Camillo - precisa il direttore della S.S.T. (società che gestisce il servizio di trasporto) Aldo Mezzogori - e ogni giorno, dalle 7 alle 21,30, ciasun taxibus percorre 400 Km. Pensate che nel 2008 le corse effettuate sono state 4569. Per quanto concerne il 2009, avendo a disposizione questi nuovi mezzi, pensiamo di intrementare ancor più il numero dei passeggeri e magari avvicinarci a quota 100.000, che per noi sarebbe un risultato esaltante. Di questi tempi, in cui l'inquinamento atmosferico diventa sempre più una moinaccia per tutti noi, spero che la gente possa capire l'importanza di utilizzare mezzi pubblici come questi, che significa appunto sicurezza, risparmio e minor tasso di inquinamento". Dei 21 taxibus operativi sul territorio provinciale, il maggior numero di questi mezzi sono concentrati nel Delta. "Sono macchine all'avanguardia quelle che presentiamo oggi - tiene a precisare Mario Zucchini, direttore di ACFT - classificati dalla normativa europea in "Euro 4", con motore 176 hp e 19 posti. Un bus climatizzato e migliorato nel comfort".

martedì 10 febbraio 2009

ricette della tradizione: granchi e granchielle

Granchi e granchielle
Èbene precisare che la granchiella è migliore e decisamente più gustosa
del granchio ("grens").
I granchi si pescano, oltreché in valle, anche in numerosi altri specchi
d'acqua. Entrano nei lavorieri insieme all'altro pesce, durante la montata.
La femmina è più piccola e presenta "le béis" (rilievo posto nell'addome),
a forma di ventaglio, mentre quella del maschio è a guisa
di triangolo. Il periodo migliore per consumare la granchiella va da
settembre a novembre e si presenta allorché è priva di uova; viceversa,
quando ha le uova in grembo ed è riconoscibile dalla "béis" aperta,
in comacchiese si dice che è "puteane" (puttana) oppure "suà".
Per quanto concerne modi e sistemi di cottura tipici, si fornisce qui di
seguito quello più diffuso e ricorrente: dopo averli lavati con cura, i granchi
vanno introdotti in un recipiente d'acqua bollente incoperchiato
e dopo circa 15 minuti sono già cotti. Un altro sistema suggerito dai
vallanti per verificare la cottura è il seguente: allorché "le béis" si apre
significa che il granchio è cotto al punto giusto.
Saper mangiare i granchi è un’arte. Per imparare bene si consiglia di
osservarne attentamente il modo di fare dei più esperti, in quanto vanno
rispettate alcune regole: le più elementari sono quelle di togliere "le
béis", le due chele "granfàli" laterali e aprirli in due. La parte migliore
è senza dubbio quella contenuta nel guscio, dove trovano posto la
testa e gli occhi. Un’altra raccomandazione è quella di togliere lo stomaco
o pasto, consistente in una piccola vescica o sacchettino, dentro
il quale si nasconde appunto il cosiddetto "pasto", peraltro dannoso
a livello digestivo.
I granchi lessati, ai giorni nostri, si possono considerare un autentico
antipasto e ancor meglio uno stuzzichino, da consumare al termine
della grigliata di pesce. È un piatto di sapore gradevolissimo e assomiglia,
in quanto a gusto, all'astice o all’aragosta. Una volta, soprattutto
durante i giorni più freddi, allorché nevicava e si formava il ghiaccio,
questo piatto assurgeva a vero e proprio pranzo.
Con una quantità adeguata del contenuto delle granchielle, si possono
ottenere deliziosi condimenti per le paste asciutte o per umidi.
Dopo la muta il granchio prende il nome di "moleca" ("mulàche").
Queste sono particolarmente diffuse nel Veneto. Nei tempi passati, le
"moleche" venivano consumate fritte.
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le ricette della tradizione

lunedì 9 febbraio 2009

PASSERE IN GRATICOLA

Passere in graticola
Le passere si possono mangiare per tutto il tempo dell'anno. Per quanto
concerne la femmina, il periodo ideale per gustarla si presenta
quando ha in grembo le uova e cioè nei mesi più freddi. Si pratica una
incisione all'altezza della testa, togliendo le interiora. Le passere vanno
quindi lavate, salate e messe in graticola.
È preferibile posarle sui ferri dalla parte dorsale, in quanto, se la gratella
non è sufficientemente unta, la pelle rischia di spaccarsi. Quando
si servono in tavola è bene mostrarle dalla parte della pancia, perché
hanno senz'altro un aspetto migliore e una colorazione più cara
ed omogenea. Mentre cuociono vanno unte con olio e pepe. Vengono
servite calde con polenta.
La valle, essendo in diretto contatto col mare, attraverso i canali marini,
si alimenta dell'acqua e del pesce proveniente dalle vaste e profonde
distese di acqua del mare, nelle quali nascono e crescono un'infinita
e ricca quantità di esemplari.
In un numero più o meno limitato fanno dunque ingresso nella valle
quasi tutte le qualità di pesce. Le specie più diffuse sono senza dubbio
l'anguilla, il branzino, l'orata, il cefalo, il govo, l'acquadella, il gambero
e la schilla. Le sogliole, invece, si presentano in quantità limitatissima,
mentre rombi, soasi, triglie ecc. sono addirittura una rarità.
le ricette della tradizione

