giovedì 29 ottobre 2015

Case di nuova Costruzione nei Lidi di Comacchio - Complesso "I Tigli"

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martedì 29 settembre 2015

Complesso "I Tigli" a Lido di Pomposa - Villette in vendita ai Lidi Ferraresi


Villette in vendita di nuova costruzione al Lido di Pomposa in pieno centro a due passi dal mare. Complesso costituito da tre fabbricati composti da unità a schiera di tre tipologie disposte su due piani (piano terra e primo piano per la tipologia verticale, piano terra o primo piano per la tipologia orizzontale). - See more at: http://www.tomasicase.com/gest/listings/142.html#sthash.8jyPZU8G.dpuf
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Villette di nuova costruzione in vendita ottime rifiniture in fase di ultimazione a Lido di Pomposa a pochi passi dal mare.
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venerdì 28 agosto 2015

Sagra Dell'anguilla a Comacchio 2015


Comacchio 25 Settembre / 11 Ottobre
Degustazione di prelibati piatti a base di anguilla e di pesce di mare e di valle, preparati dai marinai di Comacchio presso l’attivissimo stand gastronomico ubicato in Via Fattibello (dietro il supermercato Coop). I ristoranti del territorio creeranno un circuito gastronomico che rivisiterà in chiave moderna i piatti a base di anguilla ed altre specialità locali. Nel centro storico cittadino, lungo i canali e fino al Loggiato dei Cappuccini sarà allestito un percorso espositivo con prodotti agricoli, prodotti tipici locali, artigianato, manufatti artistici, gastronomia, dolciumi. Nelle piazze troveranno poi spazio un angolo giochi per bambini e il mercatino del collezionismo e delle curiosità.

Disponibili  pacchetti turistici e offerte di soggiorno a Comacchio e nei Lidi di Comacchio
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lunedì 18 maggio 2015

Nuovo Video Promozionale dei Lidi di Comacchio

 
Prosegue a pieno ritmo sulle reti Mediaset la campagna promozionale dei Comuni della Riviera Adriatica, lanciata il 3 aprile scorso durante una conferenza stampa svoltasi al Grand Hotel di Rimini, alla quale ha partecipato anche il metereologo Andrea Giuliacci. Frutto di una solida partnership pubblico/privata, che coinvolge oltre ai Comuni da Comacchio a Cattolica, anche l'Unione di Prodotto Costa, l'APT Emilia Romagna e la stessa Regione Emilia Romagna, la campagna promozionale consentirà a milioni di telespettatori di apprezzare a rotazione, durante le pause dei film sulle reti Mediaset, la bellezza delle spiagge e dei parchi, ma anche dei monumenti e dei centri visita più caratteristici della Riviera emiliano-romagnola. Comacchio naturalmente è in prima linea nella campagna promozionale, che ha visto al suo lancio ufficiale la partecipazione dell'Assessore al Turismo Sergio Provasi. Qui di seguito si riportano i passaggi degli spot, che interesseranno la settimana da domenica 17 maggio a sabato 23 maggio 2015.

giovedì 9 aprile 2015

Buon umore "Meglio soli che mal accompagnati" L&D

Dopo un divorzio, passato il dolore di rito, si pone il problema della solitudine. Di come difenderla, intendo. Sì, in un primo momento di sbandamento si pensa che forse sarebbe il caso di trovarsi un nuovo partner. Ma i più saggi ed avveduti finiscono per apprezzare la serenità di starsene da soli. Come dice il vecchio motto? ‘Meglio soli che...’ Ebbene, la solitudine è uno stato meraviglioso, pieno di tranquillità, condizione base di ogni possibile interesse e attività, che in coppia non sarebbe più possibile praticare. L’unico neo è costituito dal fatto che gli amici (tutti generalmente accoppiati: gli unici, in un mondo di separati) mostrano di non conoscerne le virtù e tramano in ogni modo per trovarti compagnia col sacro scopo di permetterti di ‘rifarti una vita’. A nulla varrà decantare loro le bellezze e le gioie dello stato solitario: penseranno che lo dici per disperazione e per nascondere anche a te stesso quanto in realtà tu stia male... e tu vagli a spiegare che non sei mai stato così bene! Nulla potrà smuoverli da questa convinzione, e allora giù ad organizzare “pizze” per farti conoscere amiche, sorelle, cugine, scelte fra quelle disponibili sulla piazza, a loro insindacabile avviso “adatte a te”: solitamente creature sortite da vere e proprie gallerie degli orrori, ciofeche, cessi spaziali ma... “sai, così tanto dolci” e pieni di “interessi culturali, proprio come te”; perdipiù condite da credenziali stile “vi ci vedrei proprio, insieme”, “siete simili” ed altre boutade. Il peggio del peggio è avere amici belli. Gli amici belli sono quelli che nascono pensando che la natura debba accoppiare naturalmente belli con belli, e brutti con brutti. Se uno della categoria dei brutti, quale il sottoscritto, dice che una “bonazza” è una “bonazza”, l’amico bello capisce, ma con quell’aria di “certo, ovvio” che non contempla minimamente che quella potrebbe degnarti di uno sguardo e che tu è scontato e dovuto che la trovi “bona”. Fa parte della natura. Se dico che un “cesso” è un “cesso” l’amico bello assume ugualmente l’aria di “certo, ovvio”, ma è un “certo, ovvio” con una sfumatura ben diversa. Diciamo che è più un “cero, però”. Che tradotto, vuol dire: vedo bene che è un cesso ma cosa pretendi? Anche tu lo sei, quindi vi somigliate, fa parte della tua razza. Perdipiù è dolce e gentile, cosa vuoi di più? Inutile dire che, se provate a dirgli: se è così dolce e gentile, escici tu! Ti guarderà allora con un sorriso stupito e sguardo da: “ma non è per me... come fai a non capirlo?” Ma no, ti assicuro: capisco benissimo. Il “bello” non contempla minimamente che ad un cesso possano piacere le “bonazze” e non apprezzi i cessi solo perché questi fanno parte della sua categoria. Deve accontentarsi. Rimanere nella sua casta, dalla quale ci si può elevare solo per censo (in tali casi, chissà perché, l’esempio è sempre il solito Briatore, che “se non avesse tutti quei soldi, vorrei proprio vedere...”). Ci consoliamo pensando, sapendo e constatando ogni volta, che i belli, oltre il bello, non hanno niente, mentre noi cessi siamo invece mostri di interessi e personalità da vendere. Ovviamente allora ho sempre evitato le “pizze” e gli inviti sospetti, ma è fatale che prima o dopo si venga colti a tradimento, in un momento di disattenzione, e ci si senta dire: “conosci mia cugina Sabrina? È la persona più dolce sulla faccia della terra”. “Alla faccia. E pure la più racchia in assoluto”, verrebbe da dire, “sembra una tubatura con dei segni di pinze e tenaglie”. Non ci sono limiti al peggio. Senza dire che, se ci sono le brutte comunque simpatiche o dotate di qualche attrattiva, ce ne sono di quelle che alla bruttezza uniscono una generosa dose di antipatia. Per arrivare a quelle dalle quali ci si deve guardare perché “operative”, nel senso che prende l’iniziativa e cerca di impossessarsi di te, un po’ come i marziani nei film americani di fantascienza degli anni Sessanta. Un modo per scamparla si potrebbe pensare sia dichiararsi squattrinato o meglio ancora, indebitato, ma al giorno d’oggi chi non lo è? E poi esistono creature che non demordono nemmeno in questi casi. Ne ricordo una che somigliava sinistramente alla mia ex suocera, una metà fra Alien e Lino Toffolo. Ispirato e spinto dalla forza della disperazione, riuscii a convincerla che il mio amico ‘bello’, quello che me la voleva affibbiare, la trovava segretamente simpatica e attraente, ma era così timido, il poverino... Beh, quando la cosa venne chiarita, lei si offese mortalmente e da quel momento mi lasciò stare. E il mio amico ‘bello’ si scelse un’altra opera umanitaria più degna che trovare compagnia al sottoscritto... tacciandomi d’ingratitudine. Colpo doppio! (Tratto dalla Rivista New Corriere dei Lidi)