sabato 7 febbraio 2009

ricette della tradizione: acquadelle fritte

Acquadelle fritte
Nei tempi remoti ma non troppo, l'acquadella era un pesce comunissimo
e diffusissimo, presente in abbondanza anche nei canali.
Oggi invece, è diventata rarissima e quindi pregiata. Oltreché marinata
in salamoia, l'acquadella è ottima
in graticola e fritta1. Lavate con cura
e infarinate in padella con olio
bollente. Le più grandi si possono
accoppiare per la coda
in numero di quattro o cinque
("ciupín").
A cottura ultimata si tolgono
dalla padella, facendole
colare e si servono con
un pizzico di sale fino.
1 G. F. Bonaveri, op. cit., p. 99: «Queste (le acquadelle) per lo più si cuociono infarinate
ed unite in mazzetti, così che le vode venghino ad essere tutte ammontate in
un sito. Per ciò fare vi si richiede un'agunanza particolare di donnicciuole che chiamansi
chiopparise, così dette d' que' mazzetti che chianansi chioppe, cioè accoppiamenti.
Queste chiopparise, sono quasi tutte giovanacce plebee, piene zeppe di morbino,
e su li primi bollori del sangue. Quindi tutte rimbombano le strade di risa, e
strepiti, nel mentre che, passata la mezzanotte, vansi ragunando, e battendo cembali
e colascioni, canticchiando per istrada, sinché tutte unite giungono alla casa del
mercatante. Colà giunte, dopo molti femminili cicalecci con le donne attempate, si
pongono tutte a sedere ad una ben lunga tavola, che tutta ne resta attorniata, avendone
più d'una volta contate più di cinquanta».

RICETTA SALATA

Anguilla salata
Le anguille impiegate per la preparazione di questo piatto gustosissimo,
venivano messe in un recipiente e lasciate sotto sale (sale grosso),
poi si incoperchiavano, sistemandovi sopra un peso1. Dopo un paio
di giorni si toglievano dal recipiente, si lavavano con acqua tiepida, avendo
cura di premerle col pollice sulla pancia e all’altezza delle orecchie
onde togliere eventuali impurità. Si stendevano a coppie a cavallo di
un legno o di una funicella in luogo arieggiato in modo da farle asciugare
(più era asciutta e più era squisita). Si poteva cucinare e consumare
in vari modi: in graticola, intera o a pezzi; dipendeva dalle dimensioni
del pesce: se era piccola di solito si lasciava intera, mentre
se si trattava di un’anguilla più consistente era opportuno tagliarla in
2 o 3 pezzi. Si faceva anche al forno, formando tocchi da 30 centimetri
cadauno, aggiungendo aglio e rosmarino.
Curiosità
La stagione ideale per preparare l'anguilla salata è quella invernale,
durante i periodi più rigidi. La cottura, inoltre, deve avvenire a
fuoco lento. Riguardo alla pelle dell'anguilla salata, quella cotta in
gratella era senz’altro più croccante e quindi più squisita rispetto
all’altra, cotta al forno, che tendeva ad indurire e perciò veniva
eliminata, lasciando posto alla polpa. Un detto volgare e popolare
definiva l’anguilla salata anche con la seguente voce: ‘chendlén"
(perché era sottile e diritta come una candela).

mercoledì 4 febbraio 2009

le ricette delal tradizione:braciline di anguilla ai ferri

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Bracioline di anguilla ai ferri
Ingredienti: anguille da 800-900 g cad; sale; formaggio
grana grattugiato; pane grattugiato.
Non vi era piatto più raffinato e squisito, nato come del resto tutte
le ricette tipiche di Comacchio, nel luogo più consono e adeguato:
la valle.
Con un coltello si pratica un’incisione all’altezza della testa dell’anguilla,
che va poi scuoiata completamente e ripulita di testa e coda,
avendo cura di lavarla. Si ottengono così pezzi da 2 centimetri l’uno
di spessore, che vanno poi infilzati all’interno di uno spiedo, aggiungendo
quindi sale e cucinando il tutto sulla grigia. Quando il pesce è
quasi cotto, si aggiunge formaggio grana e pane
grattugiato con una presa di pepe. Si
lasciano in gratella il tempo necessario
per girarle due volte e quindi si
tolgono, altrimenti il pane brucerebbe.
Servite con polenta calda,
le bracioline sono un’autentica delizia
per il palato.
Curiosità
Questo piatto si preparava durante gli ultimi due mesi dell’anno,
scegliendo l’anguilla matura e non il cosiddetto ‘pasciuto’.
Infatti in questo periodo l’anguilla presenta le interiora pulite. Circa
il modo per tagliare le bracioline, di seguito si fornisce il consiglio
migliore, dettato dall’esperienza dei più anziani: si dispone
l’anguilla su di un’asse, si fora la lisca con ferro appuntito fissandolo
al legno e si tagliano le braciolette, infilzandole poi nello
spiedo.