giovedì 26 marzo 2015

LO SAPEVI CHE... Curiosità proposte da Fabio Bisso

...Carlo di Valois (1270-1325), che non salì mai al trono, visse in una famiglia di re: lo era suo padre (Filippo III), suo nonno (Luigi IX), suo fratello (Filippo V), suo figlio (Filippo VI) oltre a due suoi cognati, un suo genero ed un suo nipote. Inoltre, con suo figlio iniziò la dinastia dei Valois, che ebbe 7 re nel ramo principale e 6 negli altri due rami.
...Fino a tempi recenti, presso gli Eschimesi, era considerato molto indecente che una donna lasciasse vedere i piedi nudi, o le dita di essi. Le altre parti del corpo potevano invece essere mostrate senza suscitare alcuno scandalo.
...Nell’antichità, sui rigori del freddo dei paesi nordici, circolavano varie leggende. Il grande storico greco Plutarco (50-126 d.C.) scrisse con tutta serietà che in una città dell’estremo nord, d’inverno, gelavano persino le parole appena pronunciate, così che solo a primavera, quando sgelava, si sarebbe potuto ascoltare ciò che era stato detto durante l’inverno precedente.
(Tratto dalla Rivista New Corriere dei Lidi)

giovedì 12 marzo 2015

STORIA E CURIOSITÀ LOCALI... IN PILLOLE

Amico di Italo Balbo, nel 1925 Entigerno Bellotti viene nominato Podestà di Comacchio, ritenuto l’uomo capace di far uscire la città lagunare dalla profonda lacerazione che la crisi del ‘23 e del ‘24 sul problema della bonifica avevano creato all’interno della popolazione. Marito di Maria Teresa Mioni, legata da vincoli di parentela alle famiglie degli ‘ottimati’ locali, è sensibile e umanissimo presidente della Congregazione di Carità cui sono affidati l’ospedale civile, il ricovero di mendicità e l’orfanatrofio femminile. ... Le sale del suo appartamento all’interno del palazzo Mioni testimoniavano la sua gran passione per l’aviazione militare e le motociclette. ... La moglie ne seguì l’esemplare condotta d’amministratore dei beni della famiglia, di politico alla guida della municipalità comacchiese e, non per ultimo, il suo impegno intelligente e fattivo nel campo del lavoro. Era lui che dirigeva la sua azienda di rivendita di materiali edili. A detta di tutti coloro che lo conobbero, fu un vero signore soprattutto nell’animo, e tutti conoscevano la sua filantropia a favore di vecchi, orfani, bisognosi, malati, e per questo fu Presidente della Congregazione delle Opere Pie e di Carità.
(Estratto - dal libro Sbablà, uà! Curiusità di Franco Luciani) - Tratto dalla Rivista New Corriere dei Lidi

sabato 7 marzo 2015

LO SAPEVI CHE... Curiosità proposte da Fabio Bisso

...Gli antichi romani classificavano gli starnuti in tre categorie: apportatori di disgrazie quelli del mattino, privi di significati quelli di mezzogiorno e di buon auspicio quelli serali. Ritenevano, inoltre, dannoso starnutire quando scendevano dal letto o si alzavano da tavola, tanto che, se accadeva, si affrettavano a neutralizzare la cattiva sorte tornando a sdraiarsi o ricominciando a mangiare e a bere.

...Verso la fine dell’800 venne promulgata a Siviglia una legge che vietava agli uomini di lanciare, per la strada, complimenti alle belle signore, pena una forte multa. I sivigliani, allora, quando vedevano una donna graziosa, portavano una mano a tappare la bocca: un muto complimento che risultava assai gradito alle signore.

...Contrariamente a quanto si crede, l’ukulele, la tipica chitarra delle Hawaii immortalata anche da Stanlio e Olio, non è originaria di quelle isole: vi fu introdotta solo verso il 1880 dai portoghesi, la cui chitarra detta ‘machete’, dalle numerose corde, venne ridotta al noto tipo a sole 4 corde.

(Tratto dalla Rivista New Corriere dei Lidi)

lunedì 2 marzo 2015

Il corsaro gentiluomo che salvava i naufraghi di Acquirino Felisatti

Era il 16 ottobre del 1940. Il sommergibile si chiamava “Cappellini”; lo comandava uno dei più incredibili personaggi della seconda guerra mondiale, il capitano di corvetta Salvatore Todaro, l’ultimo dei corsari gentiluomini. Pochi giorni dopo il “Kabalo” inviava a Todaro una lunga lettera di ringraziamento e i giornali di tutta Europa raccontavano l’episodio come un barlume meraviglioso di umanità e cavalleria in una guerra spietata. Gli unici a protestare per questo comportamento antimilitare furono i nostri alleati tedeschi; il comandante Todaro mandò loro a dire che il loro atteggiamento si spiegava solo col fatto che non avevano alle spalle duemila anni di civiltà. Barbari o qualcosa di simile. Detto nel 1940 aveva un peso e un significato. Salvatore Todaro è senza dubbio uno dei personaggi più affascinanti e sconcertanti che la Marina Militare Italiana abbia avuto durante il conflitto. Non era un novellino, anzi. I marinai erano capaci di qualunque trucco, pur di essere imbarcati con lui. Lo provano decine di testimonianze di suoi colleghi e degli stessi marinai. Tutto ciò nulla toglie allo straordinario coraggio di quest’uomo, autore di decine di imprese memorabili. Salvatore Todaro aveva poca fiducia nei siluri. Per questo, gran parte delle sue azioni di guerra furono condotte allo scoperto con lotta in superficie, a cannonate. Una tattica che faceva inorridire gli strateghi della guerra sottomarina. A cannonate fu affondato il “Kabalo”, affrontato a viso aperto. Quando affondò, Todaro ordinò che si prendesse a rimorchio la lancia sulla quale avevano preso posto i superstiti e i naufraghi, ventisei in tutto, ma non si limitò a questo. Li trainò nella notte, a velocità ridotta, in pieno Atlantico, diretto verso Santa Maria delle Azzorre, dove aveva intenzione di sbarcarli. Il cavo di collegamento si spezzò due volte: Todaro ordinò al suo equipaggio di tornare indietro e, visto che la lancia non reggeva più il mare, li fece salire a bordo e sistemò in coperta tutti naufraghi, navigando in emersione per due giorni, rischiando un avvistamento. Alle Azzorre mise a disposizione dei naufraghi un battellino e, quattro alla volta, li fece trasportare a terra, poi riprese il mare. L’episodio si ripeté, con cadenze pressoché identiche, all’alba del 5 gennaio 1941. Il “Cappellini” è in perlustrazione sulla rotta dei piroscafi che trasportano uomini e materiale bellico. La zona, questa volta, è l’Atlantico centrorientale. Avvistato il piroscafo “Shakespeare”, Todaro ordina l’attacco: come al solito in superficie, a cannonate. Lo “Shakespeare” è ben armato e risponde bene, ma il sommergibile italiano si fa sotto, dove la portata dei suoi colpi è micidiale. Il “Cappellini” perde un uomo, lo “Shakespeare” affonda. Ancora una volta, Todaro fa prevalere l’umanità sulle leggi della guerra: raccoglie venti naufraghi su una lancia e li traina verso l’isola del Sale nell’arcipelago di Capo Verde. A bordo del sommergibile viene trasportato il solo comandante del piroscafo, gravemente ferito. Come al solito, durante il viaggio, il cavo di rimorchio si spezza. Todaro ordina che i naufraghi siano presi a bordo e sistemati sopra coperta. Naviga così per un giorno e mezzo, quindi sbarca i superstiti inglesi all’isola del Sale. Il suo nome e il suo mito varcano la Manica. Passano appena pochi giorni ed è il terzo appuntamento col destino. All’alba del 14 gennaio le vedette avvistano un grosso piroscafo britannico, trasformato in incrociatore ausiliario. È armato di due cannoni e fila veloce: si chiama “Eumaeus”. Dopo un lungo inseguimento, l’attacco: la nave inglese ha inizialmente il sopravvento perché i suoi cannoni hanno una gittata più lunga del sommergibile italiano. Ma quando il “Cappellini” riesce a farsi sotto, i suoi colpi micidiali spazzano la coperta della nave. I cannoni inglesi continuano a sparare. Quanta gente c’è a bordo, quanti uomini? Todaro se lo chiede quando s’accorge che nonostante il piroscafo sia stato gravemente danneggiato, l’intensità dei suoi colpi non diminuisce. Anziché rinunciare, Todaro spinge il sommergibile ancora all’assalto: l’unico cannone diventa rovente per il ritmo dei colpi. Il cannoniere si scrolla via il sangue dalla fronte con una manata come fosse sudore. Todaro vorrebbe decorarlo lì, in piena battaglia, gli dice: “Sei autorizzato a darmi del tu”. Il pericolo è concreto: da un momento all’altro il sommergibile può essere avvistato. Todaro ordina l’immersione e si allontana dalla zona di combattimento. Ma è stato individuato: deve subire un attacco che procura al sommergibile gravi danni. Resta in immersione un’intera notte. Sfuggendo al nemico si rifugia nel porto neutrale di La Luz, nella Gran Canaria. Ci starà cinque giorni, poi, effettuate le riparazioni più urgenti, uscirà dal porto beffando cinque navigli inglesi che lo attendevano. Dopo queste imprese, il comandante Todaro è una leggenda scomoda:  resterà al comando del “Cappellini” ancora per diversi mesi, ma nell’autunno del 1941, con la consueta prassi di un normale avvicendamento, viene sbarcato. Torna sul mare coi motoscafi d’assalto, partecipa a numerosi scontri, entra a Sebastopoli, contro gli ordini dei tedeschi, alla testa dei piccoli mezzi d’assalto e viene infine inviato a comandare un “piropeschereccio”, il “Cefalo”, che appoggia i motoscafi d’assalto nelle missioni più ardite. Il 13 dicembre 1942 parte per una missione notturna, come quasi ogni notte: obbiettivo è il porto di Bona, in Tunisia. Ma il tempo è pessimo, l’azione non si può effettuare. Il “Cefalo” torna nel porticciolo di La Galite che lo ospitava: sono le otto del mattino. Gli uomini che hanno partecipato all’azione vanno a dormire, tutto è rinviato alla notte successiva, tempo permettendo. Va a dormire anche Todaro, nella sua cuccetta. Un quarto d’ora dopo, due “Spitfire” vengono avvistati mentre puntano sull’isolotto: la loro preda è il “Cefalo”: scendono a volo radente, mitragliando: un marinaio in coperta viene ucciso e la nave subisce gravi danni. Quando la contraerea riesce a mettere in fuga i due aerei inglesi, si cerca il comandante Todaro: è sempre nella sua cuccetta con gli occhi chiusi: non s’è neppure mosso: una scheggia, una sola, gli ha trapassato la tempia. Aveva detto, pochi mesi prima: “Io morirò quando il mio spirito sarà lontano da me”. Aveva 34 anni; sua moglie era in attesa d’un secondo figlio, che fu una bambina. Venne decorato con tre Medaglie d’Argento al Valore, due di Bronzo, due Croci di Ferro e una Medaglia d’Oro alla Memoria. (Tratto dalla Rivista New Corriere dei Lidi)


mercoledì 25 febbraio 2015

Storia e curiosità locali in pillole

Fino alla fine degli anni Venti, dov’è attualmente il campo sportivo, al termine di Corso Mazzini (ex Corso Vittorio Emanuele), esisteva un giardino pubblico. Era l’unica area verde attrezzata a fronte di una realtà ambientale costituita esclusivamente d’acqua. ... Al centro vi sorgeva una fontana di forma circolare. Alcune panchine di marmo bianco, allineate al viale alberato, consentivano alle persone di fermarsi a conversare. ... In occasione della festa dei ss. Pietro e Paolo e in altri giorni festivi si tenevano spettacolari concerti bandistici. Nel 1916 il Commissario preposto all’amministrazione comunale affittò per un anno il giardino al conduttore della manifattura dei pesci di Valle. La gente disapprovò questo atto e alla scadenza del contratto il Commissario ritornò sui propri passi. Col tempo, abbattuto il giardino per trasformarlo in campo sportivo, la figura del giardiniere si trasformò in quella di custode. Nel 1930 il giardino lasciò il posto al campo sportivo: quello di Piazza degli Eroi (ora Piazza Roma) era diventato poco consono per i tornei di calcio che la squadra lagunare si accingeva ad affrontare. Quella trasformazione, voluta anche dal presidente della squadra, penalizzò molto i cittadini. Il Campo Sportivo del Littorio fu costruito nel 1930 a cura del Comune, su un’area di 20.000 mq. Cintato su due lati da rete metallica, non aveva tribune, docce e wc. Aveva una pista podistica larga 5 m. dello sviluppo di 323 m senza un rettilineo di m 115. Il fondo del terreno era erboso ed era sprovvisto di buche per il salto e pedane per i lanci. Le dimensioni erano di m 90 X 55 con fondo di terreno erboso e senza altre installazioni. I lavori iniziarono il 17 maggio 1930 e furono terminati il 28 ottobre dello stesso anno. L’opera costò 12.000 lire e fu progettata dall’Ufficio Tecnico Comunale. F. Luciani 
(Tratto dalla rivista New Correre dei Lidi)

martedì 17 febbraio 2015

Storia e curisosità locali in pillole "L’ALBERGO MAZZINI IN MAGNAVACCA"

Magnavacca: tale termine sta a significare una vasta area di terra incolta. La costa è stata, fin da tempi remoti, approdo frequentatissimo di velieri e piroghe. Alfredo Panzini, ne “La lanterna di Diogine”, ricorda Magnavacca come “uno dei tanti piccoli porti dell’Adriatico, quale rifugio alle tartane e ai bragozzi”. Con Decreto Reale n. 607 del 13 aprile 1919 Magnavacca divenne Porto Garibaldi, in omaggio a Giuseppe Garibaldi, l’Eroe dei Due Mondi, dopo lo sbarco avvenuto alla Piallazza il 3 agosto 1849. Oggi Porto Garibaldi è un’affascinante ed affollatissima località balneare, ricca di strutture moderne ed attrezzate. Gli stabilimenti balneari, funzionali e confortevoli, offrono ai villeggianti ogni tipo di divertimento. I vecchi ristoranti di ieri, già noti oltre i confini della provincia, Tunon, alla Stazione, Fortuna, Impero di Roma, Albergo Mazzini ecc., hanno lasciato il posto a locali provvisti di confort che l’attualità esige. A proposito dell’Albergo Mazzini, di séguito si riporta il testo di un manifesto affisso sui muri del capoluogo e di Magnavacca, che ne annunciava l’apertura:

Col 29 corrente giugno si è aperto in Magnavacca, provincia di Ferrara, l’Albergo “Mazzini”, con relativo stallaggio, situato nel punto più centrale e pittoresco della riviera. È uno stabilimento vastissimo, fornito di spaziose e ben arieggiate camere, di terrazzo da cui gode convenientemente rispondere alle esigenze della comodità e dell’igiene. Nell’interno havvi l’Ufficio Postale-Telegrafico.
I conduttori garantiscono un servizio d’alloggio, di ristorante e di caffè.
Inappuntabile ed a prezzi modicissimi.
Lusingasi pertanto di vedersi onorati da numerosa clientela.


Magnavacca, 21 giugno 1892
Pietro Carli fu Luigi
Valentino Cavalieri fu Gius.
Comacchio tipografia Sansoni

(Tratto dalla Rivista New Corriere dei Lidi)

mercoledì 11 febbraio 2015

CUCINA CURIOSA "L' ortica"

Nella sua opera Materia medica, primo trattato medico e farmacologico romano, Dioscuride diceva che “il seme di ortica bevuto nel vino cotto eccita i giochi d’amore, e preso in elettuario con del miele, riattiva la respirazione” e dà tutta una serie di ricette per curarsi con l’ortica. Si sa che gli orti di castelli e monasteri avevano sempre un angolo riservato alle ortiche, che crescevano spontaneamente e che in determinati periodi dell’anno venivano tagliate, in modo da avere sempre piante fresche e vigorose. Nello spazio delle ortiche non dovevano crescere erbacce e gli animali non potevano accedervi. In Primavera se ne raccoglievano le punte, molto apprezzate in cucina. Si facevano bollire con le verdure, poi si mangiava il tutto e si beveva l’acqua di cottura. Le punte delle ortiche cotte venivano anche mischiate ai formaggi molli e indirizzate ai sofferenti di gotta e di dolori reumatici. In Primavera e in Estate si consumavano sempre ortiche cotte per sfruttarne le qualità depurative. E Pietro Clerico affermava che “in primavera il sangue va lavato”. L’ortica veniva particolarmente consigliata a “coloro che hanno le orine dolci”, ossia ai diabetici, consiglio che anche oggi andrebbe apprezzato perché le ortiche sono ipoglicemizzanti. Consigliate in questo senso anche dal noto esoterista Tommaso Palamidessi, che molto si occupò di erbe e medicamenti. Molte le qualità dell’ortica, utilizzata notoriamente anche in cucina. “L’ortica calma l’insonnia e i conati di vomito”, diceva la Scuola Salernitana. Ed era utile anche esternamente, per combattere i geloni o per riattivare la circolazione sanguigna. Non a caso diversi autori medievali si riferiscono ad essa come alla “pianta della giovinezza. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

giovedì 5 febbraio 2015

Canale Emiliano Romagnolo

Il Cavo Napoleonico o Scolmatore del Reno è un canale artificiale multifunzione che collega il Reno al Po. Lungo 18 km, parte dal Reno poco a valle di Cento (FE) ed arriva nel Po presso Salvatonica di Bondeno (FE). In grado di far defluire anche 1.000 m³ di acqua al secondo, è caratterizzato da un ampio alveo praticamente orizzontale, che consente, nella maggior parte del suo corso, il deflusso idrico sia dal Po al Reno che viceversa. La sua principale funzione è di Scolmatore del Reno, sfruttata occasionalmente, in concomitanza con le maggiori piene del Reno, quando il Po non è in piena al contempo. Lo stesso Cavo fornisce una sorta di bacino che assume la funzione di cassa di colmata, potendo contenere decine di milioni di metri cubi d'acqua. La funzione secondaria, sfruttata nella stagione secca, è quella di alimentare il Canale Emiliano Romagnolo per l'irrigazione agricola quando tutti i corsi d'acqua romagnoli hanno portate insufficienti ai fabbisogni. Come concezione di scolmatore delle grandi piene del Reno, il canale nasce nel 1807, sotto  Napoleone, al quale i bolognesi avevano chiesto di provvedere definitivamente alla sistemazione idraulica del Reno. Storicamente le piene del fiume causarono gravissime esondazioni nella pianura, anche dopo la realizzazione del Cavo Benedettino che ne aveva addotto le acque nell'antico alveo del Po di Primaro per poi sfociare in mare. Gli scavi iniziarono a Sant'Agostino, dove il Reno piega bruscamente verso est, con lo scopo di indirizzarne le acque nel Panaro e poi nel Po, ma con la  caduta di Napoleone, nel 1814, l'opera fu abbandonata e ripresa solo nel 1954, dopo le esondazioni avvenute a Gallo di Poggio Renatico nel 1949 e nel 1951. L'opera risultò più vasta ed imponente di quanto progettato in epoca napoleonica, ma il nome dell'imperatore fu mantenuto per ragioni storiche. (Tratto dalla Rivista New Corriere dei Lidi)


domenica 1 febbraio 2015

"CUCINA CURIOSA" CECI, PANISSA E FARINATA

Originari delle regioni attorno al Caspio, largamente importati dalle galee genovesi. Ma erano già noti ai latini, Cicerone, ricordiamo, apparteneva alla famiglia di proprietari terrieri che vantava appunto il soprannome ereditario di Cicero, proprio per l’abilità acquisita nella coltura del nobile legume. In genovese il termine cece si dice seixao, con una pronuncia talmente ostica ai foresti che in passato si dice fu utilizzata per riconoscere e smascherare alcuni che, per varie ragioni, fingevano di essere genovesi. Tipicissima di Genova e della Liguria, insieme alla farinata, c’è la panissa, a base di farina di ceci. La farinata, difesa con apposito decreto, nel Quattrocento, che proibiva l’impiego di olio scadente, ha viaggiato oltre i confini liguri, nell’Alessandrino, in Lunigiana, nel Nizzardo (“socca”), in Versilia (“cecina”), ma anche a Ferrara (dov’è detta semplicemente “ceci”... ma non è proprio la stessa cosa!) e in altre località. Del resto, anche in Liguria si fa in molti modi: a quella tipica genovese, si affianca quella savonese (che aggiunge il rosmarino, giovane e di foglie morbide) e quella levantina (con l’aggiunta di bianchetti), oltre alla farinata bianca (che si fa con farina di frumento. In disuso il tortellasso, realizzato con metà farina di ceci e metà di frumento). La panissa, invece, non ha molti parenti in Italia, salvo a Palermo (le “panelle fritte’) e in Corsica, portatavi dai marinai genovesi. Così come a Marsiglia (la “cade”), Tolone (la “tout caud” servita come zuppa con foglie d’alloro), Algeri (la “calentica”). (Tratto dalla Rivista New Corriere Dei Lidi)

giovedì 22 gennaio 2015

Aneddoti "Storielle di storia"

Paul Duplessis, romanziere d’appendice vissuto nell’Ottocento, stava pubblicando un romanzo a puntate su un quotidiano. Una sera un suo amico gli disse: “Fammi un favore: mio zio legge con interesse il tuo romanzo. Dimmi se la contessa protagonista della storia morirà”. Paul gli disse di sì e, poiché vide l’amico inquietarsi, gliene domandò il motivo. “Avevo scommesso che non sarebbe morta. E adesso dovrò pagargli 200 franchi!”. “200 franchi?”, rispose Paul, “Che dici mai? Sono le nove: ho il tempo di correre in tipografia e salvare la contessa. Poi divideremo il guadagno: va bene?” (Tratto dalla Rivista New Corriere dei Lidi)

giovedì 15 gennaio 2015

Aneddoti "Storielle di storia"

Il nipote della regina Vittoria, figlio d’un principe, studente, trovandosi senza denaro, scrisse a sua nonna per averne. La regina non gli mandò nulla: gli scrisse una lunga lettera piena di buoni consigli in cui lo esortava a moderare i suoi desideri e ad essere più attento. Qualche giorno dopo ricevette dal nipote queste righe: “Cara nonna, tante grazie per la preziosa letterina: l’ho venduta per cinque sterline a un collezionista di autografi. Vi prego di scrivermene un’altra”. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

martedì 13 gennaio 2015

Riviera di Comacchio Catalogo turistico 2015

Pubblicato il nuovo catalogo turistico della Riviera di Comacchio: il racconto di una vacanza in famiglia tra spiaggia, mare, natura; un'esperienza di piacere, gusto, bellezza e libertà sui Lidi di Comacchio e nel Parco del Delta del Po. Per accedere clicca nel seguente link
http://www.ferraraterraeacqua.it/it/comacchio/riviera-di-comacchio-nice-to-meet-you

Per informazioni visita http://www.ferraraterraeacqua.it

mercoledì 7 gennaio 2015

Aneddoti "Storielle di storia"

Il giornalista francese Pierre Véron, vissuto nell’Ottocento, discuteva una sera con gli amici dell’importanza che ha il denaro nella vita. Uno gli disse: “Il denaro fa tutto”. “Verissimo”, ribatté lui, “ma per quanto esso faccia per noi, è sempre meno di quanto noi facciamo per lui”. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)

Aneddoti "Storielle di storia"

Lo scrittore americano Mark Twain, noto umorista, era piuttosto parsimonioso. Una volta entrò in una libreria di New York e domandò al libraio se poteva avere uno sconto essendo socio di un certo circolo. Alla risposta, affermativa, chiese ancora se poteva avere un altro sconto essendo uno scrittore. Alla nuova risposta affermativa, osò chiedere un ulteriore sconto definendosi un ‘vecchio e fedele cliente’, cosa che gli venne riconosciuta. Alla fine prese un libro da due dollari e chiese: “Quanto vi devo?”. “Prenda pure, signore”, fu la risposta, “A questo punto sono io che vi devo dieci centesimi”. (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)








sabato 3 gennaio 2015

Cicloturismo, un pieno di salute, con "Bik map" gli itinerari a portata di mano

Uno strumento ad hoc per i cicloturisti, per godere appieno del piacere della pedalata il Servizio Turismo della Provincia di Ferrara ha realizzato l'apposita “bike map”, un utilissimo strumento che accompagnerà il ciclista permettendogli di avere sempre sotto controllo l'itinerario da seguire e tutte le informazioni tecniche utili (il grado di difficoltà, la tipologia di fondo stradale, la lunghezza dei singoli tratti di percorso e i punti di interesse turistico). Un'idea utile e innovativa già capace di riscuotere ampi consensi da parte di operatori e cicloturisti, tanto da spingere la Provincia di Ferrara a depositarne il brevetto. Una prima mappa da manubrio è stata realizzata con il percorso che dal centro storico di Ferrara conduce, attraverso un itinerario di circa 23 km, sino al Mulino del Po di Ro Ferrarese; da qui, è possibile rientrare in città con la barca, per un'escursione complessiva di mezza giornata, compresa la sosta per il pranzo. La seconda edizione della mappa (in italiano, inglese e tedesco) è invece dedicata al Delta ed in particolare alle Valli di Comacchio. Dalla spiaggia dei Lidi infatti, la mappa conduce facilmente ad un itinerario mozzafiato, dove è quasi impossibile non vedere centinaia di fenicotteri rosa nel mezzo delle saline di Comacchio, attraversando il suggestivo paesaggio vallivo. Oltre ai caratteristici fori che consentono alla mappa di essere installata in qualsiasi manubrio, lo strumento è completato dall'elenco dei punti di ristoro e strutture di servizio posizionati lungo il percorso, compreso i noleggiatori e riparatori di biciclette. Le mappe, già disponibili presso gli uffici informazione di tutta la provincia, sono in distribuzione gratuita anche presso le strutture ricettive di Ferrara e dei lidi di Comacchio e possono essere richieste attraverso la seguente mail: maptur@provincia.fe.it (Tratto dalla rivista New Corriere dei Lidi)